02 Sep, 2025 - 10:28

Naspi fuori dal regime impatriati: ecco perché e cosa ha deciso l’Agenzia delle Entrate

Naspi fuori dal regime impatriati: ecco perché e cosa ha deciso l’Agenzia delle Entrate

Naspi e regime impatriati: sull'argomento e intervenuta l’Agenzia delle Entrate con la risposta n. 228 del 1° settembre 2025.

L’amministrazione finanziaria ha stabilito che la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, cioè l’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS, non può rientrare tra i redditi agevolabili previsti dal regime speciale per i lavoratori che trasferiscono la residenza in Italia.

Il chiarimento interessa tutti coloro che, dopo aver beneficiato delle agevolazioni fiscali durante l’attività lavorativa, si trovano successivamente a percepire la Naspi.

In questo modo l’Agenzia ha tracciato un confine netto tra redditi che possono essere agevolati e prestazioni assistenziali che devono invece essere tassate in via ordinaria. 

Prima di scoprire insieme il perchè dell'esclusione e come funziona e cosa prevede il regime impatriati dal punto di vista fiscale, vi consigliamo la visione del video YouTube del Commercialista Allievi "Come funziona il regime degli impatriati 2025: l'agevolazione per chi torna in Italia".

Caso pratico: lavoratore trasferito in Italia e richiesta sulla Naspi

Per comprendere la portata del chiarimento occorre partire dal caso concreto. Un contribuente, trasferitosi in Italia nell’aprile 2022, aveva spostato la residenza fiscale entro il 31 dicembre 2023 e rientrava quindi nella disciplina prevista dall’articolo 16 del Dlgs n. 147/2015.

Durante il rapporto di lavoro, fino a settembre 2023, aveva fruito delle agevolazioni fiscali previste per i redditi da dipendente.

Al termine del contratto, però, ha iniziato a percepire la Naspi per dieci mesi. A questo punto si è rivolto all’Agenzia delle Entrate chiedendo se anche l’indennità di disoccupazione potesse beneficiare del regime agevolato.

La risposta è stata negativa: tali somme, ha spiegato l’amministrazione, devono essere assoggettate a tassazione integrale secondo le aliquote Irpef ordinarie.

Per un approfondimento sull'argomento, vi consigliamo la visione del video YouTube del Commercialista Allievi "Come funziona il regime degli impatriati 2025: l'agevolazione per chi torna in Italia".

 

Come funziona il regime impatriati secondo la normativa

Il regime impatriati nasce con l’articolo 16 del Dlgs n. 147/2015 è ha una finalità ben precisa: incentivare il rientro in Italia di lavoratori qualificati e professionisti che possano contribuire allo sviluppo economico del Paese. In altre parole, la misura riduce l’imponibile Irpef sui redditi prodotti in Italia, garantendo un significativo vantaggio fiscale.

Dal 2024 la disciplina è stata riformata con l’articolo 5 del Dlgs n. 209/2023, che ha modificato percentuali di esenzione e durata dell’agevolazione.

Tuttavia, il principio di fondo non è cambiato: le agevolazioni si applicano solo ai redditi da lavoro dipendente e assimilati, ai redditi di lavoro autonomo e ai redditi d’impresa prodotti nel territorio dello Stato.

Di conseguenza, le prestazioni assistenziali o indennitarie non possono essere incluse nel perimetro del regime.

Naspi: una prestazione di sostegno e non un reddito da lavoro

La Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), istituita dall’articolo 1 del Dlgs n. 22/2015, rappresenta l’indennità di disoccupazione che l’INPS eroga mensilmente a chi perde involontariamente il lavoro.

L’importo varia in base ai contributi versati e alla retribuzione percepita in precedenza, con una durata massima legata al periodo di contribuzione.

La sua funzione è chiaramente assistenziale. Non si tratta, quindi, della remunerazione di un’attività svolta, ma di un sostegno economico che accompagna il lavoratore durante la fase di ricerca di un nuovo impiego. Proprio per questo motivo la Naspi viene classificata come reddito sostitutivo e non come reddito da lavoro dipendente, autonomo o d’impresa.

Perché la Naspi è esclusa dal regime impatriati

L’Agenzia delle Entrate, con la risposta n. 228/2025, ha ribadito che il regime impatriati ha lo scopo di agevolare i redditi prodotti da attività lavorative effettive. In sostanza, l’agevolazione premia chi contribuisce al sistema economico nazionale attraverso il proprio lavoro.

La Naspi, invece, interviene quando l’attività lavorativa è cessata. Non risponde dunque al requisito previsto dalla norma e non può essere assimilata ai redditi che il legislatore intende agevolare.

Sia l’articolo 16 del Dlgs n. 147/2015 che l’articolo 5 del Dlgs n. 209/2023 fanno espresso riferimento solo ai redditi di lavoro. La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego resta quindi esclusa, senza eccezioni.

Cosa cambia per chi percepisce la Naspi dopo il rientro in Italia

Da un punto di vista pratico, questo significa che la Naspi percepita da un lavoratore impatriato deve essere tassata integralmente. L’indennità confluisce per intero nel reddito imponibile e viene assoggettata alle aliquote progressive Irpef, senza riduzioni.

Mentre i redditi da lavoro dipendente percepiti durante l’attività possono essere ridotti fino al 50% (o in misura diversa nel nuovo regime), l’indennità di disoccupazione rimane fuori dal beneficio e viene trattata come qualsiasi altro reddito ordinario. In altre parole, terminato il rapporto di lavoro, l’agevolazione non prosegue automaticamente con la Naspi.

Vecchio e nuovo regime impatriati: differenze e conferme

Il passaggio dalla disciplina originaria del 2015 (Dlgs n. 147/2015) a quella introdotta dal Dlgs n. 209/2023 ha comportato modifiche sul piano quantitativo, come la durata dell’agevolazione e la percentuale di reddito escluso da imposizione. Tuttavia, su un punto non ci sono state variazioni.

Sia nel vecchio che nel nuovo regime, la Naspi è sempre esclusa. Il motivo è coerente con la finalità stessa della misura: garantire un vantaggio fiscale a chi lavora in Italia, non a chi percepisce un trattamento di sostegno legato alla perdita dell’occupazione.

Un chiarimento di portata generale dell’Agenzia delle Entrate

La risposta n. 228/2025 non ha valore solo per il caso del contribuente che ha sollevato la questione. Al contrario, stabilisce un principio valido per tutti i lavoratori impatriati. Chiunque percepisca la Naspi dopo la cessazione del rapporto di lavoro dovrà tassarla integralmente, senza possibilità di applicare le agevolazioni del regime speciale.

In questo modo l’Agenzia delle Entrate ha fornito un orientamento utile a livello generale, eliminando possibili dubbi interpretativi e dando certezza applicativa a chi rientra in Italia.

Una chiarezza che permette ai contribuenti di pianificare meglio la propria posizione fiscale, distinguendo in maniera netta tra redditi agevolabili e trattamenti assistenziali esclusi dal beneficio.

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