02 Sep, 2025 - 15:27

Fatture elettroniche: 4 cose che devi sapere per non rischiare il penale

Fatture elettroniche: 4 cose che devi sapere per non rischiare il penale

La corretta gestione delle fatture elettroniche, che include l'invio e la conservazione, è un tema importante per liberi professionisti e imprenditori. Un dibattito che in queste settimane si è acceso anche sotto il profilo giurisprudenziale. Come riportato da fiscooggi.it, la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28910 del 6 agosto 2025, è intervenuta per chiarire che la mancata conservazione digitale delle fatture (stampate e consegnate senza salvataggio del file) non rappresenta la "distruzione degli atti", ma costituisce "occultamento delle scritture contabili". Questa definizione, tutt'altro che teorica, ha implicazioni dirette sia sulla prescrizione sia sul rischio di gravi conseguenze penali per il contribuente.

Errori nella gestione delle fatture elettroniche: cosa porta all'occultamento

Gestire le fatture elettroniche significa anche distinguere correttamente tra distruzione e occultamento: una distinzione fondamentale per evitare errori che potrebbero trasformarsi in reati tributari.

Come indicato da Fisco Oggi, la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28910 del 6 agosto 2025, ha approfondito la materia dei reati tributari legati alla gestione delle scritture contabili.

Nel caso esaminato, è emersa la condotta di un imprenditore che emetteva fatture in formato cartaceo, senza conservarne la copia elettronica e omettendo la registrazione nei registri fiscali. Da tale comportamento è scaturita la discussione giuridica sulla differenza tra "distruzione" e "occultamento" dei documenti contabili.

Distruzione vs. Occultamento delle scritture contabili: la differenza giuridica secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha spiegato le due nozioni e le loro diverse implicazioni giuridiche, che riguardano la prescrizione e la prova del dolo previste dall’articolo 10 del decreto legislativo 74/2000, quale:

  • distruzione: consiste nell’eliminazione di documenti fiscali già esistenti, in formato cartaceo o digitale. È un reato istantaneo che si consuma con la distruzione dell’atto. In sostanza, presuppone che il documento sia stato emesso e conservato, per poi essere successivamente eliminato (ad esempio, strappo, cancellazione definitiva del file, triturazione);
  • occultamento: è un comportamento più grave, che integra un reato permanente. Consiste nel rendere indisponibili al controllo dell’Amministrazione finanziaria documenti fiscali che la legge impone di tenere e conservare, anche senza distruggerli. Ne sono esempi: non formare o non conservare la copia della fattura elettronica, non registrarla nei registri IVA, nascondere o collocare i documenti in modo da impedirne la reperibilità. Questo reato permane fino a quando l’indisponibilità non cessa, ovvero fino alla scoperta o al recupero da parte del fisco.

Caso pratico: la condotta dell’imprenditore che non conservava le fatture elettroniche

Secondo la sentenza, l’imprenditore aveva compiuto diverse operazioni, tra cui:

  • compilava le fatture con un modello Excel;
  • le stampava e le consegnava al cliente;
  • non salvava il file (nessun nome, nessun archivio digitale);
  • non registrava le fatture nel registro IVA vendite;
  • non indicava i relativi ricavi in dichiarazione, salvo esibire solo una parte dei documenti richiesti in sede di verifica.

Occultamento o distruzione di fatture elettroniche? Ecco perché la Cassazione distingue

Dal punto di vista fiscale, la "distruzione" consiste nella soppressione materiale di un documento già esistente. Nel caso in esame, invece, il contribuente ha impedito la formazione e la conservazione della copia principale destinata alla contabilità dell’emittente.

L’analisi dell’Amministrazione finanziaria ha evidenziato che le fatture erano rinvenibili presso i clienti, dimostrando l’effettiva esistenza delle operazioni.

Non si è trattato quindi di soppressione di documenti, ma della volontà del contribuente di renderli irrintracciabili nella propria contabilità (mancato salvataggio, mancata registrazione).

In altre parole, ha agito con l’intento di occultare i documenti, rendendoli definitivamente indisponibili ai fini degli accertamenti, senza che ciò coincidesse con la loro distruzione materiale.

Prescrizione dei reati tributari: differenza tra distruzione e occultamento di documenti fiscali

Un aspetto decisivo riguarda la prescrizione:

  • per il reato istantaneo di distruzione, decorre dal momento della soppressione del documento;
  • per il reato permanente di occultamento, invece, decorre dal momento in cui la condotta cessa, cioè alla scoperta o alla conclusione dell’attività di controllo che rende nuovamente disponibili i documenti o ne accerta l’indisponibilità.

Reato di occultamento di fatture elettroniche: l’elemento soggettivo previsto dal D.lgs 74/2000

È importante sottolineare che la condotta rientra nel reato del dolo specifico. Non si è trattato semplicemente di distruzione di documenti fiscali, ma, come riportato da Fisco Oggi, il contribuente ha agito con l’intento di evadere le imposte sui redditi o l’IVA (o di consentire a terzi di evadere). Una condotta che esclude la mera negligenza o disorganizzazione casuale.

Domande frequenti sulle fatture elettroniche e i rischi penali

Gestire correttamente le fatture elettroniche può essere complicato, e molti professionisti si chiedono quando si rischia davvero il penale. Ecco le risposte alle tre domande più comuni.

  •  Se stampo le fatture senza salvarle, rischio un reato? Sì, secondo la Cassazione, la mancata conservazione digitale di una fattura consegnata al cliente costituisce occultamento delle scritture contabili, non distruzione. Si tratta di un reato permanente, che si protrae fino alla scoperta da parte del fisco, con conseguenze penali potenzialmente gravi.
  • Qual è la differenza tra distruzione e occultamento?
    • distruzione: soppressione di un documento già esistente, reato istantaneo;
    • occultamento: rendere indisponibili i documenti fiscali senza eliminarli, reato permanente fino alla scoperta da parte dell’Amministrazione finanziaria. Nel caso delle fatture non salvate, si configura occultamento.
  • Come influisce la condotta sulla prescrizione e sul dolo? La prescrizione decorre diversamente: per distruzione dal momento della soppressione, per occultamento dal momento in cui la condotta cessa (scoperta da parte del fisco). Inoltre, il comportamento deve rientrare nel dolo specifico: il contribuente deve avere l’intento di evadere le imposte sui redditi o sull’IVA, o di consentire a terzi di farlo.
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