02 Sep, 2025 - 19:15

La Russia non vuole attaccare l’Europa: Putin spegne (davvero) il rischio di terza guerra mondiale?

La Russia non vuole attaccare l’Europa: Putin spegne (davvero) il rischio di terza guerra mondiale?

Le tensioni tra Russia e Occidente continuano ad alimentare il dibattito internazionale. Durante un incontro con il primo ministro slovacco, Robert Fico, Vladimir Putin ha affrontato diversi temi, respingendo con fermezza ogni accusa e delineando la posizione del Cremlino sulla sicurezza europea, sull’Ucraina e sui rapporti con gli Stati Uniti.

Le dichiarazioni di Putin e il contesto europeo

Il presidente russo, Vladimir Putin, durante un incontro con il primo ministro slovacco, Robert Fico, il 2 settembre, ha respinto le teorie che suggeriscono che Mosca abbia in programma di lanciare un attacco contro qualsiasi nazione europea.

Putin ha definito le discussioni attorno a queste ipotesi come manifestazioni di "provocazione o segno di incompetenza".

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Qualsiasi persona di buon senso sa che la Russia non ha mai avuto, non ha e non avrà mai il desiderio di attaccare nessuno.

Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, i timori legati a una terza guerra mondiale hanno iniziato a occupare l'opinione pubblica internazionale. Diversi paesi europei, soprattutto alcune parti dell’Europa orientale che un tempo facevano parte dell'Unione Sovietica e che oggi costituiscono i confini dell'Unione europea, hanno una maggiore concentrazione sul tema della sicurezza.

La Lituania, per esempio, mantiene alta l'attenzione, aumentando il bilancio della difesa. Si prevede che raggiungerà tra il 5 e il 6 per cento del PIL entro il 2026. Attualmente è al 3 per cento, più alto rispetto a molti alleati della NATO.

I messaggi concilianti e i nodi irrisolti

Le parole del presidente russo hanno avuto un’ampia risonanza, dato che hanno toccato diversi temi che potrebbero avere un peso anche sul futuro della pace in Ucraina. Putin ha affermato che la Russia non si è mai opposta all'adesione dell'Ucraina all'Unione europea.

Mosca, invece, si oppone all'adesione dell'Ucraina alla NATO. Putin lo ha definito "inaccettabile". Ha aggiunto di averne parlato anche durante l'incontro con Donald Trump del 15 agosto in Alaska.

I toni del presidente russo sono stati piuttosto concilianti, nonostante gli scetticismi persistenti. Quando si è trattato di garanzie di sicurezza richieste da Kiev, ha affermato che è possibile "trovare un consenso".

Ha accennato anche alla possibilità di "collaborare" con gli Stati Uniti sul fronte della gestione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, sotto il controllo russo dal 2022. Ha suggerito perfino una cooperazione più ampia che includa Mosca, Kiev e Washington:

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Se si verificano le circostanze, potremmo cooperare su tre fronti a livello centrale.

Quando si è parlato della guerra in Ucraina, però, ha ribadito le sue posizioni, difendendo l’avvio del conflitto con fermezza e affermando che la Russia sta agendo per autodifesa in risposta all’aggressione occidentale.

Gli sviluppi sul campo di battaglia

Mentre l'amministrazione Trump porta avanti gli sforzi diplomatici per porre fine alla guerra, Mosca prosegue con l'offensiva estiva. Oltre agli sviluppi sul fronte terrestre, le forze russe continuano a lanciare attacchi aerei su vasta scala.

Secondo gli analisti, la Russia si starebbe preparando a un’offensiva autunnale, con l’obiettivo di ottenere il controllo totale del Donbass, formato da Donetsk e Luhansk.

Attualmente il 30 per cento della regione di Donetsk è sotto il controllo ucraino, mentre la Russia controlla già il 99,7 per cento di Luhansk. Parallelamente, l'esercito di Mosca ha intensificato gli sforzi per accerchiare Pokrovsk, città considerata un importante hub strategico e da tempo nel mirino di Mosca.

Le parole di Putin sembrano puntare a rassicurare l’opinione pubblica internazionale. Se da un lato il presidente russo apre alla possibilità di dialogo e cooperazione, dall’altro continua a portare avanti un’offensiva militare che non lascia presagire un rapido ritorno alla pace. Il contrasto tra diplomazia e guerra resta quindi il nodo centrale.

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