04 Sep, 2025 - 08:47

Estratto contributivo INPS: come funziona il nuovo modello unificato e cosa cambia

Estratto contributivo INPS: come funziona il nuovo modello unificato e cosa cambia

L’INPS ha introdotto una nuova modalità di esposizione dei dati nell’estratto contributivo previdenziale, con l’obiettivo di rendere più chiara la consultazione e facilitare l’utente nella lettura delle informazioni relative alla propria carriera assicurativa. 

Con il Messaggio n. 2553 del 2 settembre 2025, l’Istituto ha chiarito in maniera ufficiale la struttura del nuovo modello unificato e le modalità di accesso e correzione dei dati. L’aggiornamento nasce dalla necessità di semplificare la fruizione del servizio e garantire una visione più completa e intuitiva della posizione assicurativa individuale.

La novità riguarda soprattutto l’impostazione del documento che ora segue un ordine cronologico e integra dettagli utili per comprendere meglio la tipologia dei versamenti e le eventuali situazioni particolari da tenere sotto controllo.

L’estratto contributivo rappresenta uno strumento essenziale per chiunque voglia monitorare il proprio futuro previdenziale. Non ha valore certificativo, ma fornisce una fotografia attendibile dei periodi di lavoro registrati, delle retribuzioni e della natura dei contributi.

È quindi utile chiedersi: quali dati contiene oggi il nuovo modello? In che modo le annotazioni aggiuntive aiutano a interpretare correttamente la propria posizione? E soprattutto, quali sono i canali per accedere al servizio e segnalare eventuali errori?

Prima di dare una risposta esauriente ai diversi quesiti, vi lasciamo alla video guida YouTube di Daniele Stroppiana l'assicuratore senza sorprese contenente preziosi consigli su come leggere correttamente l'estratto conto contributivo e le sue note.

Cosa mostra il nuovo estratto contributivo INPS

La prima novità riguarda l’organizzazione. Il documento consente di seguire passo dopo passo la sequenza dei periodi contributivi, specificando per ciascuno di essi la gestione o il fondo previdenziale di riferimento. In questo modo l’assicurato può avere una visione immediata del proprio percorso, senza dover incrociare più archivi o documenti separati.

In ogni riga compaiono informazioni sulla durata del rapporto di lavoro, sulla retribuzione percepita e sul datore che l’ha corrisposta.

Per chi è iscritto alla gestione separata, inoltre, è disponibile anche l’indicazione del montante contributivo accumulato. Nel caso dei lavoratori dipendenti, invece, il documento si limita a riportare la retribuzione, senza dettagliare i contributi versati, che restano in ogni caso registrati nei sistemi dell’Istituto.

Perché l’INPS ha introdotto un modello unificato

La scelta di uniformare l’estratto contributivo INPS nasce dall’esigenza di ridurre la frammentazione delle informazioni. Fino a poco tempo fa i lavoratori con carriere miste, ad esempio periodi da dipendente alternati a fasi di attività autonoma, dovevano confrontarsi con prospetti separati e non sempre di immediata lettura.

Il nuovo formato semplifica questa esperienza. L’assicurato può seguire il proprio percorso lavorativo come in un registro unico, nel quale ogni passaggio è collocato in ordine temporale. Non si tratta soltanto di una questione estetica, ma di un passo in avanti in termini di trasparenza, perché diventa più facile verificare se ci siano periodi mancanti o dati incoerenti.

Le annotazioni a corredo dei dati

Accanto ai numeri, il documento riporta ora una serie di note esplicative che hanno un valore informativo rilevante. Si tratta di osservazioni che chiariscono se un determinato periodo possa essere utilizzato integralmente ai fini del calcolo della pensione o se presenti limitazioni.

Le stesse note segnalano eventuali anomalie, come ad esempio incongruenze tra le comunicazioni del datore di lavoro e quelle risultanti all’INPS, oppure evidenziano la presenza di particolari situazioni personali che incidono sulla posizione assicurativa.

Un esempio tipico è quello dei periodi di riscatto della laurea ancora in fase di definizione, oppure dei versamenti volontari autorizzati ma non ancora perfezionati. Anche le operazioni di ricongiunzione rientrano in questa categoria. In tutti questi casi, il documento permette di avere sotto mano non solo i dati consolidati, ma anche le informazioni che riguardano le pratiche in corso.

Come si accede all’estratto contributivo INPS

Oggi la consultazione è fortemente digitalizzata. Il canale principale resta il portale dell’INPS, accessibile con SPID, Carta d’Identità Elettronica, CNS o credenziali Eidas. Una volta entrati nella propria area personale è possibile non solo visualizzare i dati, ma anche inviare segnalazioni per chiedere la correzione di errori o l’accredito di periodi non registrati.

Per chi non ha dimestichezza con gli strumenti digitali, rimangono comunque disponibili il Contact Center Multicanale e il supporto dei patronati che possono richiedere l’estratto per conto dell’assicurato e assisterlo nella lettura. Anche da rete mobile è attivo un numero dedicato, così da garantire un accesso più ampio possibile al servizio.

Valore informativo e limiti del documento

L’estratto contributivo non certifica il diritto alla pensione. È una precisazione importante, perché molti utenti tendono a considerarlo come un attestato ufficiale. In realtà, si tratta di un riepilogo che ha lo scopo di informare e orientare, ma che non può sostituire la certificazione rilasciata dall’Istituto in fase di liquidazione della prestazione.

Per stabilire con certezza se un lavoratore abbia raggiunto i requisiti previsti dalla normativa vigente è necessario rivolgersi direttamente agli uffici dell’INPS o a un ente di patronato. Solo attraverso questa via si può ottenere un riscontro ufficiale e vincolante.

Perché conviene controllare periodicamente la propria posizione

Verificare con costanza l’estratto contributivo INPS significa ridurre il rischio di sorprese negative al momento della pensione. Un controllo regolare permette di accorgersi se un datore di lavoro non ha comunicato correttamente i periodi di attività, se alcuni contributi figurativi non risultano accreditati o se vi sono errori di trascrizione.

Inoltre, consultare il documento consente di programmare meglio il futuro, perché offre un quadro realistico del percorso finora svolto. Chi intende valutare un riscatto o un versamento volontario, ad esempio, può orientarsi con maggiore consapevolezza avendo sotto mano i dati aggiornati.

Cosa fare in caso di errori o anomalie

Se emergono discrepanze, l’utente può inviare direttamente una segnalazione attraverso l’area riservata del portale. La procedura consente di allegare documenti e richiedere l’accredito dei periodi mancanti, evitando che le omissioni incidano sui futuri calcoli pensionistici.

Le casistiche più frequenti riguardano periodi di lavoro non registrati o contratti atipici riportati in modo incompleto. Anche i contributi non versati o comunicazioni errate da parte dei datori di lavoro rientrano tra le anomalie più comuni.

In tutti questi casi la segnalazione tempestiva riduce i tempi di correzione e consente di affrontare con maggiore tranquillità la fase finale della carriera lavorativa.

 

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