Un sottofondo musicale che ha preso una piega imbarazzante, quello riprodotto da Coldiretti lo scorso 1 settembre in piazza IV Novembre a Benevento: tra i brani selezionati automaticamente è comparsa “Faccetta nera”, canzone legata al periodo fascista. Un errore che ha trasformato un momento pensato per celebrare il lavoro agricolo e le eccellenze locali in un episodio controverso, suscitando sconcerto tra i partecipanti.
La Coldiretti di Benevento ha immediatamente interrotto la riproduzione del brano e ha chiarito che quella scelta non rifletteva in alcun modo i valori dell’associazione. Eppure, anche un momento breve e apparentemente marginale è bastato per girare dei video da condividere sul web, catturando l’attenzione e spostando il dibattito pubblico dall’evento in sé all’errore commesso.
Quello che emerge chiaramente dal caso di Benevento è quanto fragile possa essere l’immagine di un’organizzazione. Difatti anche un singolo dettaglio, se trascurato, può oscurare mesi di preparazione e di lavoro accurato: in questo caso specifico la musica, scelta senza attenzione al contesto, è diventata il centro della narrazione, riducendo la serata a un episodio di cattiva gestione interna.
È dunque doveroso considerare che la reputazione aziendale non è caratterizzata solo da grandi campagne o eventi pubblici, ma anche dai dettagli quotidiani che compongono l’esperienza del pubblico. Ogni elemento – dall’allestimento alla musica, dai materiali informativi alle presentazioni – contribuisce alla percezione complessiva. Nel caso della Coldiretti, la svista nella playlist ha dimostrato quanto sia importante valutare attentamente ogni contenuto prima di renderlo pubblico.
L’episodio offre uno spunto chiaro sulla gestione della comunicazione in situazioni delicate. La Coldiretti ha reagito prontamente, interrompendo la riproduzione del brano e chiarendo la propria posizione, limitando quanto possibile i danni e confermando l’importanza di protocolli chiari e decisioni immediate in caso di imprevisti.
Pianificare un evento non significa solo organizzare spazi e attività, ma anche anticipare possibili criticità e definire linee guida precise per chi gestisce i contenuti. La playlist sbagliata diventa una metafora di tutti quei dettagli che, se trascurati, possono trasformarsi in problemi rilevanti. Il caso di Benevento rientra nelle situazioni classiche di crisis communication, in cui un ente, un’associazione o un’azienda deve adottare scelte e azioni mirate a proteggere la propria reputazione di fronte a un evento o a un errore che minaccia di danneggiare l’immagine dell’organizzazione.
La gestione efficace di questa crisi richiede trasparenza, coerenza nella comunicazione e attenzione all’impatto sugli stakeholder. Negare o minimizzare l’accaduto potrebbe erodere ulteriormente la fiducia, mentre una risposta chiara, empatica e accompagnata da azioni concrete può aiutare a ristabilire la credibilità.
Questo episodio dimostra come la comunicazione sia strettamente legata alla gestione organizzativa, in cui anche le scelte più semplici hanno conseguenze, e la reputazione si costruisce curando ogni aspetto dell’esperienza offerta al pubblico. Una vicenda che ci ricorda come ogni dettaglio può diventare decisivo per l’immagine pubblica.