La Riforma delle Professioni è diventata realtà. Il Consiglio dei ministri del 4 settembre 2025 ha approvato un ampio pacchetto normativo che ridisegna le regole di quattordici categorie professionali, con l’obiettivo di semplificare, sburocratizzare e valorizzare la libera professione in Italia.
Il ruolo dei professionisti è fondamentale per il rilancio dell’Italia.
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) September 4, 2025
Questo Governo ne riconosce da sempre la specificità, e ha scelto di approvare oggi un pacchetto di provvedimenti che era atteso da anni e che ha un obiettivo di fondo: promuovere il valore economico,…
Un intervento atteso da anni, che riguarda oltre 1,6 milioni di lavoratori e che intende restituire centralità a un comparto cruciale per l’economia nazionale.
Ma quali sono i principi cardine della riforma? In che modo cambiano l’accesso, la formazione e le tutele sociali? E quali categorie professionali sono direttamente coinvolte?
Il pacchetto approvato dal Governo introduce oltre venti principi che toccano i nodi storici del sistema ordinistico italiano. Le linee guida si muovono lungo quattro direttrici principali: modernizzazione, digitalizzazione, equità e inclusività.
Tra le novità più rilevanti troviamo:
La Riforma delle Professioni 2025 interessa quattordici categorie, tra cui:
Un intervento che tocca professioni sia tecniche sia sociali e giuridiche, incidendo sul tessuto economico e culturale del Paese.
Per gli avvocati, la riforma è stata costruita come un pacchetto autonomo, la prima revisione organica dopo tredici anni. Le misure prevedono:
Un approccio che mira a rendere l’avvocatura più flessibile e aperta a collaborazioni multidisciplinari.
Uno dei capitoli più rilevanti della Riforma delle Professioni riguarda il settore sanitario. Lo scudo penale diventa definitivo:
La misura punta a ridurre la medicina difensiva e a garantire maggiore serenità agli operatori sanitari, con effetti positivi anche per i cittadini.
La riforma introduce il riconoscimento ufficiale delle specializzazioni per gli ingegneri e gli architetti. L’obiettivo è uniformare percorsi già esistenti e legarli a sfide globali come:
Si tratta di un passo strategico per rafforzare la competitività internazionale delle professioni tecniche.
Per i commercialisti e gli esperti contabili la riforma è stata rimandata. Nonostante un testo già predisposto dal Consiglio nazionale, il Governo ha scelto di rinviare la discussione a una prossima seduta. Una decisione che lascia la categoria in attesa di interventi su accesso, formazione e governance.
Gli effetti della riforma si rifletteranno anche sul mondo del lavoro. Tra i principali impatti attesi:
Le prime reazioni alla Riforma delle Professioni sono state complessivamente positive.
Il consenso è ampio, ma non mancano le richieste di rendere la riforma ancora più partecipata e inclusiva.