Il presidente Donald Trump ha deciso di riportare il Pentagono al passato, firmando un ordine esecutivo che cambia il nome del Dipartimento della Difesa in “Dipartimento della Guerra”. Una mossa dal forte valore simbolico, che riapre un dibattito storico e politico sul ruolo militare degli Stati Uniti e sul significato stesso di sicurezza nazionale.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato, il 5 settembre 2025, un ordine esecutivo che prevede di cambiare il nome del Dipartimento della Difesa in Dipartimento della Guerra.
Con questa direttiva verrà ripristinata la denominazione originaria del Pentagono, abbandonata negli anni ’40.
Per ora, il nuovo nome sarà utilizzato come “titolo secondario”: una formula che consente di aggirare temporaneamente la necessità di approvazione del Congresso per un cambiamento permanente. Parallelamente, l’amministrazione Trump cercherà l’ok dell’organo legislativo.
Non è ancora chiaro quanto costerà il rebranding. Alcuni media statunitensi stimano che la cifra potrebbe superare il miliardo di dollari, a carico dei contribuenti. Intanto i primi cambiamenti, seppur simbolici, sono già partiti. I visitatori del sito “defense.gov” vengono automaticamente reindirizzati a “war.gov”.
Nel giro di poche ore dall'ordine di Trump, sono state rinominate anche le pagine del Dipartimento sulle piattaforme social. Gli account ufficiali su Facebook, Instagram e X hanno già adottato la nuova denominazione.
La mossa di Trump ha sollevato interrogativi sul suo reale significato. Non è un segreto che il presidente americano punti al premio Nobel per la pace, presentandosi come pacificatore nei conflitti mondiali. Ha recentemente dichiarato che nei primi sei mesi del suo mandato ha posto fine a sei guerre.
In campagna elettorale, e poi all’inizio del suo secondo mandato non consecutivo, Trump aveva ribadito l’intenzione di evitare nuovi conflitti. Tuttavia, la decisione sul Pentagono arriva a pochi giorni dallo schieramento delle navi da guerra statunitensi al largo delle coste del Venezuela. Un’azione che aumenta i timori di escalation nei Caraibi e che rende il cambio di nome ancora più simbolico e controverso.
Il Dipartimento della Guerra degli Stati Uniti (War Department) fu istituito nel 1789 da George Washington con il compito di gestire tutte le questioni militari e organizzare le forze armate. Parallelamente, nel 1798 nacque il Dipartimento della Marina (Department of the Navy).
Durante la Seconda guerra mondiale, il Dipartimento della Guerra divenne uno degli organi centrali dell’amministrazione americana: coordinava milioni di soldati e gestiva l’intero sforzo bellico.
Nel 1947, con il National Security Act, il Dipartimento della Guerra fu abolito e sostituito dal Dipartimento della Difesa, che oggi comprende Esercito, Marina, Aeronautica, Marines e più recentemente la Space Force.
Con la scelta di Trump si tornerebbe idealmente al periodo precedente al 1947, quando il Dipartimento portava ancora il nome di “guerra”, prima che si preferisse adottare quello di “difesa”.
Secondo il presidente americano, il vecchio nome riflette meglio le vittorie militari e descrive in modo più diretto l’attività del dipartimento.
Il ritorno alla denominazione di “Dipartimento della Guerra” rappresenta un cambio di rotta non solo semantico, ma anche politico. Mentre Trump si propone come leader capace di chiudere conflitti e punta ad ottenere il Nobel per la pace, le tensioni internazionali, come quelle con il Venezuela, rischiano di contraddire questa immagine. Resta da vedere se il Congresso approverà la scelta e quale sarà l’impatto di un rebranding che intreccia memoria storica, strategia militare e ambizioni personali del presidente.