08 Sep, 2025 - 17:45

Francia, il governo Bayrou appeso a un filo: cosa ha detto il premier prima del voto di fiducia

Francia, il governo Bayrou appeso a un filo: cosa ha detto il premier prima del voto di fiducia

Il governo francese affronta un momento cruciale. L’8 settembre 2025 l’Assemblea nazionale si è riunita per esprimere il voto di fiducia che potrebbe decidere la sorte dell’esecutivo.

François Bayrou ha difeso la sua linea politica con un discorso incentrato su debito pubblico, immigrazione e riforme.

Il discorso di François Bayrou

Il governo francese, guidato dal primo ministro François Bayrou, è pronto ad affrontare il voto di fiducia. Nel pomeriggio dell’8 settembre 2025 si è aperta la sessione straordinaria dell’Assemblea nazionale per decidere il futuro dell’esecutivo.

Prima di procedere con la votazione, il premier ha preso la parola per spiegare le ragioni della sua scelta.

“Ho voluto questa riunione e alcuni di voi, la maggioranza, probabilmente i più sensati, l’hanno ritenuta irragionevole, un rischio troppo grande. Io, invece, la penso esattamente il contrario”, ha esordito Bayrou, giustificando la sua decisione di richiedere il voto di fiducia.

Il premier ha elencato diversi problemi che il Paese deve affrontare: dalla produzione inferiore rispetto alle nazioni vicine all’istruzione, dagli alloggi all’immigrazione fino al sovraindebitamento.

Sul tema dell’immigrazione ha sottolineato che questo fenomeno, a suo avviso, deriva da squilibri globali e dalle differenze di sviluppo tra i paesi. Ha quindi fissato due obblighi: “controllare e gestire gli arrivi e integrare coloro che sono e saranno qui, integrarli attraverso il lavoro, attraverso la lingua, attraverso l’impegno a rispettare i nostri principi di vita”.

Il premier ha poi messo in guardia sul rischio che il debito pubblico rappresenta per la Francia. Ogni anno spendiamo più delle nostre risorse annuali e spesso molto di più”, ha dichiarato, definendo la crescita incontrollata della spesa pubblica una vera e propria “dipendenza”. Ha ricordato che il debito nazionale ha raggiunto i 3.415 miliardi di euro e che “bisogna agire senza indugio”.

Per questo ha difeso il suo piano di riduzione del debito, respingendo le “soluzioni facili”, come puntare esclusivamente sui super-ricchi per risolvere i problemi finanziari del Paese. Ha difeso infatti il ruolo dei contribuenti più facoltosi, sottolineando che “l’1 per cento dei più ricchi si fa carico di gran parte degli investimenti privati” nell’economia francese.

Bayrou ha insistito sulla forza dei fatti economici rispetto alla politica. Pur riconoscendo che il Parlamento ha il potere di rovesciare il governo, ha ribadito che non può cancellare la realtà dei conti pubblici.

Il rischio politico del voto

L’esito del voto, tuttavia, sembra già scritto: i gruppi parlamentari, dalla sinistra all’estrema destra, hanno annunciato l’intenzione di votare la sfiducia.

Bayrou, pur cercando di richiamare all’unità, ha avvertito che senza un cambio di rotta la spesa pubblica continuerà a crescere e il debito, già insostenibile, diventerà ancora più pesante e costoso.

Il voto di fiducia non rappresenta solo un banco di prova per il governo Bayrou ma anche un test sulla tenuta complessiva delle istituzioni francesi in un momento di forte polarizzazione politica.

Come si è arrivati a questo punto?

La Francia si trova nuovamente sull’orlo di una crisi politica. Nel 2024, la sconfitta del partito del presidente Emmanuel Macron alle elezioni europee ha aperto un nuovo scenario politico. In seguito, Macron ha indetto elezioni parlamentari anticipate ma il voto ha consegnato un’Assemblea divisa in tre principali forze politiche.

Da allora, il Paese vive una fase di stallo in cui i governi faticano ad approvare leggi e bilanci. L’esecutivo guidato da Michel Barnier è caduto dopo soli tre mesi, aprendo un periodo di incertezza chiuso solo con la nomina di François Bayrou.

Questo nuovo capitolo politico non riguarda solo l’instabilità del governo ma anche l’ascesa dell’estrema destra che guadagna terreno a ogni tornata elettorale. Diverse forze chiedono elezioni presidenziali anticipate ma Macron ha già escluso questa possibilità. Tuttavia, il declino della sua leadership sembra destinato ad aprire nuove prospettive e a condizionare il futuro.

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