La Francia è scossa da una nuova ondata di tensioni politiche. Dopo il fallimento del governo Bayrou, il presidente Emmanuel Macron ha nominato Sebastien Lecornu come nuovo primo ministro, ma il paese resta diviso: le piazze protestano, i sondaggi segnalano un calo di popolarità e crescono le richieste di dimissioni del capo dello Stato.
La Francia ha visto il 10 settembre 2025, l’insediamento del quarto primo ministro in soli 12 mesi. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha incaricato il ministro della Difesa, Sebastien Lecornu, per formare il nuovo governo dopo il fallimento del voto di fiducia all’esecutivo di François Bayrou dell’8 settembre.
Il paese sta attraversando un periodo di instabilità politica e per il governo la questione di bilancio rappresenta una sfida importante soprattutto in una situazione di forti divisioni politiche.
Cresce dunque la rabbia contro la classe dirigente del paese. Il giorno del passaggio di consegne a Matignon ha segnato anche grandi proteste in tutta la Francia che hanno radunato circa 197mila persone. I manifestanti si sono opposti contro il governo del presidente Macron e le politiche di austerità.
Le manifestazioni sono state organizzate con lo slogan popolare “Bloquons Tout” (Blocca tutto). La giornata è stata segnata da scioperi, interruzioni del traffico e azioni di disobbedienza civile.
I dimostranti hanno bloccato le strade e si è registrata la ferma presenza delle forze dell'ordine. Durante gli scontri con la polizia, gli agenti hanno risposto con gas lacrimogeni. Il 10 settembre, sono state arrestate circa 300 persone.
La rabbia contro il presidente Macron nasce per diverse ragioni. Per alcuni manifestanti bisogna mettere in atto un cambiamento, per altri invece rappresenta un problema il fatto che il capo di stato abbia scelto come primo ministro un suo stretto alleato.
Le manifestazioni non sembra che saranno limitate alla giornata del 10 settembre. È già prevista, infatti, un’altra giornata di sciopero e dimostrazioni il 18 settembre.
Le richieste di dimissioni di Emmanuel Macron si stanno diffondendo.
La situazione di mancato consenso sul campo presidenziale si è già verificata nelle elezioni europee del 2024. In seguito ai risultati deludenti del voto, che hanno visto l’ascesa storica dell’estrema destra di Marine Le Pen, Macron ha annunciato le elezioni anticipate. La tornata elettorale ha aperto un nuovo scenario con un parlamento diviso in tre schieramenti politici.
Sebbene Macron sembri intenzionato a non lasciare l’Eliseo prima della scadenza del suo mandato nel 2027, la sua popolarità continua a scendere.
Secondo un sondaggio condotto dall'Elabe per BFMTV, sei francesi su dieci sono favorevoli alle dimissioni di Macron. Il 64 per cento degli intervistati vorrebbe che il presidente lasci l’Eliseo.
L'88 per cento degli elettori del Rassemblement National e il 66 per cento dell’alleanza di sinistra, Nuovo Fronte Popolare, vogliono le dimissioni di Macron. Questo dato è del 38 per cento tra gli elettori dei Repubblicani. Non molto diverso è il parere anche degli elettori della maggioranza presidenziale di Ensemble che ne auspicano le dimissinoni per il 32 per cento.
Le tensioni in Francia non mostrano segnali di tregua. Con nuove manifestazioni già in calendario e un’opinione pubblica sempre più critica, Emmanuel Macron affronta una delle fasi più delicate della sua presidenza. Le prossime settimane saranno decisive per capire se riuscirà a ricompattare la maggioranza o se le proteste apriranno scenari politici ancora più imprevedibili.