Sapevamo che dai creatori de "La Fantastica Signora Maisel" non potevamo aspettarci un semplice dramma in tutù, ma il finale della prima stagione di "Étoile" è andato oltre ogni previsione.
Per otto episodi abbiamo assistito alla guerra fredda tra la tradizione parigina e l'innovazione newyorkese, incarnate dai due geniali e dispotici direttori artistici, Genevieve (Camille Cottin) e Roman (Luke Kirby).
La loro scommessa audace e coraggiosa, scambiare le rispettive stelle, la giovane Delphine (Lou de Laâge) e il veterano Jacob (Gideon Glick), ha trasformato i teatri più prestigiosi del mondo in un campo di battaglia fatto di ambizione, sacrificio e coltelli affilati. Il finale di stagione non ha dichiarato un vincitore; al contrario, ha gettato benzina su un fuoco che promette di divampare nella già confermata seconda stagione.
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La prima stagione di "Étoile" si è chiusa in una tempesta perfetta di ambizione professionale e caos sentimentale, lasciando i suoi protagonisti in un equilibrio tanto precario quanto un passo falso sul palco.
Il finale non ha tirato le fila, ma le ha aggrovigliate ancora di più, mettendo in discussione alleanze, amori e carriere. Al centro di questo uragano c'è Jack McMillan, il presidente del Metropolitan Ballet Theater, le cui decisioni, dettate dal panico e dal dolore, hanno innescato una reazione a catena che promette scintille per la seconda stagione.
Il catalizzatore del dramma finale è la salute di Nicholas, mentore e direttore artistico, che precipita in un coma profondo. Per Jack, vedere l'amico e pilastro della compagnia in bilico tra la vita e la morte è un colpo devastante.
Messo sotto pressione dal consiglio per trovare un successore, Jack agisce d'impulso, spinto più dalla disperazione che dalla logica. In un momento di vulnerabilità, compie una mossa tanto audace quanto sconsiderata: offre il posto di Nicholas a Cheyenne Touissant, la talentuosa e indomabile étoile francese, il gioiello della corona che ha strappato a Parigi.
È un tentativo disperato di risolvere un problema, ma ne creerà di ben più grandi.
Questa decisione, presa senza consultare nessuno, è una pugnalata alle spalle per Geneviève, la presidente del Ballet National de Paris.
La loro relazione, nata tra rivalità e attrazione, aveva finalmente trovato un equilibrio. Scoprire che Jack ha offerto a Cheyenne un ruolo permanente a New York, di fatto rubandogliela per sempre, è un tradimento non solo professionale, ma personale.
Per Geneviève, perdere Cheyenne significa affrontare l'ira del suo consiglio e rischiare il posto. Quando Jack, consumato dal dolore, si rifiuta di ritrattare, lei innalza un muro, mettendo fine alla loro storia con parole gelide. La fiducia, costruita faticosamente, si sbriciola in un istante.
Mentre la sua vita sentimentale va in pezzi, Jack si ritrova a gestire una Cheyenne a sua volta in crisi. La ballerina, dopo una banale ma umiliante scivolata sul palco, vede crollare le sue certezze.
A questo si aggiunge la rottura con il partner, Gael, che la lascia con parole crudeli, accusandola di non avere spazio nel cuore per nient'altro che la danza. Per la prima volta, la corazza della diva impenetrabile si incrina, e rivela una profonda vulnerabilità.
È in questo stato di fragilità condivisa che lei e Jack si ritrovano. In una palestra vuota, lontani dai riflettori, entrambi mettono a nudo le loro ferite.
Il bacio che si scambiano non è un gesto di passione calcolata, ma il punto d'incontro di due anime alla deriva che cercano conforto l'una nell'altra. Un momento di debolezza che potrebbe trasformarsi in un legame inaspettato o, più probabilmente, in un'ulteriore, esplosiva complicazione.
E poi, l'ultimo, crudele scherzo del destino. Nicholas si risveglia. Il miracolo che Jack aveva tanto sperato si rivela la beffa finale.
La sua rinascita è una gioia immensa, ma rende la sua offerta a Cheyenne non solo inutile, ma estremamente imbarazzante.
Ora Jack si trova a dover gestire un pasticcio colossale: ha distrutto la sua relazione con Geneviève e creato un'aspettativa con Cheyenne per risolvere un problema che non esiste più. Il finale non chiude un cerchio, ma ne apre innumerevoli altri, lasciando Jack al centro di un potenziale triangolo amoroso e di una crisi diplomatica tra due dei più grandi teatri del mondo. La guerra del balletto è appena iniziata.