Jair Bolsonaro, ex presidente del Brasile e figura di spicco dell’estrema destra, è stato condannato a 27 anni e tre mesi di reclusione per aver pianificato un colpo di stato dopo la sconfitta elettorale del 2022. La sentenza storica della Corte Suprema lo esclude da ogni incarico pubblico fino al 2060 e segna un capitolo decisivo nella politica brasiliana.
Jair Messias Bolsonaro è nato il 21 marzo 1955 a Glicério, nello stato di San Paolo, in Brasile. La sua famiglia ha radici italiane e tedesche.
Bolsonaro ha intrapreso la carriera militare. Ha frequentato l’Academia Militar das Agulhas Negras, l’accademia dell’esercito brasiliano, e ha servito come ufficiale dell’artiglieria e paracadutista.
Negli anni ’80 si è distinto per la sua opposizione alle condizioni salariali dei militari, guadagnando così attenzione nazionale.
Sposato tre volte, ha cinque figli, alcuni dei quali sono politici attivi (tra cui Flávio, Carlos ed Eduardo Bolsonaro). L’attuale moglie è Michelle Bolsonaro, che ha sposato nel 2013.
Ha fatto il suo ingresso in politica nel 1988, quando è stato eletto consigliere comunale a Rio de Janeiro per il Partito Democratico Cristiano.
Nel 1991 è entrato alla Camera dei Deputati come rappresentante dello Stato di Rio de Janeiro e ha mantenuto la carica per sette mandati consecutivi fino al 2018.
Nel 2018 ha vinto le elezioni presidenziali presentandosi come “difensore della libertà”. Quella tornata elettorale è stata segnata, tra le altre questioni di politica domestica, dall’arresto del presidente Luiz Inácio Lula da Silva nell’aprile 2018. Il candidato del Partito dei Lavoratori, Fernando Haddad, ha sostituito Lula, senza però riuscire a battere il candidato dell’estrema destra.
Bolsonaro ha poi perso le elezioni presidenziali del 2022 al ballottaggio contro Lula e ha successivamente contestato la regolarità del voto. Le tensioni sono culminate l’8 gennaio 2023. I suoi sostenitori hanno preso d’assalto il palazzo presidenziale, il Congresso e la Corte Suprema della capitale Brasilia.
L’ex presidente brasiliano è stato condannato l’11 settembre 2025 a 27 anni e tre mesi di reclusione. Quattro giudici su un totale di cinque della Corte Suprema hanno dichiarato colpevole il leader dell’estrema destra di aver guidato una cospirazione volta a mantenere il potere in seguito alle elezioni del 2022, che hanno visto la vittoria del rivale di sinistra Luiz Inácio Lula da Silva.
Bolsonaro è il primo capo di stato nella storia del Brasile ad essere condannato per un tentato colpo di stato. Al momento della sentenza era già agli arresti domiciliari.
È stato riconosciuto colpevole di cinque capi d’accusa, tra cui quello di capo di un’“organizzazione criminale” per cospirare contro Lula.
La massima corte del Brasile ha inoltre posto un divieto a Bolsonaro di candidarsi a cariche pubbliche fino al 2060. Già nel 2023 l’ex presidente era stato escluso dalle elezioni fino al 2030 per aver diffuso informazioni infondate sul sistema elettorale del Paese prima delle elezioni del 2022. Con l’ultima sentenza, quindi, il politico non potrà più ottenere un incarico pubblico.
I legali di Bolsonaro hanno dichiarato che presenteranno ricorso contro la sentenza.
Al verdetto ha reagito prontamente il presidente americano, Donald Trump. Il tycoon ha paragonato la sentenza alla sua esperienza negli Stati Uniti, affermando che “è proprio quello che hanno cercato di fare con me. Ma non l’hanno fatta franca”.
Nelle settimane precedenti al verdetto, Trump aveva imposto dazi del 50 per cento sui prodotti brasiliani, definendo l’azione legale contro Bolsonaro una “caccia alle streghe”. Questa mossa è stata interpretata come una ritorsione politica per l’azione penale nei confronti dell’ex presidente brasiliano.