C'è una svolta, uno sviluppo inaspettato nel caso di Elena Vergari, la 47enne di Ladispoli scomparsa ormai vent'anni fa dalla sua abitazione. Nelle scorse ore, un inviato della trasmissione "Chi l'ha visto?" ha trovato delle ossa che potrebbero appartenerle in un campo non distante dal luogo del suo ultimo avvistamento, di cui si faceva menzione in una lettera anonima ricevuta dal programma. Saranno gli accertamenti medico-legali ora a fornire delle risposte. Risolvendo, forse, quello che ad oggi resta un giallo.
Le ossa sono state rinvenute in una zona di campagna a circa 700 metri dall'abitazione in cui Elena Vergari viveva con il marito e il figlio, in via Fratelli Cairoli, a Ladispoli. A portare sul posto l'inviato del programma Rai è stata una lettera anonima contenuta negli atti dell'indagine, che, oltre a descrivere dettagliatamente il terreno, indicava - con un disegno - l'area in cui cercare. Proprio lì, vicino a un tunnel, c'erano i resti, che dovranno ora essere sottoposti a una serie di esami, tra cui - ovviamente - l'analisi del Dna, per i cui esiti bisognerà aspettare qualche settimana.
L'inviato della trasmissione Rai "Chi l'ha visto?" mostra il luogo - segnalato nella missiva anonima - in cui sono state trovate delle ossa che potrebbero appartenere a Elena Vergari, scomparsa da Ladispoli nel 2005. Si tratta di una zona incolta, facilmente accessibile, ma mai perquisita in maniera approfondita prima d'ora.
Elena Vergari, 47 anni, scomparve nel nulla il 5 giugno 2005. Secondo il racconto del marito, Mauro Volpe, erano appena tornati a Ladispoli dopo aver trascorso una breve vacanza tra il lago di Martignano e Valtopina, in Umbria, dove avevano dormito in auto nei pressi di un campo sportivo.
Avevano litigato, prima in casa e poi all'esterno, per non farsi sentire dal figlio. Una discussione violenta, al termine della quale la donna, sempre stando alla versione dell'uomo, si era allontanata volontariamente.
L'ultima immagine che ne dà è di lei che se ne va a piedi lungo via Yvon de Begnac, per poi salire su una misteriosa Mercedes nera con targa straniera che passava di strada. Da quel momento, di lei si sono perse le tracce: nessuno l'ha più vista né sentita.
Cinque giorni dopo quella lite, attraverso un sms partito da una cabina telefonica pubblica situata proprio davanti alla casa di famiglia, il figlio della donna ricevette una sua presunta comunicazione. Che si trattasse di Elena, però, non è mai stato confermato.
le parole contenute nel messaggio. Parole controverse. Non solo per il contenuto, ma anche per il contesto: se davvero fosse stata Elena, trovandosi a pochi metri da casa, avrebbe potuto citofonare e incontrare direttamente il figlio. Sia lui che il fratello della donna non hanno mai creduto all'ipotesi della fuga.
Non era da lei, hanno più volte dichiarato. Eppure, nel 2017, le indagini aperte sulla sua sparizione sono state archiviate proprio per allontanamento volontario. Ora, dopo vent'anni dai fatti, la possibile svolta, che potrebbe portare a una risoluzione del giallo.
Se le ossa trovate dovessero appartenere davvero a Elena, molti interrogativi sopiti troverebbero una risposta. A quel punto, diventerebbe cruciale risalire all'identità dell'autore della missiva, che potrebbe avere un ruolo chiave nella vicenda.
I sospetti si concentrano sul marito della 47enne, mai formalmente indagato, ma finito più volte sotto i riflettori per via delle sue ricostruzioni contraddittorie. Per ora, però, si tratta appunto di sospetti. Maggiori certezze, se arriveranno, lo faranno attraverso gli accertamenti in corso.