Dmitry Medvedev torna ad alzare i toni contro l’Occidente. Dopo l’abbattimento di droni russi da parte della Polonia e l’annuncio di una nuova missione NATO per rafforzare il fianco orientale, Medvedev ha avvertito che la creazione di una no-fly zone sull’Ucraina o l’autorizzazione ad abbattere droni russi equivarrebbero a dichiarare guerra alla Russia. Le sue parole arrivano in un contesto di tensione crescente tra Mosca e l’Alleanza atlantica.
L'ex presidente e attuale vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha risposto con toni durissimi all’ipotesi che i paesi alleati della Nato possano abbattere i droni russi. Ha evidenziato che la possibilità di un’azione simile, o l’introduzione di una no-fly zone sull’Ucraina, significherebbe una guerra diretta tra l’Alleanza Atlantica e la Russia.
Le parole di Medvedev arrivano in un momento di alta tensione internazionale. La mattina del 10 settembre la Polonia ha annunciato che droni russi hanno violato lo spazio aereo nazionale. Secondo le autorità polacche, sono state accertate 19 violazioni, una segnalazione che Varsavia considera diversa rispetto ai precedenti episodi isolati.
Le preoccupazioni dei paesi membri si concentrano sull’ipotesi di un conflitto più esteso che potrebbe colpire il fianco orientale della Nato. Il 12 settembre, durante una conferenza stampa, il segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte, ha annunciato il lancio di una nuova missione per rafforzare la difesa di quest’area. Francia, Germania, Regno Unito e Danimarca hanno già confermato il loro contributo.
In meno di una settimana anche un altro paese della Nato, la Romania, ha segnalato un’incursione nel proprio spazio aereo, dichiarando il 14 settembre di aver “rilevato e tracciato” un drone. Questi episodi dimostrano che la pressione si estende oltre la Polonia e riguarda l’intero fianco orientale dell’Alleanza.
Le dichiarazioni di Medvedev sono arrivate come risposta al ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski. In un’intervista ai media tedeschi, Sikorski ha sollecitato un’accelerazione dei preparativi per la difesa, sottolineando che non basta raddoppiare la spesa militare ma occorre impiegare le risorse “con saggezza”.
Il commento che l’ex presidente ha maggiormente contestato è l’ipotesi di una no-fly zone sull’Ucraina. Sikorski ha affermato che Nato e Unione Europea potrebbero istituirla e che la questione era già stata discussa durante la presidenza di Joe Biden.
“La protezione della nostra popolazione, ad esempio, dalla caduta di detriti, sarebbe ovviamente maggiore se potessimo combattere droni e altri oggetti volanti oltre il nostro territorio nazionale. Se l’Ucraina ci chiedesse di abbatterli sul suo territorio, ne saremmo avvantaggiati”, ha dichiarato, pur ricordando che ogni decisione richiederebbe il consenso degli alleati.
Con il suo consueto linguaggio diretto, Medvedev ha scritto il 15 settembre su Telegram:
E ha concluso:
Le parole di Medvedev, unite agli ultimi sviluppi, riflettono la crescente tensione tra Mosca e l’Alleanza atlantica.
Dopo l’inizio della guerra in Ucraina, molti paesi della sponda est della Nato, tra cui Lituania, Lettonia e Polonia, hanno già rafforzato in modo significativo le proprie misure di sicurezza, segnalando un clima sempre più instabile lungo il confine orientale dell’Europa.
Le parole di Medvedev, insieme agli ultimi sviluppi militari e diplomatici, evidenziano una crescente escalation di tensione tra la Russia e l’Alleanza Atlantica. L’Europa orientale rimane al centro delle preoccupazioni, mentre i paesi della Nato intensificano le proprie misure di sicurezza per prevenire qualsiasi escalation e tutelare la stabilità regionale.