Quando pensiamo a "Jumanji" la mente corre subito al cult anni '90 con Robin Williams e una piccolissima Kirsten Dunst, ma negli ultimi anni la saga ha trovato nuova linfa con i sequel targati Sony.
Dopo il successo di "Jumanji: Welcome to the Jungle", il 2019 ha portato in sala "Jumanji: The Next Level", diretto da Jake Kasdan e con un cast stellare: Dwayne Johnson, Jack Black, Kevin Hart, Karen Gillan, Alex Wolff, Madison Iseman, Ser’Darius Blain e persino Nick Jonas - così, giusto per non farsi mancare nessuno - a cui si sono aggiunti Awkwafina, Danny DeVito e Danny Glover.
Un mix di avventura, comicità e nostalgia che ha incassato più di 800 milioni di dollari nel mondo. Ma come finisce davvero questo sequel del sequel? E dove sono state girate le spettacolari location che ci hanno fatto viaggiare tra deserti, ghiacciai e giungle lussureggianti? Preparati: stiamo per entrare nel cuore del gioco.
Uno dei punti di forza di "Jumanji: The Next Level" è senza dubbio l’uso delle splettacolari location. Le riprese principali si sono svolte tra gennaio e maggio 2019, portando la troupe in giro per mezzo mondo. Ma scopriamo dove di preciso:
La partenza è in Atlanta e Georgia: gran parte delle scene invernali sono state girate nei Blackhall Studios e nella cittadina di Newnan, trasformata in Brantford, New Hampshire. Qui è stato ricreato il ristorante "Nora’s", fulcro delle scene iniziali e finali. Alcune riprese hanno coinvolto anche la Georgia State University e la cava di Lithonia, usata per la sequenza con i cammelli.
New Mexico fa seconda tappa: lo spettacolare monolite Shiprock, sacro alla Navajo Nation, è lo sfondo di una delle scene più intense, mentre le dune di sabbia di Algodones in California hanno dato vita all’inseguimento mozzafiato con gli struzzi.
In Canada, il Monte James Walker, tra le Montagne Rocciose dell’Alberta, è stato usato per girare le sequenze sul ghiacciaio, poi arricchite da CGI per trasformarlo nella fortezza di Jurgen il Brutale. La maestosità delle montagne canadesi aggiunge epicità all’avventura.
Hawaii: impossibile non citare Oahu e la Waimea Valley, già viste in "Welcome to the Jungle". Qui la troupe è tornata per le scene nella giungla, tra cascate spettacolari e vegetazione tropicale.
La Cina, invece è servita da ispirazione visiva: anche se non girate davvero lì, alcune sequenze con i ponti sospesi e i mandrilli si ispirano alle formazioni rocciose del Zhangjiajie National Forest Park, rese vive grazie alla CGI.
Insomma, un vero giro del mondo che rende "The Next Level" visivamente ricchissimo e mai monotono.
Sono passati due anni dalle avventure in "Welcome to the Jungle". Spencer, Martha, Fridge e Bethany hanno intrapreso la vita universitaria, ma le distanze e i nuovi impegni hanno raffreddato un po' il gruppo. Spencer, però, non riesce a lasciar andare il brivido che provava nei panni del suo avatar, il carismatico Dr. Smolder Bravestone. Così, spinto da insicurezze e desiderio di sentirsi "più forte" di quanto sia nella vita reale, decide di rimettere mano alla console di Jumanji.
Ed è qui che iniziano i guai: Spencer sparisce nel gioco. I suoi amici, preoccupati, corrono a cercarlo e finiscono risucchiati anche loro. Ma stavolta non entrano solo i soliti: con loro ci sono il nonno Eddie (Danny DeVito) e il suo vecchio amico Milo (Danny Glover), che si ritrovano catapultati in avatar improbabili. La confusione è totale: Martha è di nuovo Ruby Roundhouse, ma Fridge si ritrova nel corpo del professor Oberon, Eddie finisce nei panni di Bravestone e Milo diventa Mouse Finbar. Il caos regna sovrano.
La missione del gioco questa volta è recuperare il Falcon Jewel, il gioiello rubato dal malvagio Jurgen il Brutale, e riportare l’acqua nelle terre di Jumanji, colpite da una terribile siccità. Nel percorso il gruppo affronta nuove minacce: un branco di struzzi impazziti, trappole mortali, ponti sospesi invasi da mandrilli e ambientazioni sempre più estreme. Spencer, intanto, compare con un nuovo avatar, Ming Fleetfoot (Awkwafina), una ladra agile e imprevedibile che aggiunge pepe alla squadra.
La dinamica comica tra i personaggi è irresistibile: Eddie che non capisce il concetto di "vite limitate", Milo che parla troppo lentamente per dare istruzioni utili, Fridge frustrato dal corpo sbagliato. Ma, tra una risata e l’altra, emergono anche temi più profondi: la malattia di Milo, l’invecchiamento, la paura di non essere più utili.
Dopo mille peripezie e cambi di avatar, il gruppo riesce finalmente ad arrivare alla roccaforte di Jurgen. Lo scontro finale è epico: Spencer, tornato nei panni di Bravestone, affronta il villain mentre gli altri collaborano per recuperare il Falcon Jewel. Cyclone, il cavallo in cui si è trasformata Bethany, rivela la sua natura alata e, insieme a Eddie, porta il gioiello in alto nel cielo. Gridando il nome "Jumanji", la missione viene completata e il gioco è vinto.
Ma qui arriva il colpo al cuore: Milo, malato terminale nella vita reale, decide di restare nel gioco sotto forma di cavallo alato. È un addio dolce-amaro, che segna la riconciliazione con Eddie e lascia un velo di malinconia. Tutti gli altri tornano nel mondo reale: Spencer ritrova il coraggio e la fiducia in sé stesso, Martha e gli amici riscoprono il loro legame e Eddie trova nuova linfa vitale tornando a lavorare al ristorante "Nora’s".
Eppure, la storia non si chiude davvero. Nella scena a metà dei titoli di coda, un tecnico accende per sbaglio la console e gli struzzi di Jumanji finiscono nel mondo reale. Spencer, Martha, Bethany e Fridge li vedono correre davanti al ristorante, lasciando intendere che la prossima avventura sarà ancora più folle: Jumanji che invade la nostra realtà.
Un cliffhanger perfetto che ha già acceso l’hype per il sequel, atteso nelle sale nel dicembre 2026.