16 Sep, 2025 - 16:51

Beauty in Black 2, la spiegazione del finale della parte 1

Beauty in Black 2, la spiegazione del finale della parte 1

Ormai il nome di Tyler Perry è sinonimo di un marchio di fabbrica inconfondibile: un mix audace di dramma familiare, intrigo aziendale e colpi di scena talmente esagerati da sfiorare il sublime.

La sua ultima creatura per Netflix, "Beauty in Black", non fa eccezione, e il finale della prima parte della seconda stagione, rilasciato l'11 settembre, è la dimostrazione più sfacciata del suo metodo.

Più che un semplice punto di arresto narrativo, l'episodio è un'esplosione di faide, minacce e, letteralmente, sangue.

Tutto questo lascerà gli spettatori in un vortice di domande che solo un maestro del caos controllato come Perry sa orchestrare.

Come finisce la prima parte della seconda stagione di Beauty in Black

La serie, fin dal suo esordio, ha costruito le sue fondamenta su un conflitto classico: l'outsider che si infiltra in una dinastia potente e corrotta. Kimmie (una magnetica Taylor Polidore Williams), ex ballerina di night club coinvolta in un giro di traffico di esseri umani legato alla famiglia Bellarie, ha accettato la proposta di matrimonio del patriarca malato di cancro, Horace (Ricco Ross).

Non un gesto d'amore, ma una mossa strategica di Horace per punire la sua stessa famiglia, consegnando le redini dell'impero della bellezza a colei che ne conosce i segreti più oscuri.

Il finale di metà stagione non si limita a portare avanti questa premessa; la fa detonare.

Analizziamo i tre cliffhanger principali che definiscono la genialità sfacciata di questo thriller sentimentale.

La presa del potere: Kimmie, la regina spietata

Il fulcro della seconda stagione è l'ascesa ufficiale di Kimmie al ruolo di COO di Beauty in Black. Lungi dall'essere una pedina intimidita, Kimmie dimostra fin dal primo giorno di essere una giocatrice machiavellica.

La scena della riunione con il clan Bellarie al completo è un capolavoro di tensione. Con una freddezza calcolata, liquida le loro strategie di marketing come "obsolete" e annuncia piani drastici: spostare la produzione in Cina e tagliare i legami con le attività locali per concentrarsi sull'online.

Ma il vero affondo arriva quando rivela di essere a conoscenza delle loro società di comodo, usate per intascare tangenti.

In un solo colpo, Kimmie non si limita a prendere il controllo operativo; dichiara guerra, dimostrando di conoscere le fondamenta marce su cui poggia la ricchezza della famiglia.

La sua performance non è quella di un'usurpatrice, ma di una regina che reclama un trono che sente già suo e che lascia i suoi avversari umiliati e furiosi.

Fantasmi del passato e minacce future: lo scontro con Jules

Parallelamente a questa faida aziendale, Perry riapre la ferita più purulenta della serie: il passato criminale che lega Kimmie alla famiglia. Il confronto tra Kimmie e Jules (Charles Malik Whitfield), il capo della sicurezza e complice nel traffico di esseri umani, è carico di una violenza psicologica palpabile.

Nel suo nuovo ufficio, Kimmie lo umilia fisicamente, costringendolo a chiamarla "Signora Bellarie".

Jules tenta di ribaltare la situazione, minacciando di usare le informazioni che ha su di lei, inclusi gli omicidi che ha commesso per legittima difesa. La risposta di Kimmie è emblematica del suo personaggio: "Sono il tipo di stronza che brucerebbe la casa con me dentro solo per arrivare a un nemico".

Per rimarcare il concetto, alza il tiro in un modo tipicamente "perryano": chiama la moglie di Jules e si autoinvita a cena, menzionando esplicitamente i loro figli. La minaccia non è più solo professionale; diventa personale, viscerale.

Questo scontro prepara il terreno per il colpo di scena più tragico dell'episodio. In un incidente quasi grottesco, l'amica di Kimmie, Rain, ferisce gravemente il figlio di Jules, Glen, scambiando un incontro romantico per un'aggressione.

La lotta tra Kimmie e Jules ha ora una vittima innocente. Ci sarà una vendetta di sangue?

Il grottesco arriva con la scena della motosega, che poteva essere evitata

Se i primi due cliffhanger si muovono sui binari del thriller psicologico e del dramma familiare, l'ultimo deraglia deliberatamente nell'horror più sconvolgente e ridicolo.

Charles (Steven G. Norfleet), l'altro figlio della dinastia, viene scoperto dall'avvocato di famiglia, Varney (Terrell Carter), mentre sta facendo a pezzi tre cadaveri con una motosega nel suo salotto.

È una scena che sfida ogni logica e buon gusto, un'immagine talmente sopra le righe da diventare quasi comica nel suo orrore.

Questa sottotrama, che coinvolge una rapina finita male, serve a dipingere il ritratto di una famiglia non solo corrotta, ma anche tragicamente incompetente.

Mentre Kimmie si muove con precisione chirurgica, i Bellarie annegano nel caos che loro stessi hanno creato. L'arrivo finale di tre aggressori mascherati che si fingono poliziotti, mentre Charles e Varney sono coperti di sangue, chiude l'episodio su una nota di pura anarchia.

Beauty in Black è una una soap opera sotto steroidi, un thriller che abbraccia la sua stessa assurdità e, così facendo, diventa un intrattenimento irresistibile e spudoratamente avvincente. Non sarebbe di Tyler Perry se non fosse esagerata.

Per vedere la seconda parte dovremo attendere fine 2025.

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