L’ex ambasciatrice Elena Basile, intervenuta al convegno “L’implosione dell’Occidente” organizzato dalla Commissione DuPre, ha lanciato un monito:
"La Nato si sta preparando… tra cinque o sei anni, sarebbe anche possibile una guerra".
Secondo Basile, la crescente retorica bellicista non è più solo un artificio politico, ma il segnale di una strategia più profonda.
Per Basile, si vive una fase in cui “l’escalation della propaganda ha raggiunto toni tali da far pensare che non sia più strumentale solo alla bolla speculativa”.
“Le nostre classi dirigenti hanno bisogno di creare un clima di timore per giustificare un debito da 800 miliardi per le armi”, ha spiegato, collegando queste politiche a possibili tagli a sanità, istruzione e altri beni comuni. Ha citato episodi che, a suo avviso, vanno letti come indizi: i droni caduti in Polonia, i discorsi istituzionali “dai toni isterici”. Tutti segnali che, secondo Basile, mostrano come l’Alleanza atlantica stia prevedendo un conflitto in futuro.
Basile ha poi ricostruito il percorso che, a suo giudizio, ha portato all’attuale squilibrio. Ha legato questa tensione all’erosione del sistema nato dopo il 1945:
Secondo lei, il Consiglio di Sicurezza ONU, pur con limiti, aveva spesso temperato i conflitti; dagli anni Novanta, invece, "il sistema onusiano è stato sostituito dalla Nato", citando i bombardamenti su Belgrado come prima azione “chiaramente contraria al diritto internazionale” e le guerre di “esportazione della democrazia”.
Passando all’analisi economica, Basile descrive l’Unione Europea come "cinghia di trasmissione tra la finanza e le popolazioni degli stati nazionali". Con il Trattato di Maastricht, sostiene che il neoliberismo è stato codificato.
Ha richiamato l’attenzione sulle diseguaglianze: "lo stato sociale viene creato dal debito, cioè dal prestito che i centri capitalistici che evadono le tasse", una dinamica che avrebbe ampliato il divario tra ricchi e poveri.
Secondo l’ex ambasciatrice, l’Europa non è più autonoma neppure sul piano valutario:
Nel frattempo, "il baricentro del potere mondiale si è spostato in Asia, come dimostrano i dati demografici", ridimensionando il peso politico ed economico dell’Occidente.
Nella parte finale del suo intervento, Basile ha messo a confronto le due crisi che dominano l’attualità.
Per l’ex ambasciatrice, il conflitto in Medio Oriente mostra la doppia morale delle potenze occidentali:
Pur definendo l’invasione russa una violazione dell’integrità territoriale, Basile sostiene che l’Ucraina fosse già "uno stato non sovrano, venduto a interessi stranieri". Ha citato la mancata autonomia linguistica delle popolazioni russofone, che a suo giudizio rappresentano una violazione del principio europeo di autodeterminazione.
Basile vede in queste contraddizioni la prova che l’Occidente non agisce realmente in difesa del diritto internazionale.