Sostituire una caldaia può rappresentare una spesa importante, spesso scoraggiante per molte famiglie. Eppure, grazie al Conto Termico, il costo dell’intervento può ridursi in modo consistente e in tempi rapidi, senza dover attendere anni di detrazioni fiscali.
Il contributo, infatti, copre fino al 65% della spesa sostenuta e viene accreditato direttamente sul conto corrente, senza vincoli legati alla dichiarazione dei redditi.
Ma chi eroga il contributo? Come funziona nel dettaglio il Conto Termico e quali impianti rientrano nel beneficio? Inoltre, quali sono i tempi di rimborso e quali documenti servono per presentare la domanda?
Intanto, per un approfondimento tecnico sull'argomento, vi lasciamo alla visione della video-guida YouTube di DinamoTech.
Il Conto Termico è un incentivo gestito dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) che ha l’obiettivo di favorire la sostituzione di impianti obsoleti con sistemi ad alta efficienza e a basso impatto ambientale. A differenza delle detrazioni fiscali previste dai bonus edilizi, non si tratta di una riduzione dell’imposta sul reddito ma di un contributo diretto che viene erogato in tempi brevi.
Il confronto con il bonus ristrutturazioni è immediato. Con quest’ultimo lo sconto è pari al 50% della spesa e la restituzione avviene in dieci rate annuali, subordinate alla capienza fiscale del contribuente.
Con il Conto Termico, invece, l’aliquota arriva al 65% e il rimborso non dipende dal reddito, né dal tipo di abitazione, perché è valido sia per la prima che per la seconda casa. Inoltre, con le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025, la convenienza cresce ancora di più, visto che le aliquote dei bonus edilizi ordinari scenderanno rispettivamente al 36% e al 30%.
Il beneficio è riconosciuto per interventi di piccole dimensioni, come stabilito dal Decreto 4 agosto 2025 che ha dato vita al cosiddetto Conto Termico 3.0, e riguarda soprattutto l’efficientamento energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Uno degli aspetti più rilevanti per chi valuta l’opportunità è capire quali caldaie o impianti siano ammessi all’incentivo. Il meccanismo non copre qualsiasi sostituzione, ma si concentra su sistemi ad alta efficienza e alimentati da fonti rinnovabili.
Le soluzioni che possono beneficiare del rimborso sono:
Sono esclusi gli impianti alimentati esclusivamente a gas, comprese le caldaie a condensazione, se non integrate in sistemi ibridi con pompe di calore. È bene sottolineare che il contributo è riconosciuto solo per sostituzioni e non per nuove installazioni. In altre parole, occorre dismettere un impianto esistente e sostituirlo con una tecnologia rientrante nei requisiti stabiliti.
La percentuale di rimborso rimane invariata al 65% indipendentemente dal tipo di immobile in cui viene installato l’impianto. Una condizione che rende il Conto Termico molto più lineare e vantaggioso rispetto ad altri strumenti fiscali, spesso legati alla destinazione d’uso della casa.
Uno dei punti di forza del Conto Termico è la rapidità dei pagamenti. Non occorre attendere anni per recuperare l’investimento, come avviene con le detrazioni fiscali. Il GSE eroga il contributo direttamente sul conto corrente del beneficiario entro 60 giorni dal termine dell’intervento, purché la documentazione sia completa e conforme.
Se l’importo del contributo supera i 5.000 euro, il pagamento può essere suddiviso in due rate annuali. Al di sotto di questa soglia, l’accredito avviene sempre in un’unica soluzione.
Questo aspetto rappresenta un elemento decisivo per famiglie e imprese che desiderano ridurre subito l’esborso iniziale senza dover anticipare capitali consistenti.
La domanda deve essere presentata esclusivamente online attraverso il portale del GSE, allegando i documenti richiesti, tra cui:
In caso di scelta di apparecchi già presenti nell’elenco pubblicato dal GSE, non è necessario fornire ulteriori certificazioni, poiché tali impianti sono già stati verificati e rispondono ai requisiti richiesti.