18 Sep, 2025 - 15:26

Liliana Resinovich, cosa c'era nel cellulare regalato da Visintin a un'amica? Disposti accertamenti

Liliana Resinovich, cosa c'era nel cellulare regalato da Visintin a un'amica? Disposti accertamenti

Proseguono le indagini per fare luce sulla misteriosa morte di Liliana Resinovich, la 63enne trovata senza vita nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico "San Giovanni" di Trieste il 5 gennaio 2022. La Procura - che ha da poco riaperto il caso con l'ipotesi di reato di omicidio - ha disposto accertamenti tecnici irripetibili sul cellulare che Sebastiano Visintin, al momento unico indagato, regalò a un'amica un anno dopo la scomparsa della moglie, datata 14 dicembre 2021. Ecco cosa sappiamo.

Disposti accertamenti sul cellulare regalato da Visintin a un'amica

Il cellulare in questione, un Samsung, fu regalato da Visintin a un'amica, la youtuber Paola Calabrese - nota per occuparsi di casi di cronaca - nel 2022. 

Nel settembre 2023, quando la donna fu convocata dagli investigatori della Squadra mobile - che raccolsero la sua testimonianza -, spiegò di aver pensato che fosse un telefono rigenerato, poiché privo di dati. 

Salvo poi scoprire, "ascoltando un altro youtuber", che quel dispositivo era stato usato in precedenza dallo stesso Sebastiano", e poteva dunque essere utile alle indagini. Lo riporta il quotidiano triestino Il Piccolo. 

L'obiettivo degli inquirenti - che dopo averlo sequestrato vogliono ora esaminarlo - è chiarire se possa contenere elementi di rilievo. Al momento, infatti, Sebastiano è l'unico indagato per la morte della moglie. 

I misteriosi video cancellati dalla GoPro

L'uomo, che ha sempre sostenuto di essere estraneo ai fatti, ha rilasciato nel tempo dichiarazioni contraddittorie, alimentando i sospetti su un suo possibile coinvolgimento.

Di recente, poi, la polizia postale ha scoperto la cancellazione dei filmati presenti nella scheda di memoria della GoPro che usò proprio la mattina della sparizione della 63enne.

Filmati che avrebbero rappresentato, secondo la stessa versione dell'uomo, il suo alibi. Quel giorno, infatti, Visintin era uscito per un giro in bicicletta sul Carso, documentando tutto con la videocamera.

A destare particolare sospetto è il fatto che la cancellazione risalga al 13 giugno 2023, giorno in cui il gip di Trieste respinse l'archiviazione del caso, disponendo nuove indagini. 

Interrogato dai giornalisti, Visintin ha dichiarato che la GoPro gli era stata restituita dalla Procura dopo i dovuti controlli e che quindi non avrebbe avuto senso mantenere i dati in memoria.

In alto il servizio mandato in onda dalla trasmissione Rai "Porta a Porta" il 9 settembre 2025. Sebastiano Visintin, al momento unico indagato per l'omicidio della moglie Liliana Resinovich, spiega al giornalista Bruno Vespa perché cancellò i filmati della GoPro. 

La scomparsa di Liliana Resinovich e le indagini

Restano i dubbi. Liliana Resinovich, 63 anni, scomparve dalla sua abitazione il 14 dicembre 2021. Per settimane fu cercata ovunque; poi, il 5 gennaio 2022, il suo corpo emerse tra i rovi del boschetto dell'ex ospedale psichiatrico "San Giovanni".

Era avvolto in due grandi sacchi neri dell'immondizia, con la testa chiusa in due sacchetti più piccoli. Una circostanza anomala, nonostante la quale, chi indagava, si convinse subito che la donna si fosse suicidata. 

Solo dopo gli appelli dei familiari per la verità il caso è stato riaperto con l'ipotesi omicidio. Secondo gli investigatori, sarebbe stato Visintin ad uccidere Liliana, aggredendola nel luogo del ritrovamento per poi soffocarla.

Il movente sarebbe legato alla relazione che la 63enne aveva con l'amico di lunga data Claudio Sterpin, che in sede di incidente probatorio, lo scorso giugno, ha riferito - come già aveva fatto in passato - che la donna era in procinto di trasferirsi da lui. 

Per capire se si sia davvero giunti a una svolta, sarà necessario attendere i risultati degli esami riguardanti alcuni dei reperti sequestrati sulla scena del crimine, comprese le fibre tessili ritrovate sul cadavere, non riconducibili agli indumenti della vittima. La prossima udienza, riporta l'Ansa, è stata fissata per il 30 marzo.

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