Bocciati no, forse rimandati. I progetti del ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sulla scuola sono sbattuti contro il "muro" del Consiglio di Stato. Il titolare del dicastero ha espresso chiaramente la volontà di evitare ogni riferimento alla "bocciatura" in merito alle nuove Indicazioni nazionali, la riforma dei programmi scolastici elaborata con una commissione di esperti per oltre un anno. Tuttavia, il Consiglio di Stato ha sospeso il parere consultivo sul provvedimento, chiedendo ulteriori documenti e precisazioni. Tra le richieste vi sono anche la revisione dei costi e la correzione di refusi presenti nel testo, nonché chiarimenti sulla reale necessità di riformare le attuali indicazioni, alla luce della documentazione già inviata dal ministero.
I rilievi che hanno portato alla sospensione del giudizio da parte del presidente Luciano Barra Caracciolo riguardano soprattutto alcune incongruenze con atti europei, citate dal ministero come motivo per la riforma, e l’assenza di dettagli sulle presunte criticità normative, amministrative, economiche, sociali e territoriali che il testo indica. Il Consiglio di Stato ha anche sottolineato come la formulazione scelta dal ministero per spiegare la riforma, che parla di "rigenerazione del paradigma formativo" volto a promuovere autonomia critica, responsabilità individuale e partecipazione civica.
Tra le altre criticità evidenziate dai giudici vi sono errori e refusi nel testo, nonché la mancata considerazione delle osservazioni precedenti del Consiglio superiore della pubblica istruzione. In particolare, il Consiglio aveva suggerito modifiche sulla disciplina della storia e sul latino alle medie, sottolineando come la nuova impostazione rischiasse di ampliare le differenze tra studenti e di creare problemi per l’insegnamento da parte di docenti non sempre abilitati. Inoltre, i giudici hanno segnalato l’assenza di una stima dei costi necessari per la riscrittura dei libri di testo e l’adeguamento ai nuovi programmi.
Si tratta di passaggi importanti delle riforme annunciate dal ministero dell'Istruzione e che avrebbero dato un forte impatto ai programmi scolastici nei prossimi anni. Per ora non si può parlare di uno stop definitivo ma il parere del Consiglio di Stato pesa sul futuro dei progetti del ministero.
Nonostante la sospensione del parere rappresenti un rallentamento, il ministero ha chiarito che si tratta di un passaggio interlocutorio, volto a fornire ulteriori dati e informazioni per completare la documentazione. La replica sottolinea che il parere non costituisce una "bocciatura", ma fa parte del normale confronto tra organi consultivi e amministrazioni regolamentari. Il ministro dell'Istruzione Valditara ha infatti chiarito:
In questa prospettiva, la Cgil ha invitato il ministro a cogliere l’occasione per operare una revisione seria del testo e ad aprire il dibattito sulle modifiche alle Indicazioni nazionali coinvolgendo concretamente le scuole, già abbondantemente contestato dalle parti sociali legate al mondo dell'istruzione. Solo qualche giorno fa, in esclusiva a Tag24, il coordinatore nazionale di Uds Tommaso Martelli ha parlato delle indicazioni nazionali definendole "reazionarie".
Nella giornata di oggi la coordinatrice del sindacato studentesco Rete degli Studenti Medi del Lazio, Bianca Piergentili, ha parlato in esclusiva a Tag24. "Noi ci siamo sempre dichiarati contrari alle indicazioni del ministro Valditara" ha spiegato, "viviamo questo non parere del Consiglio di Stato come un'ulteriore conferma su come siano controproducenti queste nuove indicazioni sui programmi scolastici". Non mancheranno questo autunno le date di mobilitazione: la prima tappa è il 18 ottobre che vedrà in piazza studenti e personale scolastico, c'è poi il 14 novembre che vedrà al centro temi riguardanti gli investimenti sulla scuola e vedrà al centro temi che riguardano maggiormente la popolazione studentesca.
Secondo Piergentili, le riforme di Valditara puntano a "creare una scuola ideologica e competitiva". La coordinatrice di Rete degli Studenti Medi del Lazio pone l'accento poi sull'importanza di reindirizzare le risorse destinate alle spese militari (il 5% del Pil in difesa, come stabilito nel vertice della Nato all'Aja a giugno) sulla scuola pubblica: "Per avere un Paese diverso, bisogna investire sulla scuola e sulle nuove generazioni partendo dall'ascolto di queste ultime; le riforme di Valditara non nascono dall'ascolto di chi frequenta la scuola, ci lavora o ci studia" conclude Piergentili.