19 Sep, 2025 - 19:39

Chi era Antonietta Rocco, la donna trovata morta in casa a Latina: è giallo su un possibile omicidio

Chi era Antonietta Rocco, la donna trovata morta in casa a Latina: è giallo su un possibile omicidio

Una porta socchiusa, la casa avvolta nel silenzio, completamente a soqquadro, poi l'orrore. È iniziato così il venerdì della giovane badante che tutti i giorni assisteva Antonietta Rocco, 63 anni, trovata senza vita sul letto della sua abitazione in via Muzio Scevola, nella zona Campo Boerio di Latina, in una pozza di sangue. Una scena che ha fatto subito scattare l'allarme degli investigatori, che indagano ora per omicidio. 

Antonietta Rocco trovata morta in casa a Latina: ecco chi era

Antonietta Rocco aveva 63 anni e viveva da sola in un appartamento al piano terra di una palazzina parzialmente disabitata, in un quartiere periferico della città di Latina.

Affetta da gravi problemi di vista e con difficoltà motorie, non sposata e senza figli, era seguita ogni giorno da una giovane badante, che, oltre ad accudirla, le faceva compagnia. Di notte però restava sola.

Secondo i vicini di casa, era una persona riservata, gentile, che non dava mai fastidio. "Qualche volta lasciava la porta aperta per il caldo", ha raccontato un residente al Corriere della Sera.

Una circostanza che - qualora confermata anche per la notte tra giovedì e venerdì - potrebbe aver facilitato l'ingresso del responsabile o dei responsabili della sua morte.

La scoperta del corpo e i rilievi della polizia scientifica

La scoperta è stata fatta nella mattinata del 19 settembre, proprio dalla badante, che una volta entrata in casa - dopo aver notato il cancelletto aperto e la porta socchiusa - ha trovato tutto sottosopra.

L'appartamento era pieno di oggetti sparsi alla rinfusa, completamente a soqquadro, come se qualcuno vi avesse cercato qualcosa con fretta. Sul letto, coperta di sangue, c'era Antonietta, già priva di vita. Al loro arrivo, i sanitari del 118 non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. 

Dopo la segnalazione, sul posto sono intervenuti anche gli agenti della Squadra mobile, gli esperti della polizia scientifica e il medico-legale Maria Cristina Setacci. A rilievi conclusi, la pm di turno, Martina Taglione, ha disposto il sequestro della salma.

Le indagini ora procedono con l'ipotesi di reato di omicidio. Sul cadavere della 63enne, infatti, sarebbero state trovate lesioni compatibili con un'aggressione. Sulla loro natura, così come sull'orario del decesso, si esprimerà l'autopsia. 

Indagini in corso: tra le ipotesi quella di una rapina finita male

Per chiarire la dinamica dell'accaduto, gli inquirenti hanno analizzato anche le aree esterne dell'edificio, cercando eventuali telecamere di videosorveglianza che possano aver ripreso movimenti sospetti. 

Ma hanno anche avviato un approfondito lavoro di ascolto e verifica, convocando non solo la badante, ma anche i familiari della vittima e alcuni conoscenti. L'obiettivo è ricostruire con precisione le sue ultime ore di vita.

E capire se qualcuno possa aver visto qualcosa di importante: un dettaglio, un volto, un elemento che potrebbe rivelarsi decisivo. Non si esclude - al momento - tra le ipotesi, quella di una rapina finita male.

Il riserbo, da parte di chi conduce le indagini, è massimo. Intanto, è allarme in città, dove, nel giro di poche settimane, si sono registrati diversi episodi violenti, tra cui l'esplosione di una serie di ordigni nell'ambito di faide di droga.

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha parlato di "segnale allarmante", annunciandol'arrivo di 300 nuove telecamere da installare in luoghi cruciali. Notizia poi rilanciata dal Comune. Per Antonietta, però, è troppo tardi.

Sgomenta la comunità, già alle prese con l'insopportabile ferita lasciata dalla scomparsa di Paolo Mendico, il 14enne vittima di bullismo morto suicida nella sua cameretta.

Anche nel suo caso la Procura ha aperto un fascicolo, avviando accertamenti su una possibile istigazione al gesto estremo. Nel mirino di chi indaga, in particolare, i giovani che - secondo i genitori del ragazzo - lo avrebbero per anni vessato. 

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