20 Sep, 2025 - 11:07

Pasquale Di Vita, Ciro Minopoli e Antonio Diodato: chi erano le vittime dell’esplosione a Marcianise

Pasquale Di Vita, Ciro Minopoli e Antonio Diodato: chi erano le vittime dell’esplosione a Marcianise

Un boato improvviso, sordo. Un'esplosione che ha squarciato il silenzio del primo pomeriggio, portandosi via tre vite in pochi attimi. Nell'area industriale di Marcianise, in provincia di Caserta, il 19 settembre scorso si è consumata l'ennesima tragedia sul lavoro. Tre, in totale, le vittime: il titolare della ditta "Ecopartenope", Pasquale Di Vita, e i due operai Ciro Minopoli e Antonio Diodato. Ecco chi erano.

Chi erano le tre vittime dell'esplosione a Marcianise

Le tre vittime si chiamavano Pasquale Di Vita, Ciro Minopoli e Antonio Diodato e avevano rispettivamente 51, 60 e 50 anni. Tutti originari delle zona occidentale di Napoli, tra i quartieri di Fuorigrotta e Soccavo, lavoravano da tempo nell'area industriale di Marcianise, per la ditta Ecopartenope Srl, specializzata nel trattamento e nello stoccaggio di rifiuti speciali.

Di Vita ricopriva il ruolo di amministratore unico, ma - secondo chi lo conosceva - non era raro vederlo affiancare i dipendenti anche lei lavori più operativi. Il giorno dell'incidente stava partecipando a un intervento di saldatura per l'installazione di una sonda su un silos contenente oli esausti. Con lui c'erano Minopoli, responsabile della sicurezza aziendale, e Diodato, operaio esperto.

Cosa sappiamo finora dell'incidente sul lavoro

Secondo le prime ricostruzioni, i tre - da anni impiegati nel settore, ricordati come lavoratori affidabili e instancabili, molto legati alle famiglie - erano impegnati in un'operazione particolarmente delicata.

L'esplosione, violenta ma priva di incendio, sarebbe stata innescata da una scintilla partita durante la saldatura, entrata in contatto con i gas sprigionati dagli oli. 

Lo scoppio ha divelto la parte superiore del silos e danneggiato la tettoia di copertura, sbalzando i tre uomini a decine di metri di distanza. I corpi di due di loro sono stati trovati sul tetto di un capannone adiacente, il terzo nei pressi dell'area dell'intervento.

Altri due colleghi presenti sono rimasti feriti in modo lieve. Sul posto sono intervenuti in tempi rapidi i vigili del fuoco, la polizia, gli ispettori del lavoro e i tecnici dell'Asl di Caserta, che hanno messo in sicurezza la zona e avviato i primi rilievi.

Le indagini in corso e il precedente del 2018 

La Procura di Santa Maria Capua Vetere, competente per territorio, ha aperto un'inchiesta per accertare eventuali responsabilità penali e verificare il rispetto delle normative di sicurezza. Già nel 2018, secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, l'azienda sarebbe finita nel mirino delle autorità, venendo colpita da un'ordinanza di chiusura per la presenza di impianti antincendio non a norma e un'eccessiva quantità di rifiuti stoccati. Ordinanza successivamente revocata dal Tar Campania. 

Dolore e cordoglio: la comunità locale è sotto shock

Le indagini per fare luce sull'accaduto proseguono serrate. Restano, intanto, incredulità e dolore per i familiari delle vittime, che ieri, all'esterno dello stabilimento di via Agnelli, vicino alla ex Olivetti, una volta appresa la notizia hanno dato sfogo a grida e pianti.

Fonti locali riportano che alcuni si sarebbero scagliati contro i giornalisti presenti, rendendo necessario l'intervento delle forze dell'ordine per ristabilire la calma. "Siamo sgomenti", ha dichiarato, dal canto suo, il sindaco Antonio Trombetta.

"Non è possibile che nel 2025 si muoia ancora così", ha aggiunto, parlando di "una vera emergenza nazionale" e auspicando maggiori "controlli e prevenzione". Anche i sindacati hanno fatto sentire la loro voce. 

Nel video in alto, le dichiarazioni del sindaco di Marcianise, Antonio Trombetta, a poche ore dall'esplosione che ha ucciso Di Vita, Minopoli e Diodato. Presenti - oltre ad agenti e soccorritori - anche familiari e amici delle tre vittime. 

In una nota congiunta, le Cgil di Caserta, Napoli e Campania hanno parlato di "ennesima tragedia evitabile", sottolineando l'urgenza di un piano straordinario per la sicurezza sui luoghi di lavoro. "Morire di lavoro è una vergogna. Ora basta", si legge nel comunicato ufficiale. 

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