21 Sep, 2025 - 11:55

Video hot, droga e ricatti: cosa si nasconde dietro l’omicidio di Hayati Aroyo a Sesto San Giovanni

Video hot, droga e ricatti: cosa si nasconde dietro l’omicidio di Hayati Aroyo a Sesto San Giovanni

Ucciso con trenta coltellate, cosparso di candeggina e poi dato alle fiamme. È morto così, nella notte tra il 22 e il 23 luglio scorso, Hayati Aroyo, 62enne di origini turche da anni residente a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano.

Ora, a due mesi di distanza, la svolta, con l'arresto dei presunti responsabili, due uomini e una donna. L'ipotesi è che dietro l'omicidio si nasconda una vendetta personale maturata in un contesto di festini, droga e video hot. Ecco cosa sappiamo. 

Cosa si nasconde dietro l'omicidio di Hayati Aroyo a Sesto

Tutto è iniziato quando, nella notte tra il 22 e il 23 luglio, alcuni residenti di via Fogagnolo, a Sesto San Giovanni, hanno chiamato i vigili del fuoco per un incendio divampato in una delle palazzine.

Quando i soccorritori sono entrati nell'abitazione, riuscendo a domare le fiamme, hanno trovato sul letto della stanza principale il corpo di Hayati Aroyo, cittadino turco di 62 anni. 

L'uomo presentava numerose ferite da arma da taglio - oltre trenta, avrebbe poi stabilito l'autopsia. Lesioni che fin da subito hanno fatto pensare a un'aggressione violenta.

Dato il passato della vittima e i suoi legami con ambienti della criminalità organizzata - era cognato di Huseyin Sarai, boss della mafia turca ucciso nel 2005 - si è ipotizzato inizialmente un regolamento di conti. 

Una coppia e un amico: chi sono i tre arrestati per il delitto

Dopo quasi due mesi di indagini, la svolta: a finire in manette con l'accusa di omicidio Valentina Peroni, 36 anni, il marito Emanuele Paganini, 38, entrambi di Busto Arsizio, e il loro amico e convivente Elvis Simoni, 33enne di origini albanesi.

I tre, conosciutisi attraverso un sito di incontri, frequentavano da tempo Aroyo, che secondo gli inquirenti era solito organizzare festini a base di cocaina e sesso. Proprio durante uno di questi incontri il 62enne avrebbe avuto un rapporto con Peroni.

Registrando un video hot senza il consenso della donna. Quel video - mai ritrovato, ma più volte citato nei messaggi tra gli indagati - avrebbe spinto il trio a ideare il piano criminale. Il timore era che Aroyo potesse diffonderlo, compromettendo la reputazione della 36enne.

La sera del 22 luglio, Peroni avrebbe fissato un appuntamento con la vittima nell'appartamento di via Fogagnolo, ricevuto temporaneamente in affitto da uno studente.

Una volta all'interno, avrebbe fatto entrare anche Simoni, considerato l'esecutore materiale dell'omicidio. Pagagini, invece, sarebbe rimasto fuori dall'edificio, a fare da palo. Anche mentre i due cospargevano il corpo e l'appartamento di candeggina, per cancellare eventuali tracce biologiche, appiccando l'incendio.

Carte di credito, chat e ricerche sul web: gli indizi che hanno incastrato il trio 

A incastrare i tre sono stati una serie di comportamenti incauti tenuti nei giorni successivi al delitto. Primo fra tutti, l'utilizzo delle carte di credito e dei dispositivi elettronici - un telefono e un tablet - sottratti alla vittima.

Movimenti che hanno permesso agli investigatori della Squadra mobile di Milano, coordinati dal pm Marco Santini della Procura di Monza, di restringere il cerchio. Cruciali poi le intercettazioni. In una chat, poche ore dopo l'omicidio, Peroni scriveva a Simoni:

virgolette
Avevo paura di provare pietà, ma nulla.

In un altro messaggio, inviato giorni dopo, la donna affermava di avere "brutte sensazioni" dopo aver cercato su Google il nome della vittima, mostrandosi preoccupata per ciò che stava emergendo.

A Ferragosto, infine, Simoni, parlando con sua madre, le confidava l'intenzione di lasciare l'Italia, con la speranza di poter tornare quando "le acque si sarebbero calmate". Su di loro pendono adesso accuse pesantissime: omicidio aggravato dalla premeditazione, rapina, incendio doloso e distruzione di cadavere. 

Nel video in alto, l'approfondimento dedicato all'omicidio di Sesto mandato in onda dalla trasmissione "Psiche criminale", condotta da Fiammetta Fiorito e Francesco Acchiardi sul canale 122 - Fatti di Nera. Nel frattempo, gli investigatori hanno arrestato i tre presunti responsabili. 

LEGGI ANCHE