Nel mezzo di una crisi umanitaria sempre più grave a Gaza, diversi paesi occidentali hanno scelto di riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina. La decisione, pur simbolica, assume un peso politico rilevante e riapre il dibattito sulla possibilità di una soluzione a due Stati nella regione.
Nell'estate del 2025, diversi paesi occidentali come Francia, Regno Unito e Canada hanno annunciato l'intenzione di riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina all’Assemblea generale delle Nazioni Unite del mese di settembre. Gli annunci sono arrivati mentre la guerra a Gaza continua senza segni di arresto e mentre le mediazioni internazionali non hanno portato a un cessate il fuoco stabile.
Durante la conferenza delle Nazioni Unite del 28 luglio a New York è stata concordata la “Dichiarazione di New York”, che ha invitato i paesi a riconoscere lo Stato palestinese e ha espresso il sostegno alla soluzione dei due Stati. La dichiarazione è stata firmata da 22 membri della Lega Araba e da altre 17 nazioni, creando così un fronte diplomatico ampio e inedito.
Una mossa storica è arrivata dal Regno Unito il 21 settembre 2025. Il premier britannico, Keir Starmer, ha annunciato che il paese riconosce ufficialmente uno Stato palestinese, diventando così la prima nazione del G7 a intraprendere questa decisione.
Today, to revive the hope of peace for the Palestinians and Israelis, and a two state solution, the United Kingdom formally recognises the State of Palestine. pic.twitter.com/yrg6Lywc1s
— Keir Starmer (@Keir_Starmer) September 21, 2025
Starmer aveva già dichiarato a luglio che Londra avrebbe proceduto a settembre, a meno che Israele non avesse accettato un cessate il fuoco e adottato misure concrete per porre fine alla crisi che sta attraversando Gaza.
Mentre la diplomazia dei mediatori continuava senza particolari svolte, Israele ha lanciato una nuova operazione a Gaza City nel mese di settembre. Nel suo discorso, Starmer ha spiegato che la tempistica era dettata dal timore che la prospettiva di una soluzione a due Stati stesse rapidamente svanendo.
A seguire le parole di Starmer, anche Canada e Australia hanno annunciato il riconoscimento dello Stato di Palestina.
Il primo ministro canadese, Mark Carney, ha motivato la sua decisione affermando che “l'attuale governo israeliano sta lavorando metodicamente per impedire qualsiasi prospettiva di uno Stato palestinese”.
Today, Canada recognises the State of Palestine. pic.twitter.com/zhumVJRBfe
— Mark Carney (@MarkJCarney) September 21, 2025
Il primo ministro australiano, Anthony Albanese, in una dichiarazione ufficiale, ha aggiunto che “il riconoscimento della Palestina da parte dell’Australia oggi, insieme a Canada e Regno Unito, fa parte di uno sforzo internazionale coordinato per dare nuovo impulso alla soluzione dei due Stati, a partire da un cessate il fuoco a Gaza e dal rilascio degli ostaggi presi durante le atrocità del 7 ottobre 2023”.
My statement formally recognising the State of Palestine. pic.twitter.com/HtBmnIQGBS
— Anthony Albanese (@AlboMP) September 21, 2025
Tutti e tre i governi hanno inoltre precisato che Hamas non dovrà avere alcun ruolo politico a Gaza.
Il riconoscimento dello Stato di Palestina ha indubbiamente un carattere simbolico; tuttavia, proprio per questo, non è meno importante, anzi rappresenta una forte dichiarazione politica e diplomatica.
Lo “Stato di Palestina” si riferisce all’idea di un’entità sovrana che comprenda la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, più o meno analoga a quella esistente prima della guerra arabo-israeliana del 1967 e che includa Gerusalemme Est come capitale rivendicata. Ad oggi, Gaza e Cisgiordania non sono territori contigui, e Gerusalemme Est è stata occupata da Israele dopo la guerra del 1967.
Gli sforzi internazionali per il raggiungimento di una soluzione a due Stati non hanno finora prodotto risultati concreti.
Attualmente circa il 75 per cento dei 193 Stati membri dell’Onu, ovvero oltre 150 paesi, riconoscono formalmente la Palestina.
Tra i paesi europei che già lo hanno fatto figurano Albania, Bosnia, Bulgaria, Cipro, Irlanda, Islanda, Norvegia, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria.
Tra i paesi occidentali, invece, gli Stati Uniti restano contrari al riconoscimento, e anche Germania e Italia non sembrano, al momento, intenzionati a compiere questo passo.