La sicurezza del fianco orientale della NATO è tornata sotto i riflettori, dopo una serie di violazioni dello spazio aereo da parte di droni e jet russi. Polonia, Estonia e Romania hanno registrato incursioni che hanno fatto scattare allarmi. Tra diplomazia e strategie di deterrenza, gli alleati europei e gli Stati Uniti si trovano a confrontarsi con un momento delicato.
Nel mese di settembre 2025, droni russi sono stati identificati in Polonia, Romania e Estonia, alimentando il dibattito sulla sicurezza del fianco orientale della Nato. I timori si concentrano sulla possibilità di un’escalation senza precedenti che potrebbe estendere il conflitto tra Russia e Ucraina ad altri paesi europei, oppure che si tratti solo di una strategia volta a testare la reazione degli alleati, come sostengono diversi analisti.
Il 12 settembre 2025, il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha annunciato l’avvio di una missione per rafforzare la protezione del fianco orientale dell’Alleanza. Gli alleati continuano a monitorare i cieli con attenzione. La Germania, ad esempio, ha dichiarato di aver inviato i propri caccia, il 21 settembre, per intercettare un aereo da ricognizione russo non identificato sul Mar Baltico. L’episodio dimostra che i membri NATO sono in massima allerta dopo le violazioni dello spazio aereo di tre paesi alleati.
Parallelamente, la Nato si prepara a convocare il Consiglio Nord Atlantico, l’organo decisionale dell’Alleanza, per discutere l'incursione dei droni russi nello spazio aereo estone del 19 settembre. In seguito, Tallinn ha invocato l’articolo 4 per le consultazioni sul caso. Questo articolo permette ai paesi della Nato di richiedere consultazioni quando ritengono che la loro sicurezza, integrità territoriale o indipendenza politica siano minacciate. L’invocazione dell’articolo 4 segnala la serietà percepita dalle nazioni dell’Europa orientale.
Diversi paesi, tra cui Lituania ed Estonia, insieme alla Repubblica Ceca, hanno chiesto alla Nato una risposta più decisa alle provocazioni russe, incluso l’abbattimento dei jet che violano i confini dell’Alleanza.
Il presidente ceco, Petr Pavel, ha sottolineato che l’Alleanza deve reagire con fermezza alle violazioni dello spazio aereo dei paesi membri, arrivando, se necessario, ad abbattere i jet militari di Mosca. Le sue dichiarazioni, riportate dai media cechi il 20 settembre, sono arrivate il giorno dopo la segnalazione di tre caccia russi nello spazio aereo estone.
In questo clima di crescente tensione, il presidente americano, Donald Trump, ha risposto alle domande sulla possibilità che gli Stati Uniti difendano la Polonia e i paesi baltici se la Russia continuasse a intensificare le provocazioni. "Sì, lo farei. Lo farei", ha affermato Trump.
Questa dichiarazione mira a rassicurare i partner europei, mostrando la disponibilità degli Stati Uniti a sostenere concretamente i membri Nato in caso di nuove provocazioni russe.
Le tensioni nel fianco orientale della Nato continuano a crescere e l’attenzione degli alleati rimane massima. Tra violazioni dello spazio aereo, richieste di reazioni più decise e rassicurazioni americane, la situazione mostra quanto delicato sia l’equilibrio di deterrenza tra Nato e Russia. La credibilità degli impegni, la coordinazione tra paesi membri e la gestione delle provocazioni rimangono elementi fondamentali per evitare che la situazione degeneri ulteriormente.