A cinque giorni dal voto per le elezioni regionali nelle Marche - alle urne insieme alla Valle d'Aosta - il clima politico si fa più incandescente che mai.
La sfida tra Francesco Acquaroli, il governatore uscente di Fratelli d’Italia e il candidato del campo largo, Matteo Ricci, apre infatti la lunga tornata autunnale di elezioni regionali che, con sette regioni coinvolte, potrebbe riscrivere gli equilibri politici tra maggioranza e opposizione, confermando la tenuta della prima o rafforzando lo slancio elettorale del campo largo unito di centrosinistra.
Dall’esito delle elezioni nelle Marche dipenderà inoltre, almeno per il centrodestra, l’indicazione dei candidati presidenti in Campania, Puglia e soprattutto Veneto, dove è in atto un tesissimo scontro tra Lega – che rivendica la continuità governativa e quindi il diritto di indicare il governatore – e Fratelli d’Italia.
Non ancora risolto - nonostante numerosi tentativi - lo stallo del campo governativo sull’indicazione dei propri candidati alle regionali è destinato probabilmente a protrarsi almeno fino a lunedì, quando si chiuderanno le urne nelle Marche e le decisioni non potranno più essere rinviate.
L’imminenza delle elezioni regionali nelle Marche potrebbe aver influenzato, in queste ore, un’altra decisione importante del governo: quella riferire in Parlamento, come richiesto dalle opposizioni, sulla posizione dell’esecutivo riguardo al riconoscimento dello Stato di Palestina e, soprattutto, sulle misure da adottare per fermare la guerra in corso a Gaza.
Nonostante le pressanti richieste delle opposizioni, che su un dossier così delicato chiedevano di ascoltare direttamente Meloni, sarà il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a presentarsi sia alla Camera sia al Senato il 2 ottobre prossimo.
Una scelta che, secondo alcuni, riflette la volontà dell’esecutivo di non sbilanciarsi su un tema così spinoso, capace di mobilitare fortemente l’opinione pubblica – come dimostrano le manifestazioni di ieri – a pochi giorni dal voto nelle Marche.
Che il tema di Gaza sia entrato a pieno titolo nel dibattito delle regionali delle Marche è d’altronde indubbio.
A Pesaro, sul palco della chiusura elettorale per Ricci presidente, la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha dedicato parte del suo intervento alla condanna dei crimini di Netanyahu a Gaza e in Cisgiordania, sottolineando la necessità di "usare ogni leva e riconoscere pienamente uno Stato di Palestina" e sollecitando il Governo a muoversi in questa direzione.
Proprio da quel palco, inoltre, il candidato presidente del centrosinistra Ricci ha annunciato quale sarà il suo primo atto in caso di vittoria: il gemellaggio delle Marche con la Palestina.
Anche il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, in un’intervista al Quotidiano Nazionale sul tema delle elezioni nelle Marche ha dedicato spazio a Gaza, denunciando una presunta posizione “complice” del Governo Meloni, che non avrebbe adottato “alcuna misura concreta per contrastare il genocidio in corso”, mostrando mancanza di “coraggio”.
Questi riferimenti dimostrano come l’argomento Palestina possa influenzare voti ed equilibri, anche in un contesto locale come quello del voto regionale, dove i cittadini chiedono principalmente risposte concrete su sanità, lavoro e trasporti.
Il tema di Gaza, infatti, potrebbe rivelarsi come particolarmente efficace per mobilitare l’elettorato progressista – soprattutto i più giovani – marcando la differenza tra centrosinistra e centrodestra di governo, dando una prospettiva nazionale al voto, percepito come una possibile “scossa” al governo in vista delle elezioni politiche del 2027.