Pochi giorni fa si discuteva della possibilità di ricevere il 4 ottobre come festività nello stipendio. Ma cosa significa, in concreto, avere San Francesco in busta paga? Sono molte le domande che emergono su questa festività, soprattutto dopo l’approvazione della Camera che ha sancito l’inserimento del 4 ottobre, festa del patrono d’Italia, tra le giornate festive riconosciute dallo Stato. Stavolta, più del semplice ottimismo di ricevere qualche soldo in più in busta paga, l’argomento unisce aspetti simbolici, legati alla figura del santo di Assisi, e questioni molto pratiche: quanto peserà davvero nello stipendio dei lavoratori?
Il provvedimento è stato votato il 23 settembre con un’ampia maggioranza: 247 sì, solo due voti contrari e otto astenuti. Ora tocca al Senato confermare il via libera. In caso di approvazione definitiva, il 4 ottobre entrerà a pieno titolo tra le festività regolate dalla legge n. 260 del 1949, la norma che da oltre settant’anni stabilisce quali giorni l’Italia riconosce come festivi civili e religiosi.
Dal punto di vista retributivo, il cambiamento è atteso non solo perché il 4 ottobre verrà trattato come qualsiasi altra festività nazionale, ma anche perché i lavoratori che non saranno impegnati in attività nel giorno del santo di Assisi riceveranno comunque la regolare retribuzione giornaliera.
Per chi invece dovesse essere in servizio, scatteranno le maggiorazioni previste dai contratti collettivi (CCNL). In molti casi le ore lavorate in giornata festiva sono pagate con un incremento percentuale che varia dal 25% al 60%.
Come sottolineato dal Sole 24 Ore, non mancano i casi particolari: settori come sanità, sicurezza e trasporti non possono interrompere del tutto le attività. Per questo la legge ha già previsto risorse specifiche, con una stima di circa 10,7 milioni di euro a partire dal 2027, così da garantire la copertura dei servizi essenziali e retribuire i turni festivi.
Questi dettagli, confermati anche nei documenti parlamentari, evidenziano come il riconoscimento non debba andare a scapito dei cittadini che hanno bisogno di ospedali, mezzi pubblici o forze dell’ordine anche in quel giorno.
Alla luce di queste novità, che portano a un incremento dello stipendio, molti si chiedono: “Come viene pagata una festività in busta paga?”. La risposta non cambia rispetto agli altri giorni festivi già esistenti: si applicano le stesse regole generali, con la differenza che da ora in poi si aggiungerà un giorno in più a quelle già in calendario.
È importante sottolineare che la scelta di introdurre la festività di San Francesco non è stata dettata da eventi casuali nel calendario politico. Nel 2026 ricorrerà infatti l’ottavo centenario della morte del santo e il Parlamento ha voluto legare il nuovo riconoscimento a questa ricorrenza, unendo celebrazione religiosa e valenza civile.
Dal punto di vista normativo, l’effetto sulle buste paga dovrebbe essere immediato dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, anche se sarà necessario attendere i decreti attuativi.
Il legislatore dovrà stabilire dinamiche concrete in diverse circostanze, come ad esempio cosa succede se il 4 ottobre cade di domenica: sarà previsto un recupero in un’altra giornata o semplicemente si perderà l’effetto economico, come già accade con altre festività?
Dal punto di vista del lavoratore, la domanda è molto semplice: cosa cambia? Se il 4 ottobre è un normale giorno lavorativo, basterà controllare che in busta paga compaia la voce relativa alla festività. Se invece il lavoratore è impegnato nel garantire un servizio, quindi lavora nella festività di San Francesco d’Assisi, bisognerà verificare che vengano applicate le maggiorazioni corrette.
Come ricordato anche da Sky TG24, molti si domandano: “Se lavoro il 4 ottobre ho diritto a un giorno extra?”. La disciplina generale risponde di no: non sarà riconosciuto un giorno in più di ferie, ma si avrà diritto a essere pagati di più, o in alternativa ad avere un riposo compensativo se previsto dal contratto.
Quando entrerà in vigore San Francesco in busta paga?
Dopo l’approvazione del Senato e la pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale.
Chi beneficerà della festività?
Tutti i lavoratori dipendenti, pubblici e privati. Per i servizi essenziali sono previste risorse dedicate per coprire i turni.
Quanto vale una giornata festiva?
Di norma corrisponde a una giornata di retribuzione piena; chi lavora in quella data riceve una maggiorazione secondo il proprio contratto.