La guerra in Ucraina entra in una nuova fase di incertezza. Le ultime dichiarazioni di Donald Trump, che ora prevede una possibile riconquista dei territori occupati da parte di Kiev, segnano un cambio di rotta rispetto alle sue posizioni iniziali e riaccendono il dibattito internazionale. Le parole del presidente americano hanno provocato una reazione immediata da Mosca, che ribadisce l’intenzione di continuare l’offensiva.
Il presidente statunitense, Donald Trump, stavolta fa notizia per la sua sorprendente previsione sulla guerra tra Russia e Ucraina, espressa a favore di Kiev. Trump ha affermato di credere che l'Ucraina possa riconquistare il territorio perso dall'inizio del conflitto nel febbraio 2022. Le sue parole hanno colto molti di sorpresa, dato che rappresentano una dichiarazione di sostegno insolitamente forte da parte di un leader che finora si era presentato come un mediatore volto a raggiungere la pace.
Già durante la campagna elettorale del 2024, Trump aveva sostenuto che, se fosse stato presidente nel 2022, la guerra in Ucraina non sarebbe mai scoppiata. Aveva anche promesso di porre fine al conflitto in sole 24 ore.
Sono ormai passati oltre otto mesi dall'inizio del suo secondo mandato e la comunità internazionale ha potuto osservare un’altalena nei rapporti tra Trump e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, oltre che negli impegni diplomatici degli Stati Uniti.
Nelle settimane successive al suo insediamento, Trump aveva definito Zelensky un "comico di modesto successo" e un "dittatore senza elezioni". I due leader sono arrivati persino ad una discussione in diretta alla Casa Bianca, durante la quale il presidente ucraino è stato accusato di non essere grato. Trump veniva a sua volta criticato per un atteggiamento ritenuto troppo favorevole a Mosca.
Con il passare dei mesi, però, il presidente americano sembra aver modificato gradualmente le sue posizioni, sia nelle parole che nelle azioni. Nell’estate ha dato il via libera a spedizioni di armi all’Ucraina, pur ponendo come condizione che i costi fossero sostenuti dagli alleati europei. Questa mossa ha segnato una netta rottura rispetto alla sua iniziale contrarietà agli aiuti a Kiev, mostrando un primo e significativo cambio di rotta.
In un post su Truth Social del 23 settembre, Trump ha citato le difficoltà economiche della Russia e ha sostenuto che Kiev sarebbe in grado di riconquistare l'intero territorio pre-guerra con il sostegno dell'Unione europea e della Nato. Ha inoltre aggiunto che l'Alleanza atlantica continuerà a fornire armi all’Ucraina.
Le parole di Trump indicano che la guerra in Ucraina è ben lontana dalla conclusione. A confermare questa visione è anche la reazione di Mosca.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, intervistato alla radio RBC il 24 settembre, ha commentato le dichiarazioni del presidente americano con una metafora emblematica.
Peskov ha sottolineato che, nonostante le sanzioni e le restrizioni imposte dall’Occidente, la Russia mantiene una stabilità macroeconomica. L’agenzia AFP ha inoltre riportato che il Cremlino ha ribadito come per Mosca non ci sia “alcuna alternativa” se non quella di continuare l’offensiva contro l’Ucraina.
penso che la guerra finirà col tracollo dell'esercito nato e che la russia adottasse il metodo sionista a kiev questa sarebbe rasa al suolo ne giro di 48 ore,mario conti
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