24 Sep, 2025 - 16:43

Emergenza abitativa: perché gli affitti sono così alti e quali novità ci sono per Milano

Emergenza abitativa: perché gli affitti sono così alti e quali novità ci sono per Milano

C’è pessimismo in Italia. O meglio, sull’emergenza abitativa a Milano non arrivano rassicurazioni su questa materia diventata ormai una realtà strutturale. La città, chiamata a traino economico del Paese, alla quale spetta il bollino blu sui principali andamenti finanziari è anche il luogo in cui il costo della vita, e soprattutto degli affitti, ha raggiunto livelli critici.

In base a quanto previsto dall’articolo 47 della Costituzione italiana, lo Stato ha il compito di favorire l’accesso alla casa, e il Testo unico sull’edilizia residenziale pubblica (D.P.R. 380/2001) stabilisce le basi normative per l’intervento pubblico. Inoltre, la legge 431/1998 disciplina le locazioni private e introduce i contratti a canone concordato. Ma come si traduce questo quadro teorico nella vita quotidiana dei cittadini milanesi? E quali novità sono state introdotte per rispondere a un problema che continua a crescere?

Emergenza abitativa a Milano: perché gli affitti sono così alti e quali novità ci sono

L'emergenza abitativa a Milano è alimentata dall'aumento  medio del 40% sugli affitti registrato nell'ultimo decennio. Il recente rapporto di Immobiliare.it mostra come i canoni di locazione in centro abbiano superato i 25 euro al metro quadro, rendendo difficile l’accesso a studenti, lavoratori con reddito medio e famiglie.

È normale chiedersi: “Perché gli affitti a Milano sono così alti?”. La risposta è duplice perché bisogna tener conto della forte attrattività della città, ma soprattutto della scarsità di offerta di alloggi a prezzi accessibili.

Anche l’Osservatorio Nomisma sottolinea che la città si conferma attrattiva a livello europeo, ma con costi abitativi che rendono complicato conciliare qualità della vita e sostenibilità economica.

Il Piano Casa e gli affitti calmierati

Il Comune di Milano, in collaborazione con la Regione Lombardia, ha lanciato un Piano Casa che prevede la creazione di un fondo per affitti calmierati e l’aumento dell’offerta di alloggi pubblici.

Si legge nel provvedimento che il fine è quello di garantire un tetto alle fasce più fragili, con un’attenzione particolare a famiglie monoreddito, anziani e giovani coppie.

La misura introduce contratti di locazione a canone concordato, già previsti dalla legge 431/1998, con incentivi fiscali per i proprietari che aderiscono. Questi strumenti rappresentano un’opportunità concreta per bilanciare gli interessi dei locatori e le esigenze dei cittadini in difficoltà.

300 alloggi pubblici e coprogettazione

Nell’ambito dell’emergenza abitativa arrivano diverse novità, tra cui la creazione della prima coprogrammazione congiunta tra gli assessorati al Welfare e alla Casa del Comune di Milano.

Una collaborazione che ha permesso di mettere a disposizione 300 alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP) destinati a famiglie in emergenza abitativa. Per questo, pur con qualche sfumatura, viene riconosciuto l’accesso all’abitazione come diritto sociale oltre che urbanistico, in linea con le indicazioni dell’Agenda Urbana europea.

Criticità ancora aperte

La volontà di procedere su questo piano emerge chiaramente, ma restano molte criticità. Il turnover degli alloggi pubblici è lento, e la domanda supera di gran lunga l’offerta.

Da qui si innesca una spirale in cui sono confinate oltre 23.000 famiglie in graduatoria per un alloggio ERP.

Queste problematiche mettono in cattiva luce le misure e portano a chiedersi: “Chi ha diritto alla casa popolare a Milano?”. Attualmente, i requisiti principali sono il reddito ISEE entro determinati limiti, la residenza stabile in Lombardia e l’assenza di altre proprietà immobiliari. Tuttavia, le liste d’attesa rimangono lunghissime e i tempi burocratici finiscono per penalizzare i cittadini più fragili.

In questo scenario, l'emergenza abitativa a Milano continua a crescere e richiede un rafforzamento delle politiche pubbliche. 

Milano come laboratorio di politiche abitative

Milano si conferma laboratorio di sperimentazioni, dove il pubblico e il privato cercano di dialogare. Le misure più recenti puntano a:

  • rafforzare il ruolo degli affitti calmierati;

  • accelerare l’assegnazione degli alloggi ERP;

  • attrarre investimenti in edilizia sociale;

  • integrare le politiche abitative con quelle di welfare.

Questi strumenti, da soli, non bastano, ma rappresentano un tentativo di invertire una rotta che rischia di escludere sempre più cittadini dalla vita urbana.

FAQ - Emergenza abitativa a Milano

  1. Che cosa si intende per emergenza abitativa?

    È la situazione in cui un numero rilevante di persone o famiglie non riesce ad accedere a un’abitazione dignitosa a costi sostenibili.

  2. Chi ha diritto alla casa popolare a Milano?

    Possono fare domanda famiglie con basso reddito, residenti da almeno cinque anni in Lombardia e prive di altre proprietà immobiliari.

  3. Come funzionano gli affitti calmierati?

    Sono contratti a canone concordato con un tetto massimo stabilito in accordo tra Comuni e associazioni di categoria. I proprietari ricevono agevolazioni fiscali.

  4. Perché gli affitti a Milano sono così alti?

    L’elevata domanda di case, legata all’attrattività economica e universitaria della città, si scontra con un’offerta insufficiente di alloggi a prezzi accessibili.

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