25 Sep, 2025 - 13:02

Rottamazione 5: la guida completa alla nuova via d’uscita fiscale

Rottamazione 5: la guida completa alla nuova via d’uscita fiscale

Inutile girarci intorno: la Rottamazione 5 o rottamazione quinquies è al centro della discussione sulla prossima Legge di Bilancio 2026. Una misura che potrebbe entrare a gamba tesa nella politica economica di Giorgia Meloni, attualmente incardinata nel disegno di legge AS 1375 all’esame del Senato.

Ed è proprio su questo fronte che molti lettori si chiedono: “Chi potrà aderire alla nuova rottamazione? Quanto dovrò versare subito? Cosa succederà se salto una rata?”

Il nuovo documento non dovrebbe replicare le edizioni precedenti, ma puntare su un modello innovativo di definizione agevolata dei debiti fiscali, con pagamenti flessibili impostati su una linea più morbida e meno punitiva rispetto al passato.

Rottamazione quinquies: perché questa pace fiscale sarebbe diversa dalle altre

Al di là della scarsità delle informazioni ufficiali, il primo dato che emerge riguarda l’ambito temporale: la quinta edizione della definizione interesserebbe i carichi affidati agli agenti della riscossione entro il 31 dicembre 2023.

In sostanza, il sistema allargherebbe la possibilità di sanare in forma agevolata tributi erariali come Irpef, Ires e Iva, contributi previdenziali e anche imposte locali come Imu o Tari.

Ma l’Agenzia delle Entrate-Riscossione non includerebbe nella misura agevolata i debiti da aiuti di Stato illegittimi, le sanzioni penali e i danni erariali.

Un punto importante, segnalato da ItaliaOggi e ripreso da vari osservatori, è che per i debiti locali l’adesione non sarebbe automatica. Infatti, anche in questo caso sarebbero i Comuni a deliberare se concedere o meno la definizione agevolata. Senza questa delibera, un contribuente con cartelle relative a tributi comunali non potrebbe sfruttare la rottamazione.

Il ticket d’ingresso e la rateazione lunga

Un altro capitolo della Rottamazione 5 riguarda le novità e le differenze rispetto alla “quater”: il meccanismo di ingresso.

Nelle edizioni precedenti della definizione agevolata l’acconto era rappresentato dalle prime due rate con scadenza ravvicinata. Oggi, invece, si ipotizza una quota iniziale pari al 5% del debito complessivo, come riportato da Commercialista Telematico.

Ma peserà tanto da frenare le adesioni? Non necessariamente: sembra più un segnale politico volto a favorire l’adesione riducendo la barriera economica iniziale.

Il resto del debito, al netto di interessi, sanzioni e aggio, potrebbe essere rateizzato per un periodo massimo di 9 anni. Alcune ipotesi parlano anche di un piano fino a 10 anni.

Non sarebbe un’esagerazione: si parla infatti di oltre 100 rate mensili, una dilazione mai vista nelle precedenti edizioni. Questo percorso risulterebbe positivo, non solo perché semplifica l’accesso alla misura strutturandola in modo flessibile per il contribuente, ma anche perché permetterebbe a molti di regolarizzare le rate senza decadere dal beneficio.

Un altro punto innovativo che emerge dalle anticipazioni riguarda la decadenza: saltare una rata o due, fino a un massimo di otto, non comporterebbe la perdita del beneficio fiscale.

Chi rischierebbe di restare fuori

Nonostante l’impostazione più inclusiva, non tutti potrebbero aderire. Un nodo critico riguarda i cosiddetti “recidivi”: chi in passato ha aderito ad altre rottamazioni senza completare i pagamenti potrebbe essere escluso. L’ipotesi, sottolineata da Fisco e Tasse, fa parte di un dibattito aperto tra chi vuole “premiare” i contribuenti coerenti e chi teme di ridurre troppo la platea.

Un altro limite deriverebbe dalle risorse di bilancio. Secondo Il Sole 24 Ore, la misura avrebbe un costo importante per le casse pubbliche e l’estensione della platea dipenderebbe dalla disponibilità finanziaria. È quindi possibile che vengano introdotti criteri selettivi legati all’importo o al reddito.

Un’arma a doppio taglio

In prospettiva, la Rottamazione 5 apparirebbe come una grande occasione per chi ha cartelle esattoriali non regolarizzate fino al 31 dicembre 2023.

Allo stesso tempo, eliminando i “furbetti” che ricorrono alla definizione agevolata solo per evitare fermi e pignoramenti, si ridurrebbe il rischio di alimentare l’idea che pagare in ritardo convenga.

Non a caso, alcuni commentatori come ItaliaOggi parlano della possibile “pace fiscale senza paletti ai recidivi”: uno scenario che si concretizzerebbe se l’adesione venisse estesa a tutti i contribuenti, indipendentemente da precedenti inadempimenti.

In sintesi, la Rottamazione 5 non è ancora legge, ma un progetto in discussione. Solo l’approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2026 potrà confermare o modificare le regole ipotizzate.

 

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