Il ritorno di "Jimmy Kimmel Live!" non è stato solo un evento mediatico, ma una vera e propria dimostrazione di forza. Dopo una settimana di silenzio forzato, il conduttore ha trasformato la bufera in un trionfo di ascolti, dimostrando che, nell'arena della televisione notturna, la polemica può essere il più potente dei richiami.
Un ritorno in grande stile, alimentato da giorni di dibattiti, proteste e speculazioni. Martedì sera, quando le luci dello studio si sono riaccese su Jimmy Kimmel, non c'era solo un pubblico in attesa di battute, ma una nazione televisiva curiosa di vedere come il comico avrebbe gestito la situazione più delicata della sua carriera.
I numeri, ora, parlano chiaro: la scommessa della ABC, seppur sofferta, ha pagato dividendi stratosferici.
La puntata di ritorno di "Jimmy Kimmel Live!" ha incollato allo schermo ben 6,26 milioni di spettatori.
Una cifra di per sé impressionante, ma che diventa quasi sbalorditiva se si considera il contesto: il programma è stato oscurato nei mercati affiliati ai potenti gruppi Nexstar e Sinclair, rendendolo di fatto indisponibile per il 23% delle case americane.
Nonostante questo handicap importante, Kimmel non solo ha vinto la serata, ma ha messo a segno un record. Nella fascia demografica chiave 18-49, lo show ha ottenuto un rating di 0,87, il risultato più alto per una puntata regolarmente programmata dal lontano marzo 2015.
Il successo non si è limitato al piccolo schermo. L'onda d'urto della controversia si è propagata online, dove il monologo di apertura, teso e commosso, ha superato i 26 milioni di visualizzazioni tra YouTube e le altre piattaforme social, diventando un vero e proprio evento virale.
Questo trionfo assume contorni ancora più netti se confrontato con la situazione precedente alla sospensione. Lo show di Kimmel stava attraversando un periodo di difficoltà, con gli ascolti scesi a 1,1 milioni di spettatori ad agosto, un calo del 43% rispetto ai quasi due milioni di gennaio. La sospensione, paradossalmente, ha agito come un defibrillatore, rianimando l'interesse del pubblico e trasformando un talk show in un appuntamento imperdibile.
Al centro di tutto, ovviamente, c'era il monologo. Kimmel è apparso visibilmente provato, con la voce rotta a più riprese, ma non ha offerto le scuse che alcuni si aspettavano.
Ha invece scelto la via della chiarificazione, cercando di spiegare le sue intenzioni senza rinnegare la sua satira. "Non è mai stata mia intenzione sminuire l'omicidio di un giovane", ha detto, riferendosi alle sue controverse battute sulla morte dell'attivista conservatore Charlie Kirk. "Capisco perché siete arrabbiati. Se la situazione fosse stata invertita, ci sono buone probabilità che la pensassi allo stesso modo".
Non è mancata una frecciata, carica della sua tipica ironia, all'ex presidente Donald Trump, che lo aveva definito "senza talento" e "senza ascolti". Kimmel ha guardato in camera e ha replicato con un sorriso amaro: "Beh, stasera sì!".
La sospensione era arrivata come un fulmine a ciel sereno la settimana precedente, definita "a tempo indeterminato" dalla ABC dopo le pressioni della FCC e, soprattutto, dei gruppi media che minacciavano di boicottare lo show.
La rete ha parlato di "conversazioni ponderate" con il conduttore per giustificare il suo reintegro, ma fonti interne, come riportato da Page Six, suggeriscono un retroscena più complesso, legato alle ambizioni del CEO della Disney, Bob Iger.
Secondo queste voci, la decisione iniziale di sospendere Kimmel sarebbe stata una mossa strategica di Iger per evitare un conflitto potenzialmente dannoso con la FCC, proteggendo così la propria eredità e gli interessi finanziari del colosso Disney.
Il ritorno in onda, quindi, sarebbe stato "il compromesso perfetto": un modo per placare le ire dei fan e delle celebrità che avevano protestato, riaffermando al contempo il valore commerciale di Kimmel, senza però portare lo scontro con le autorità regolatorie a un punto di rottura.
Una partita a scacchi giocata ai vertici, il cui risultato, almeno per ora, è una vittoria schiacciante per il conduttore. La puntata di martedì ha dimostrato che Jimmy Kimmel non è solo un comico, ma una figura centrale nel dibattito culturale americano, capace di trasformare le critiche più feroci nel suo più grande successo.