25 Sep, 2025 - 16:41

Lega e FdI accusano Forza Italia di aver salvato Ilaria Salis. Contro Tajani striscione di CasaPound

Lega e FdI accusano Forza Italia di aver salvato Ilaria Salis. Contro Tajani striscione di CasaPound

La mancata revoca dell'immunità parlamentare di Ilaria Salis agita i rapporti all'interno della maggioranza.

Lega e Fratelli d'Italia, infatti, puntano il dito contro i colleghi di Forza Italia: il sospetto è che il voto favorevole alla tutela dell'immunità dell'europarlamentare sia stato possibile proprio grazie ai voti del Partito Popolare Europeo, di cui Forza Italia fa parte.

La stessa accusa, in termini minacciosi, è arrivata oggi anche da Casapound. Il movimento neofascista ha esposto a Roma uno striscione contro Antonio Tajani: "Tajani antifascista, amico della Salis". Immediata la reazione compatta dei membri di FI, a difesa non solo del segretario, ma anche dei valori dell'antifascismo.

Il voto che ha salvato Salis

Accusata da più fronti di aver salvato Ilaria Salis dal processo in Ungheria, Forza Italia continua comunque a respingere le accuse, sottolineando come il sostegno all’europarlamentare possa essere arrivato anche dai Patrioti o dai Conservatori. Eppure, gli indizi che suggerirebbero un ruolo del PPE nella vicenda non mancano.

Stando alle dichiarazioni dei gruppi precedenti al voto, la Commissione Affari giuridici del Parlamento europeo avrebbe dovuto votare facilmente a favore della revoca dell'immunità parlamentare di Ilaria Salis.

L’indicazione al sì alla revoca era arrivata dalla relazione sul caso, affidata all’europarlamentare spagnolo del PPE, Adrián Vázquez Lázara. Dei 25 membri della Commissione, 16 voti erano a infatti favore: 9 del PPE (il gruppo di cui fa parte Forza Italia), 3 dell’ECR e 3 dei Patrioti, a cui si aggiungeva il voto a disposizione del gruppo dei Sovranisti Europei.

Solo una minoranza — 11 parlamentari tra Socialisti, Verdi e Liberali — era contraria alla revoca.
Il voto di mercoledì si è concluso però 13 contrari e 12 favorevoli. A chi appartengono i due voti che hanno ribaltato gli equilibri?


Il ruolo del PPE nei voti contro la revoca dell’immunità

I sospetti sull’esito inatteso del voto sono subito ricaduti sul Partito Popolare Europeo. I motivi sono almeno tre.

Il primo riguarda proprio Forza Italia, nonostante nessun membro del partito sieda nella Commissione Affari giuridici UE — l’unico italiano presente è infatti Mario Furore, del gruppo The Left. 
Il PPE potrebbe aver scambiato il voto sull’immunità di Salis con quello relativo a Fulvio Martusciello, capo delegazione di FI, coinvolto nel presunto scandalo Huawei. O almeno, di questo la Lega, che ha apertamente parlato di “tradimento del Ppe” e Fratelli d’Italia accusano Forza Italia.

"Lega e FDI hanno detto falsità", ha però replicato il portavoce nazionale Raffaele Nevi. Lo stesso Martusciello ha negato qualsiasi coinvolgimento nello scandalo: "Non temendo nulla, non ho fatto nulla", ha detto, sottolineando come il PPE abbia seguito la linea indicata: quella di togliere l’immunità a Salis.

Il caso Magyar 

Anche il secondo indizio punta nuovamente verso il Partito Popolare Europeo. Insieme alla revoca dell'immunità per Salis, la Commissione ha votato mercoledì anche contro la revoca dell'immunità parlamentare per l’eurodeputato ungherese Péter Magyar, membro del PPE.

Anche in questo caso, la revoca della sua immunità era stata richiesta dall’Ungheria: Magyar è il principale oppositore di Viktor Orbán ed è accusato di furto in un nightclub di Budapest e di diffamazione.

La Commissione ha respinto anche per lui la richiesta di revoca dell’immunità. Proprio per la sua appartenenza al PPE e per il ruolo di rivale di Orbán, gli osservatori avevano ipotizzato da giorni che i popolari potessero intervenire per salvare Salis, evitando così di fornire un assist a un governo — quello di Orbán — da tempo sotto osservazione per le violazioni dello Stato di diritto.

Lo scambio di favori con i socialisti

Non è un caso, infatti, che la terza richiesta di revoca dell’immunità votata quel giorno abbia riguardato un’altra europarlamentare ungherese, stavolta dei Socialisti, Klára Dobrev. "Tutte le accuse mosse dalla magistratura ungherese hanno motivazioni politiche", ha osservato l’europarlamentare dei Verdi Tineke Strik.

Ecco che allora i popolari potrebbero aver scelto, tramite il voto segreto, di mandare un segnale all’Ungheria e salvare, compattamente, tutti e tre gli europarlamentari a rischio di perdita dell’immunità. Lo scambio di voti, in particolare, potrebbe essere avvenuto con i Socialisti, così da garantire i voti sia per Dobrev che Magyar.

Il voto segreto in Commissione, però, non consente di confermare né questa né alcuna ipotesi. L’indicazione della Commissione non è comunque vincolante — anche se di solito viene ascoltata — e solo nella sessione plenaria del Parlamento europeo, prevista per la seconda settimana di ottobre, si potrà conoscere definitivamente il destino di Salis, Magyar e Dobrev.

Ripercussioni italiane: Lega e FdI criticano FI

Le ripercussioni del voto europeo, nonostante nessuna delle tre forze di maggioranza conti membri all’interno della Commissione che ha votato contro la revoca dell’immunità a Salis, si sono comunque fatte sentire anche nel dibattito italiano.

Se Fratelli d’Italia ha parlato di un “indegno battuto”, la Lega ha apertamente accusato il Partito Popolare Europeo (PPE) di essere responsabile del "tradimento", dando appuntamento a ottobre, quando il Parlamento europeo metterà la parola fine al caso.

Forza Italia, oltre alle repliche di Nevi e Martusciello, non ha più ribattuto. Anzi, nei post di solidarietà del partito contro gli striscioni di Casapound contro Tajani, la stilettata è andata alla sinistra: “Casapound non si azzardi ad attaccare Tajani con falsità totali sulla Salis. Tajani si è preso gli improperi della sinistra, che lo accusava di non difendere la Salis dal governo ungherese, e ora si prende le critiche da Casapound?”.

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