Fratelli d’Italia fa marcia indietro sulla proposta di legge sui condomini presentata dalla deputata Elisabetta Gardini e firmata da altri dieci onorevoli del partito di Giorgia Meloni. Nella sua formulazione, il testo avrebbe consentito - se approvato - ai creditori dei condomìni di richiedere i saldi dovuti non solo ai morosi, ma anche agli inquilini in regola nei pagamenti.
La proposta, non appena resa nota, ha incassato non solo il freddo sostegno di Lega e Forza Italia, ma anche quello della stessa Fratelli d’Italia. A dare lo stop alla riforma, immediatamente diventata virale e oggetto di polemiche, è stato il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami, che ha fatto sapere di aver fermato l’iter, rinviando a un “ulteriore confronto tra tutti i soggetti interessati”.
Lo stop, d’altronde, appariva inevitabile: “No a nuova burocrazia per i condomini e per gli inquilini che adempiono al loro dovere”, aveva fatto sapere Matteo Salvini; “Presenteremo una proposta di riforma sulla disciplina dei condomini, nella consapevolezza che si tratta di un tema che incide direttamente sulla vita quotidiana di milioni di cittadini e sull’economia del Paese", il commento del responsabile del Dipartimento casa di Forza Italia, Roberto Rosso.
Tra i punti fondamentali della riforma sui condomini presentata da Fratelli d’Italia figurava l’obbligo, per i condomìni con più di venti unità, di nominare un revisore condominiale certificato, incaricato di verificare la contabilità e certificare il rendiconto redatto dall’amministratore. Per tutti i pagamenti del condominio, veniva poi previsto l’addio ai pagamenti in contante e il transito su un conto corrente dedicato, bancario o postale.
Il punto più controverso, però, era quello relativo al rapporto tra condomìni e fornitori: in presenza di crediti, questi ultimi avrebbero potuto rivalersi direttamente sul conto corrente condominiale, senza rivolgersi più esclusivamente ai morosi. Una doppia beffa per gli inquilini in regola che, oltre a farsi carico delle proprie quote, si sarebbero trovati costretti a coprire anche i debiti altrui in proporzione ai millesimi posseduti.
È questo aspetto, tra i diversi punti affrontati dal disegno di riforma – che prevedeva anche l’introduzione dell’obbligo di possedere una laurea per gli amministratori condominiali e la creazione di un elenco professionale presso il Mimit – ad aver suscitato le polemiche più aspre e ad aver rappresentato, in qualche modo, un autogol per il centrodestra, impegnato in giorni cruciali per la chiusura della manovra di bilancio.
Tra i primi a commentare la proposta di riforma dei condomini è arrivato ieri il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, critico non solo sull’idea di far pagare il conto degli inquilini morosi a quelli in regola, ma anche sull’obbligo della laurea per gli amministratori di condominio. A Fratelli d’Italia, ha osservato, “non basta che abbiano fatto formazione e vantino esperienza, vogliono che siano laureati. Ma allora chiediamo la laurea anche per i politici, per chi va in Parlamento, per i presidenti del Consiglio?” ha scritto polemico, rimarcando poi “l’ennesimo pasticcio di questa maggioranza, che ora si mette anche a litigare”.
Duro anche il commento del Partito democratico: “Con il governo Meloni pagano sempre e solo gli onesti. Anche per i disonesti”. “Sono norme sbagliate, che penalizzano chi è in regola, premiano furbi e morosi e aprono valanghe di ricorsi”, ha aggiunto la capogruppo dem, Chiara Braga.
La proposta non ha incassato neppure il sostegno di alcune associazioni di categoria. “Passare oltre” è stato, ad esempio, l’invito di Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, che in un post su X ha ironizzato sulle evidenti criticità del testo. “Mettiamola così: se fosse un decreto-legge, da domani i proprietari di casa dovrebbero cominciare a chiedere qualche prestito”, ha scritto.
E con "evidenti criticità" sono stati gentili. pic.twitter.com/znpNfqfsho
— Giorgio Spaziani Testa (@gspazianitesta) December 18, 2025
Critiche sono arrivate anche dalla stampa tradizionalmente vicina al centrodestra. In un post su X, Maurizio Belpietro ha osservato: “Non solo si introducono un revisore dei conti e un certificatore della sicurezza, ma si prevede che al posto degli inquilini morosi sborsino quelli in regola. La soluzione è un’altra: pignorare i locali di chi non è a norma”.
Sulla stessa linea Nicola Porro: “Albo e laurea per gli amministratori di condominio su proposta di parlamentari che, giustamente, non debbono essere laureati. Lasciateci in pace”.
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