19 Dec, 2025 - 14:46

Riforma dei condomini, autogol di FdI: critiche anche dalla stampa di centrodestra

Riforma dei condomini, autogol di FdI: critiche anche dalla stampa di centrodestra

Fratelli d’Italia fa marcia indietro sulla proposta di legge sui condomini presentata dalla deputata Elisabetta Gardini e firmata da altri dieci onorevoli del partito di Giorgia Meloni. Nella sua formulazione, il testo avrebbe consentito - se approvato - ai creditori dei condomìni di richiedere i saldi dovuti non solo ai morosi, ma anche agli inquilini in regola nei pagamenti. 

La proposta, non appena resa nota, ha incassato non solo il freddo sostegno di Lega e Forza Italia, ma anche quello della stessa Fratelli d’Italia. A dare lo stop alla riforma, immediatamente diventata virale e oggetto di polemiche, è stato il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami, che ha fatto sapere di aver fermato l’iter, rinviando a un “ulteriore confronto tra tutti i soggetti interessati”.

Lo stop, d’altronde, appariva inevitabile: “No a nuova burocrazia per i condomini e per gli inquilini che adempiono al loro dovere”, aveva fatto sapere Matteo Salvini; “Presenteremo una proposta di riforma sulla disciplina dei condomini, nella consapevolezza che si tratta di un tema che incide direttamente sulla vita quotidiana di milioni di cittadini e sull’economia del Paese", il commento del responsabile del Dipartimento casa di Forza Italia, Roberto Rosso.

Cosa prevedeva la riforma sui condomini di FdI

Tra i punti fondamentali della riforma sui condomini presentata da Fratelli d’Italia figurava l’obbligo, per i condomìni con più di venti unità, di nominare un revisore condominiale certificato, incaricato di verificare la contabilità e certificare il rendiconto redatto dall’amministratore. Per tutti i pagamenti del condominio, veniva poi previsto l’addio ai pagamenti in contante e il transito su un conto corrente dedicato, bancario o postale.

Il punto più controverso, però, era quello relativo al rapporto tra condomìni e fornitori: in presenza di crediti, questi ultimi avrebbero potuto rivalersi direttamente sul conto corrente condominiale, senza rivolgersi più esclusivamente ai morosi. Una doppia beffa per gli inquilini in regola che, oltre a farsi carico delle proprie quote, si sarebbero trovati costretti a coprire anche i debiti altrui in proporzione ai millesimi posseduti. 

È questo aspetto, tra i diversi punti affrontati dal disegno di riforma – che prevedeva anche l’introduzione dell’obbligo di possedere una laurea per gli amministratori condominiali e la creazione di un elenco professionale presso il Mimit – ad aver suscitato le polemiche più aspre e ad aver rappresentato, in qualche modo, un autogol per il centrodestra, impegnato in giorni cruciali per la chiusura della manovra di bilancio.

Le reazioni politiche a sinistra

Tra i primi a commentare la proposta di riforma dei condomini è arrivato ieri il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, critico non solo sull’idea di far pagare il conto degli inquilini morosi a quelli in regola, ma anche sull’obbligo della laurea per gli amministratori di condominio. A Fratelli d’Italia, ha osservato, “non basta che abbiano fatto formazione e vantino esperienza, vogliono che siano laureati. Ma allora chiediamo la laurea anche per i politici, per chi va in Parlamento, per i presidenti del Consiglio?” ha scritto polemico, rimarcando poi “l’ennesimo pasticcio di questa maggioranza, che ora si mette anche a litigare”.

Duro anche il commento del Partito democratico: “Con il governo Meloni pagano sempre e solo gli onesti. Anche per i disonesti”. “Sono norme sbagliate, che penalizzano chi è in regola, premiano furbi e morosi e aprono valanghe di ricorsi”, ha aggiunto la capogruppo dem, Chiara Braga.

Critiche di associazioni e stampa vicina al centrodestra

La proposta non ha incassato neppure il sostegno di alcune associazioni di categoria. “Passare oltre” è stato, ad esempio, l’invito di Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, che in un post su X ha ironizzato sulle evidenti criticità del testo. “Mettiamola così: se fosse un decreto-legge, da domani i proprietari di casa dovrebbero cominciare a chiedere qualche prestito”, ha scritto.

Critiche sono arrivate anche dalla stampa tradizionalmente vicina al centrodestra. In un post su X, Maurizio Belpietro ha osservato: “Non solo si introducono un revisore dei conti e un certificatore della sicurezza, ma si prevede che al posto degli inquilini morosi sborsino quelli in regola. La soluzione è un’altra: pignorare i locali di chi non è a norma”.

Sulla stessa linea Nicola Porro: “Albo e laurea per gli amministratori di condominio su proposta di parlamentari che, giustamente, non debbono essere laureati. Lasciateci in pace”.

 

LEGGI ANCHE
LASCIA UN COMMENTO

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
I campi obbligatori sono contrassegnati con *

Sto inviando il commento...