Nel delitto di Garlasco, il 26 settembre 2025 si è registrata una clamorosa svolta: Carabinieri e Guardia di Finanza hanno effettuato perquisizioni nelle abitazioni di ex inquirenti e dei familiari di Andrea Sempio.
L’operazione nasce dall’ombra di corruzione che grava sugli anni dell’archiviazione della posizione di Sempio e coinvolge direttamente l’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti.
Le perquisizioni sono state disposte dalla Procura di Brescia, competente in caso di reati attribuiti a magistrati operanti nel distretto della Corte d’appello di Milano.
Gli accertamenti hanno riguardato le abitazioni di Mario Venditti, che nel 2017 aveva disposto l’archiviazione delle indagini su Sempio, di due ex carabinieri della sezione di polizia giudiziaria di Pavia oggi in congedo, nonché le case dei genitori e degli zii di Andrea Sempio.
Parallelamente, sono stati controllati beni e documenti con l’obiettivo di individuare tracce di flussi di denaro sospetti e ogni possibile elemento collegato all’ipotesi di corruzione.
Al centro dell’inchiesta c’è la presunta corruzione in atti giudiziari di cui sarebbe responsabile Mario Venditti, oggi presidente del Casinò di Campione.
La Procura sospetta che Sempio sia stato “scagionato” nel 2017 grazie a pagamenti compiuti dai familiari dell’uomo e indirizzati – direttamente o indirettamente – a chi ebbe un ruolo nella conduzione delle indagini o nella decisione di archiviazione.
Gli investigatori seguono la pista di un appunto trovato qualche mese fa nell’abitazione dei genitori di Sempio: un foglio su cui comparivano la cifra di “20/30 €”, il nome “Venditti” e la frase “gip archivia”.
Le perquisizioni si inseriscono nel contesto riaperto del caso Poggi: dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi, negli ultimi mesi sono emerse nuove tracce di DNA, impronte e bigliettini che hanno portato a nuovi accertamenti e alla formalizzazione di Andrea Sempio come indagato.
Il nuovo fascicolo ha visto la richiesta di proroga dell’incidente probatorio da parte dei periti della giudice delle indagini preliminari, impegnati nell'analisi di tracce biologiche e latenti conservate dal 2007.
Il blitz odierno mira a fare luce su eventuali depistaggi, omissioni e condotte illegali che potrebbero aver condizionato l'esito delle indagini storiche sul delitto di Garlasco.
L'operazione rappresenta uno spartiacque, sollevando dubbi pesanti sulla trasparenza e la correttezza del lavoro investigativo svolto all’epoca.