Gli ultimi sviluppi sul delitto di Garlasco hanno portato a una serie di perquisizioni, nuove ipotesi investigative e un vero terremoto giudiziario nel pavese. Il focus delle indagini si è recentemente spostato sugli appunti rinvenuti nell’abitazione della famiglia Sempio, al centro del nuovo filone aperto dalla Procura di Brescia contro l’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, con l’accusa gravissima di corruzione in atti giudiziari.
Cosa c’è scritto negli appunti trovati a casa Sempio?
Durante le perquisizioni avvenute a maggio 2025, la Guardia di Finanza e i carabinieri hanno sequestrato un biglietto scritto a mano, secondo gli inquirenti con la grafia di Giuseppe Sempio, padre di Andrea.
L’appunto riporta in modo inequivocabile alcune voci chiave: il nome “Venditti”, la dicitura “gip archivia”, e soprattutto le cifre “20/30” seguite dal simbolo dell’euro. Il significato di questi elementi è oggi al centro degli accertamenti: secondo chi indaga, la nota potrebbe essere la sintesi di un accordo corruttivo finalizzato all’archiviazione dell’indagine su Andrea Sempio nel 2017.
Il promemoria, ritenuto un “prova indiziaria”, è stato confermato anche attraverso riscontri su un prestito di 40mila euro tra gli zii e i genitori di Sempio, indicato dagli investigatori come possibile fonte della somma sospetta.
La Procura di Brescia, competente per reati commessi da magistrati nel distretto milanese, ha avanzato l’ipotesi che Mario Venditti, l’allora procuratore aggiunto di Pavia, abbia ricevuto denaro per scagionare Andrea Sempio.
All’alba del 26 settembre sono scattate perquisizioni nelle abitazioni di Venditti (oggi presidente del Casinò di Campione d’Italia), dei genitori e degli zii di Sempio, oltre che di due ex carabinieri già assegnati alla sezione di polizia giudiziaria di Pavia.
Gli inquirenti ritengono che fra dicembre 2016 e maggio 2017 possa esserci stato un flusso di denaro mirato, proveniente proprio dal circuito familiare Sempio, destinato a influenzare l’esito dell’indagine.
La somma ipotizzata – indicata nell’appunto come “20/30 mila euro” – combacia con alcuni movimenti tracciati nel prestito familiare. Secondo la procura, tale somma sarebbe stata destinata all’ex pm in cambio della chiusura del procedimento a carico di Andrea.
Le indagini, che coinvolgono anche ex appartenenti alle forze dell’ordine ed ex investigatori del caso, cercano ora di stabilire il percorso specifico del denaro e l’attendibilità degli appunti come prova di un patto illecito.
Le intercettazioni e i documenti sequestrati, insieme a testimonianze e flussi bancari, rappresentano il cuore della nuova pista investigativa, che sta travolgendo la credibilità del sistema giudiziario pavese e ridisegnando completamente la posizione processuale di Andrea Sempio.
Lungi dall’essere chiarita, la vicenda ora si amplia e travolge la reputazione di istituzioni e famiglie storicamente coinvolte nel caso Poggi. Mentre la difesa di Sempio nega qualsiasi illecito e sostiene che gli appunti siano privi di valore giuridico, la procura pavese ribadisce la validità del quadro indiziario e la gravità dei fatti, parlando di “un mosaico che macchia nomi, istituzioni e storie di famiglia”.
Nel frattempo, le indagini continuano a scandagliare anche altri documenti, tra cui intercettazioni e bigliettini trovati nella spazzatura, con la convinzione che “le prove non lasciano spazio alla casualità”.