Caccia italiani a difesa del fianco est della Nato? Giorgia Meloni espone gli italiani a pericoli enormi. Ad affermarlo è stato Alessandro Orsini in collegamento con la trasmissione di La7 'Accordi e Disaccordi'.
Secondo il sociologo italiano – attualmente tra le voci più critiche nei confronti della politica estera del governo Meloni – la presenza e l'utilizzo di aerei F-35 italiani a presidio degli spazi aerei del fianco est della Nato rappresenterebbe un grave rischio per la sicurezza dell'Italia e degli italiani.
Il fianco est dell'UE è per intenderci quello al confine con la Russia, che comprende la Polonia, la Romania, le Repubbliche Baltiche e i Paesi Scandinavi.
Un'area che, nelle ultime settimane, è stata oggetto di sorvoli anomali di droni e jet militari di origine incerta. La NATO ritiene si tratti di mezzi militari russi, Mosca nega il proprio coinvolgimento.
In almeno tre occasioni i caccia militari italiani sono intervenuti per allontanare i velivoli responsabili degli sconfinamenti negli spazi aerei dei Paesi membri del Patto Atlantico, fortunatamente senza incidenti.
Il timore a cui Orsini ha dato voce è che, partecipando attivamente alle missioni NATO sul fianco est, l’Italia possa essere coinvolta direttamente in una possibile escalation militare tra NATO e Russia.
Ecco nel dettaglio cosa ha detto Alessandro Orsini sugli F-35 italiani sul fronte est della NATO.
Da un punto di vista geopolitico, attualmente, il fronte est della NATO è il punto più caldo dell'emisfero occidentale: un banale errore sarebbe sufficiente per far scoppiare la Terza Guerra Mondiale.
È il confine tra NATO e Russia e la sua violazione potrebbe portare a una pericolosissima escalation militare. I nostri F-35, in questo momento, si trovano in prima linea nella difesa di questo confine in quanto tra i Paesi aderenti alla missione “Baltic Air Policing”.
Aerei militari italiani avevano avuto un ruolo anche in un precedente avvistamento di droni nei cieli della Polonia, il 9 settembre. Polonia ed Estonia hanno chiesto l'attivazione dell'articolo 4 del Trattato NATO.
La Russia nei giorni scorsi ha chiarito che l'abbattimento dei suoi aerei militari – anche al di fuori del suo spazio aereo – sarebbe considerato un atto di guerra.
Per Alessandro Orsini la partecipazione dell'Italia alla missione Nato a difesa del fronte est rappresenta un grave pericolo per gli italiani.
Ha affermato Orsini che poi ha anche spiegato che il governo italiano avrebbe potuto rifiutarsi di mandare i nostri F-35 nel Baltico, pur essendo membro della Nato.
E allora perché non lo ha fatto? Perché secondo Orsini, il governo italiano esegue gli ordini della Casa Bianca.
Il rischio maggiore è che i jet italiani possano esporsi a scontri o incidenti, che potrebbero degenerare in una escalation militare tra NATO e Russia. Se la guerra in Ucraina dovesse allargarsi, allora, gli Stati più coinvolti militarmente, probabilmente sarebbero i primi bersagli.
L'Italia, come evidenziato da Orsini, in questo momento non dispone di un esercito o di una difesa adeguata per rispondere a eventuali attacchi nemici. Nei giorni scorsi il ministro della Difesa, Guido Crosetto, aveva lanciato un allarme simile.
Con il suo ruolo attivo in operazioni militari NATO, l'Italia rischia di diventare un bersaglio e secondo Orsini ciò mette in pericolo diretto la popolazione italiana che subirebbe le conseguenze di scelte politiche prese senza un'adeguata strategia difensiva.