27 Sep, 2025 - 14:11

"Il lato oscuro della natura", una docu-serie imperdibile, in arrivo su Netflix

"Il lato oscuro della natura", una docu-serie imperdibile, in arrivo su Netflix

Sino ad oggi siamo stati abituati a pensare al documentario naturalistico come a un'esperienza quasi meditativa, rilassante. Una voce calma e autorevole ci guida attraverso paesaggi mozzafiato, svelandoci le meraviglie di un mondo animale governato da regole antiche e maestose.

Ma cosa succederebbe se quella stessa voce, invece di rassicurarci, ci raccontasse una storia di terrore? E se la lotta per la sopravvivenza non fosse più un ciclo naturale da ammirare, ma un incubo da cui non si può fuggire?

Questa è la premessa audace e rivoluzionaria di Nightmares of Nature, Il lato oscuro della natura, la nuova serie Netflix che si preannuncia come uno degli esperimenti televisivi più audaci dell'anno. Ecco perché è imperdibile

Quando la natura diventa un film horror: Netflix e Blumhouse reinventano il documentario con "Il lato oscuro della natura"

Annunciato con un trailer che spiazza e affascina, il progetto è il frutto di una collaborazione tanto improbabile quanto geniale: da un lato Plimsoll Productions, colosso della produzione di documentari naturalistici, e dall'altro Blumhouse Television, la fucina di alcuni dei più grandi successi horror degli ultimi vent'anni, da Get Out a The Purge.

Ecco il trailer ufficiale, grazie a MovieDigger:

A fare da ponte tra questi due mondi, la voce inconfondibile di Maya Hawke (Stranger Things) in America, scelta non a caso per il suo legame con il genere e la sua capacità di oscillare tra un tono giocoso e uno profondamente inquietante.

Il concept è tanto semplice quanto dirompente: applicare la grammatica del cinema horror alla vita degli animali. La serie non si limiterà a mostrare la brutalità della catena alimentare, ma la racconterà attraverso le lenti della suspense, della tensione psicologica e dell'estetica del terrore.

Ogni stagione seguirà le vicende di tre piccoli protagonisti animali, trasformandoli in veri e propri personaggi di un film dell'orrore in cui il mostro non è un'entità sovrannaturale, ma la natura stessa.

Due stagioni consecutive già confermate da Netflix

Netflix ha mostrato una fiducia tale nel progetto da annunciarne due stagioni consecutive, strategicamente posizionate per dominare la conversazione nel periodo autunnale e di Halloween. La prima, intitolata "A Cabin in the Woods" (un palese omaggio a uno dei capisaldi del meta-horror) e in uscita il 30 settembre, ci porterà nelle oscure foreste del Nord America.

Qui, una topolina incinta, un procione irrequieto e una fragile ranocchia si troveranno a fronteggiare pericoli che culmineranno nella scoperta di una baita abbandonata: un apparente rifugio che, in perfetto stile horror, si trasformerà in una trappola ancora più terrificante.

La seconda stagione, "Lost in the Jungle", in arrivo il 28 ottobre, alzerà ulteriormente la posta, trasportandoci nelle foreste pluviali dell'America Centrale.

Un giovane opossum, un'iguana appena nata e un ragno saltatore dovranno navigare non solo i pericoli di una giungla labirintica, ma anche quelli di un laboratorio abbandonato, introducendo un elemento di "orrore scientifico" che promette di essere ancora più angosciante.

Perché è un appuntamento imperdibile

Ma al di là della premessa intrigante, cosa rende Il lato oscuro della natura un evento televisivo da non perdere?

Siamo di fronte a una vera e propria decostruzione di genere. Per la prima volta, due linguaggi considerati agli antipodi, la verità oggettiva del documentario e la manipolazione emotiva dell'horror, vengono fusi per creare qualcosa di completamente nuovo.

È un esperimento audace che potrebbe ridefinire i confini di entrambi i formati, offrendo un'esperienza di visione totalmente inedita.

Il cinema horror funziona perché ci costringe a immedesimarci nella vittima, a provare la sua paura e a sperare nella sua salvezza. Applicare questo meccanismo a una creatura piccola e vulnerabile come un topo o una rana crea un livello di coinvolgimento emotivo esponenzialmente più potente.

Non saremo più semplici osservatori del ciclo della vita, ma vivremo sulla nostra pelle l'ansia costante di essere preda. È un modo rivoluzionario per generare empatia verso il mondo animale.

Inoltre, spogliando la natura del suo velo romantico, la serie ci offre una prospettiva più onesta, e per questo più terrificante, della realtà. La vita selvatica non è una favola Disney, ma una lotta incessante e spietata. 

Si tratta di un'esperienza educativa nel senso più viscerale del termine, insegnandoci il rispetto per la resilienza di queste creature attraverso la paura.

Non è solo un documentario spaventoso; è una tesi provocatoria sulla nostra percezione del mondo naturale. È una scommessa che ci chiede di guardare creature che abbiamo sempre considerato semplici animali e di vederle, per la prima volta, come i protagonisti del nostro peggior incubo.

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