27 Sep, 2025 - 14:44

Perché devi guardare assolutamente la serie Ángela su Netflix

Perché devi guardare assolutamente la serie Ángela su Netflix

Ángela è un thriller psicologico spagnolo che, dopo un passaggio in sordina sulla piattaforma Atresplayer, ha trovato una seconda, trionfale vita a livello globale su Netflix.

Guidata da un'intensa Verónica Sánchez, la serie si sta imponendo come un appuntamento imperdibile, un racconto teso e umano che cattura lo spettatore e non lo lascia più andare.

Ma cosa rende Ángela imperdibile? Perché una serie che, a prima vista, potrebbe sembrare l'ennesimo dramma sulla violenza domestica, sta invece risuonando così profondamente con il pubblico?

La risposta risiede in un equilibrio quasi perfetto tra interpretazioni magistrali, una scrittura intelligente e una messa in scena sobria ma incredibilmente efficace

"Ángela": il ritratto potente di una donna intrappolata che sta conquistando Netflix, ecco perché è imperdibile

Guarda prima il trailer ufficiale:


Ecco, secondo me, cinque ragioni per non perdere questa serie thriller spagnola:


1. Due attrici spettacolari: Verónica Sánchez e Lucía Jiménez

Verónica Sánchez ci regala un ritratto straziante e sfumato di Ángela, una donna la cui vita idilliaca, villa di lusso, famiglia perfetta, è in realtà una prigione dorata.

Dietro la facciata di architetto di successo che ha scelto di dedicarsi alle figlie, si nasconde l'inferno quotidiano di un abuso psicologico subdolo e costante.

Sánchez è magistrale nel trasmettere la confusione, la paura e la lenta erosione dell'autostima causate dal gaslighting perpetrato dal marito. Il suo non è un personaggio passivo, ma una donna intelligente e forte la cui percezione della realtà viene sistematicamente sabotata.

Al suo fianco, il ritorno di Lucía Jiménez nel ruolo di Esther, l'amica avvocato riemersa dal passato, è una boccata d'aria fresca.

Jiménez incarna l'ancora di salvezza, l'unica persona in grado di vedere oltre la maschera di perfezione di Ángela. La loro chimica è palpabile. Menzione d'onore va a Daniel Grao, il cui ritratto di Gonzalo, il marito, è agghiacciante. Evita la caricatura del "mostro" per incarnare un narcisista da manuale, un manipolatore affascinante e terrificante la cui violenza è tanto più spaventosa perché mascherata da amore e preoccupazione.

2. Raccontare l'abuso senza morbosità

Uno dei maggiori pregi di Ángela è il suo approccio alla violenza di genere. La serie evita coraggiosamente di cadere nella trappola del voyeurismo o della spettacolarizzazione del dolore. La telecamera non si sofferma mai sulla violenza fisica in modo gratuito, ma sceglie di concentrarsi sull'aspetto più insidioso e spesso invisibile dell'abuso: quello psicologico.

La sceneggiatura, firmata da un team tutto al femminile, eccelle nel mostrare i meccanismi della manipolazione, dell'isolamento e dell'induzione del senso di colpa. La tensione non nasce da ciò che si vede, ma da ciò che si percepisce: le parole non dette, gli sguardi di controllo, la costante sensazione di camminare sulle uova. È un approccio che rende la narrazione ancora più disturbante perché radicata in una realtà tristemente quotidiana.

3. L'ambientazione è un protagonista aggiuntivo e toglie il fiato

La serie abbandona le solite ambientazioni urbane per immergersi nei paesaggi suggestivi e malinconici della provincia basca della Vizcaya. Le location non sono un semplice sfondo, ma diventano parte integrante della narrazione.

I piccoli borghi costieri come Mundaka o Bermeo, con la loro bellezza selvaggia e a tratti aspra, riflettono lo stato d'animo dei personaggi e contribuiscono a creare un'atmosfera quasi gotica.

Questi luoghi, spesso dimenticati dalla grande fiction, conferiscono alla serie un'identità visiva unica e un senso di isolamento che amplifica la prigionia psicologica di Ángela.

4. Un thriller efficace nella sua semplicità

Ángela sceglie la via della sobrietà. La regia di Norberto López Amado è elegante, precisa e sempre al servizio della storia. Non ci sono virtuosismi inutili, ma una messa in scena che costruisce la tensione passo dopo passo, basandosi sulla credibilità delle situazioni e sulla psicologia dei personaggi.

Certo, non mancano i twist narrativi che non tradiscono mai la logica interna del racconto. È un thriller che si affida più alla suspense che allo shock, dimostrando che una buona storia non ha bisogno di urlare per farsi sentire.

5. Si tratta di una storia autoconclusiva

Infine, in un mondo di universi espansi e stagioni infinite, Ángela è un sollievo. Sei episodi. Un inizio, uno svolgimento e una fine.

Nessuna promessa di sequel, nessuno spin-off. La serie racconta la sua storia in modo completo e soddisfacente, lasciando lo spettatore con un senso di chiusura che è diventato sempre più raro. Questa struttura compatta permette alla narrazione di non disperdersi, mantenendo un ritmo serrato e un focus costante sui suoi temi centrali.

Insomma Ángela è un esempio eccellente di fiction di qualità: intelligente, ben scritta, recitata magistralmente e profondamente umana. È una serie che merita di essere vista, non solo perché intrattiene, ma perché fa riflettere.

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