30 Sep, 2025 - 17:06

"È già ieri": come finisce e dov'è stato girato il film con Fabio De Luigi

"È già ieri": come finisce e dov'è stato girato il film con Fabio De Luigi

Hai presente il loop infinito di "Ricomincio da capo"? Bene: "È già ieri" è la versione tutta italiana di quel "giorno che si ripete in eterno", ambientata tra isole e cicogne.

Uscito nel 2004 e diretto da Giulio Manfredonia, il film mescola commedia e riflessione: protagonista è Filippo Fontana, conduttore arrogante che finisce "intrappolato" in un giorno che non finisce mai. Tra location soleggiate e scenari spagnoli, il film ti fa ridere, riflettere… e sperare che domani cambi qualcosa.

Ma come finisce davvero? E dove l’hanno girato questo strambo remake all’italiana? E il coinvolgimento di Fabio De Luigi, dov’è? Scopriamolo insieme, scena dopo scena.

Dove è stato girato "È già ieri"

Anche se la trama si svolge in una isola delle Canarie, non è alle Canarie che si sono mossi i set: le riprese sono avvenute in Spagna, nella provincia di Almería, in Andalusia. Uno dei luoghi identificati con sicurezza è Isleta del Moro (Níjar, Almería), dove sorge la pensione usata come albergo di Filippo nel film.

Anche la famigerata strada a tornanti che il protagonista percorre con la jeep - e che ogni giorno gli ricorda la routine che non cambia - è nella zona del Parque Natural del Cabo de Gata-Níjar. 

Tra i bar, il mercato e il terrazzo dell’asta di maiali spunta spesso il quartiere di Las Negras (Almería) come scenario riconoscibile nelle scene decisamente più "mondane".

Quindi, anche se il film vuole farci credere che siamo alle Canarie, il "dietro le quinte" ci porta in Andalusia, con scorci mediterranei, mare e paesaggi secchi che ben si prestano al mood da commedia surreale.

Trama di "È già ieri"

Filippo (Antonio Albanese), un giornalista televisivo di successo ma profondamente insoddisfatto, viene inviato a Tenerife per realizzare un servizio sulla nidificazione delle cicogne. 

Durante il soggiorno, una tempesta impedisce la partenza del traghetto, costringendo Filippo e il suo assistente Enrico (Fabio De Luigi)a rimanere sull'isola. Il giorno successivo, Filippo si sveglia e scopre che è di nuovo il 13 agosto, lo stesso giorno che aveva appena vissuto.

Inizialmente, sfrutta la situazione per soddisfare i propri desideri senza conseguenze, ma presto si rende conto che questa ripetizione infinita gli offre l'opportunità di cambiare se stesso e le sue relazioni con gli altri.

Con l'aiuto di Rita (Goya Toledo), una biologa locale, Filippo cerca di comprendere il motivo di questo fenomeno e come uscire dal loop temporale.

Come finisce "È già ieri" (spoiler alert, ma spiegato bene)

Capovolgi l’idea romantica che tutto si risolve con un bacio e "happily ever after": il finale è liberatorio, ma con un pizzico di malinconia.

Filippo si rende conto che per uscire dal loop del 13 agosto non basta divertirsi o abbagliare tutti con conquiste improvvise. Dopo giorni di prove assurde - da suicidi falliti a esagerazioni, da sotterfugi amorosi a gesti altruistici - capisce che l’unico modo è cambiare sé stesso, pensare agli altri.

In un momento chiave - in cui aiuta un anziano che sa che morirà di lì a poco - tenta di mitigare le sue sofferenze: non per vanità, ma per compassione. E poi scopre l’amore autentico con Rita, la biologa che lo ha sopportato e sfidato.

Quella sera, dopo che lei lo crede impazzito e lo respinge, lui non insiste con appropriazioni superficiali, ma si mette in gioco davvero. Alla fine, dopo che lui accetta le proprie debolezze e mostra sincerità, l’incantesimo si rompe.

Quando si sveglia il giorno dopo, non è più il 13 agosto, ma il 14 agosto, piovoso e diverso da qualunque altra mattina. E in quell’alba, si ritrova con Rita al suo fianco e una mandria di maiali da gestire come nuova responsabilità simbolica.

Perché questo remake è particolare

Non è solo la versione italiana di "Groundhog Day": "È già ieri" ha cercato di "italianizzare" la trama, portando il loop in un contesto mediterraneo, con spirito da commedia più che da fantasy.

Come segnala LongTake, il film perde tanto nell’originalità quanto a profondità filosofica, ma mette in scena con ironia e leggerezza le meschinità umane, in una chiave "da isola mediterranea".

Il remake usa la cicogna al posto della marmotta (come richiamo simbolico) e introduce il tema della ripetizione come specchio delle proprie debolezze, tipico della commedia riflessiva italiana.

La colonna sonora del film è stata composta da Luciano Ligabue, che ha contribuito a creare l'atmosfera emotiva delle scene.

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