Se pensavate di aver visto di tutto nel mondo dei true crime, preparatevi a una storia che mescola mistero, tensione e incredulità: Ellen Greenberg, insegnante ventisettenne di Filadelfia, è stata trovata morta nel suo appartamento nel gennaio 2011 con 20 coltellate.
Sì, avete letto bene: 20 ferite da coltello, ma la sua morte è stata dichiarata "un suicidio". Ora, a più di un decennio di distanza, Hulu racconta la vicenda nella docuserie "Morte nell'appartamento 603: Cosa è successo a Ellen Greenberg".
Una storia che ha fatto discutere, indignare e commuovere, tra dubbi della famiglia, revisione dei medici legali e il coraggio dei genitori di cercare giustizia per la loro figlia.
Ecco cosa è successo quella fatidica sera, le ipotesi contrastanti su omicidio o suicidio, e come Hulu ha deciso di portare questa vicenda sul piccolo schermo.
Ellen Greenberg era un’insegnante di prima elementare alla Juniata Park Academy e fidanzata con Sam Goldberg, produttore della NBC Sports. Una vita felice e perfetta. Fino a quella tragica notte del 26 gennaio 2011.
Una violenta tempesta di neve colpisce Filadelfia, costringendo Ellen a lasciare la scuola prima del previsto. Tornata a casa, l’insegnante prepara una macedonia, tranquilla, ordinata, quasi come se si stesse preparando per una serata comfy.
Il fidanzato va in palestra, ma quando torna a casa inizia l'incubo. La porta è chiusa dall’interno. Nessun contatto con Ellen. Così sfonda la porta: Ellen è distesa a terra, in una pozza di sangue.
La scena è agghiacciante: Ellen è stata pugnalata 20 volte, di cui 10 al collo, con una ferita di 15 cm sulla sommità del capo. Aveva lividi su tutto il corpo, ma nessun segno di lotta evidente.
Il centralinista del 911 guida Goldberg nelle prime manovre di rianimazione, mentre emergono dettagli sempre più raccapriccianti: la giovane donna è tecnicamente già morta.
Ma è il dopo a rendere tutto ancora più orribile: l’appartamento viene rapidamente pulito, diversi oggetti personali sono rimossi prima che la polizia possa completare una perquisizione approfondita. Perché?
Il caso ha subito un colpo di scena: inizialmente, il medico legale Dr. Marlon Osbourne classificò la morte come omicidio, dichiarando che Ellen era stata pugnalata da un’altra persona. Poi, in un sorprendente cambiamento, la morte venne riclassificata come suicidio.
Le motivazioni? Nessun segno di effrazione, nessuna prova di lotta e l’intervento della polizia che fece pressioni sul medico legale. Ma la famiglia di Ellen non ha mai accettato questa versione.
I genitori hanno ingaggiato esperti come il medico legale Dr. Cyril Wecht e il neuropatologo Dr. Wayne Ross, che hanno trovato prove di possibile strangolamento e altri indizi che puntano verso un omicidio. Sandee Greenberg, madre di Ellen, ha dichiarato:
Nel 2025, dopo anni di battaglie legali, Osbourne ha firmato una dichiarazione giurata in cui afferma che la morte di Ellen deve essere considerata "qualcosa di diverso dal suicidio".
Il caso resta intricato: con 20 ferite da coltello, lividi sparsi e la porta chiusa dall’interno, molti investigatori indipendenti sostengono che la narrazione del suicidio appare incredibile.
La docuserie esplora proprio questi dubbi, mostrando le incongruenze e dando voce alla famiglia che ha lottato per più di 14 anni affinché la verità venisse a galla.
Hulu ha deciso di portare sullo schermo questa storia incredibile con la docuserie "Morte nell'appartamento 603: Cosa è successo a Ellen Greenberg", composta da quattro episodi.
Ogni puntata approfondisce un aspetto diverso del caso: dalla vita di Ellen, agli ultimi momenti prima della tragedia, fino alla controversa gestione della scena del crimine e al lungo percorso legale dei genitori.
La serie è già disponibile su Hulu negli Stati Uniti, mentre in Italia può essere vista tramite piattaforme di streaming che distribuiscono contenuti Hulu tramite abbonamento o VPN.
Interviste a familiari, esperti legali e patologi forensi arricchiscono le ricostruzioni animate e le fotografie dell’epoca. La docuserie non si limita a raccontare un fatto di cronaca: crea un vero e proprio dibattito sul ruolo della giustizia, dell’interpretazione della scena del crimine e delle discrepanze tra medicina legale e investigazione poliziesca.
Come sottolinea Sandee Greenberg: "Spero che oggi abbiamo reso Ellen orgogliosa di noi, e noi siamo stati certamente molto orgogliosi di lei come suoi genitori".