Quando la Juventus ha acquistato Teun Koopmeiners, i tifosi si aspettavano un centrocampista totale, pronto a garantire gol, assist e leadership come aveva fatto all’Atalanta. Ma la realtà è un’altra: da quando è arrivato a Torino, l’olandese sembra essersi trasformato in un giocatore irriconoscibile e la squadra con lui gioca in campo gioca sempre in 10!
Le sue prestazioni, l'ultima in ordine cronologico di Champions League contro il Vilalreal, continuano a deludere a tal punto che non posso che difinirlo (e non immaginate neanche quanto mi costa da suo estimatore) un morto che cammina in campo! Evidentemente la fiducia dell'ambiente e dell'allenatore non basta più.
Basta guardarlo in campo: Koopmeiners appare svuotato, senza la grinta e l’intensità che lo avevano reso uno dei centrocampisti più completi della Serie A a Bergamo. Il suo linguaggio del corpo comunica stanchezza, rassegnazione, quasi fosse un giocatore spento, un “cadavere calcistico” che vaga per il campo senza convinzione.
Il problema più evidente è la perdita di sicurezza tecnica. All’Atalanta, Koopmeiners era sinonimo di precisione: verticalizzazioni, cambi di gioco, aperture millimetriche. Alla Juve, invece, sbaglia passaggi semplici, appoggi elementari che un centrocampista di livello dovrebbe completare ad occhi chiusi. Un dettaglio che non passa inosservato e che alimenta il malumore dei tifosi bianconeri.
Un altro segnale del suo crollo è la totale assenza di pericolosità offensiva. Dove sono finiti i suoi tiri da fuori, le punizioni velenose e i gol da inserimento? Oggi Koopmeiners sembra non sapere più calciare: conclusioni deboli, imprecise, prevedibili. Un fantasma del giocatore che incantava con la maglia nerazzurra.
Il dramma sportivo è proprio questo: non parliamo nemmeno di una “brutta copia” del Koopmeiners dell’Atalanta. È molto peggio. È un giocatore che ha perso identità, personalità, vigore. Un morto che cammina, che indossa la maglia bianconera ma non riesce a darle nulla in più.
L’investimento pesante fatto dalla Juventus oggi sembra un errore di mercato. Perché Koopmeiners, così com’è, non dà garanzie, non porta qualità, non segna, non imposta. E la domanda sorge spontanea: quanto può ancora durare la pazienza della società e dei tifosi?