02 Oct, 2025 - 12:48

Mio padre: il killer BTK, in arrivo su Netflix, qual è la terribile vera storia

Mio padre: il killer BTK, in arrivo su Netflix, qual è la terribile vera storia

Per trent'anni, è stato un fantasma, un'ombra che si allungava sulla città di Wichita, Kansas. Si firmava con tre lettere agghiaccianti: BTK, un acronimo che lui stesso aveva coniato per descrivere il suo modus operandi: Bind, Torture, Kill. Lega, tortura, uccidi.

Dietro questa sigla si nascondeva uno dei serial killer più elusivi e sadici della storia americana, un uomo che sembrava svanito nel nulla per decenni, lasciando dietro di sé una scia di omicidi irrisolti e una comunità paralizzata dalla paura.

Ma la parte più sconvolgente della sua storia non risiede solo nella brutalità dei suoi crimini, quanto nella maschera che indossava ogni giorno. Ora, un nuovo documentario di Netflix, intitolato Mio Padre: il killer BTK (in uscita il 10 ottobre), promette di squarciare il velo su questa duplice esistenza, raccontando la storia non dal punto di vista degli investigatori, ma da quello di chi ha dormito sotto il suo stesso tetto: sua figlia, Kerri Rawson.

BTK Killer: la vera storia dell'insospettabile padre di famiglia che terrorizzò l'America

Guarda il trailer ufficiale:

Il trailer del documentario pone una domanda che lacera l'anima: "Mio padre ci ha mai amato davvero, o siamo stati solo una copertura per tutto questo tempo?".

La maschera della normalità

Chi era Dennis Rader nella vita di tutti i giorni? Un uomo qualunque, un pilastro della sua comunità. Nato nel 1945, Rader aveva servito nell'aeronautica militare statunitense, si era sposato e aveva avuto due figli.

Era un uomo di famiglia, un volontario per i Boy Scout e persino il presidente della congregazione della sua chiesa. Professionalmente, dopo aver lavorato in una fabbrica, dal 1974 al 1989 aveva trovato impiego presso la ADT Security Services, un'azienda di sistemi di sicurezza.

L'ironia è tanto macabra quanto evidente: l'uomo che si introduceva nelle case per sterminare famiglie, di giorno installava allarmi per proteggerle.

La sua vita pubblica era un capolavoro di mimetismo. Nessuno sospettò mai che dietro quel vicino cortese, quel padre premuroso che accompagnava i figli alle attività, si nascondesse un mostro con fantasie violente e un'insaziabile brama di morte, che in seguito ammise di aver coltivato sin dall'infanzia, torturando animali.

L'inizio del terrore e la nascita di BTK

Il terrore iniziò nel gennaio del 1974. Rader si introdusse nella casa della famiglia Otero e spezzò brutalmente le vite di quattro persone: Joseph, Julie e due dei loro cinque figli, di soli 9 e 11 anni.

Fu solo l'inizio. Nei mesi e negli anni successivi, colpì ancora, prendendo di mira principalmente donne sole.

Ma a Dennis Rader non bastava uccidere. Bramava il riconoscimento, la fama. Frustrato dalla scarsa attenzione mediatica, nello stesso anno lasciò un biglietto all'interno di un libro in una biblioteca pubblica, rivendicando gli omicidi e firmandosi per la prima volta.

Scrisse: "Il nome in codice per me sarà... Legali, torturali, uccidili, B.T.K., vedete che è di nuovo all'opera".

Nel 1977, la sua arroganza raggiunse un nuovo picco quando scrisse a una stazione televisiva locale, chiedendo con rabbia: "Quante persone devo uccidere prima di ottenere un nome sul giornale o un po' di attenzione nazionale?".

La sua lettera scatenò il panico, ma Rader rimase un'entità senza volto. Dopo aver ucciso la sua ultima vittima conosciuta nel 1991, svanì nel nulla. I casi si raffreddarono e per oltre un decennio il killer BTK divenne una leggenda nera, un incubo del passato.

L'arroganza e la caduta del serial killer, come fu catturato

La sua stessa vanità fu la sua rovina. Nel 2004, un giornale locale pubblicò un articolo per il trentesimo anniversario degli omicidi Otero, ipotizzando che il killer BTK fosse ormai morto o in prigione.

L'ego di Rader non poté sopportare l'affronto. Per dimostrare di essere ancora in circolazione, riprese a comunicare con i media e la polizia, inviando pacchi contenenti oggetti appartenuti alle sue vittime e indizi.

Per un anno intero, giocò al gatto e al topo con le forze dell'ordine, un gioco pericoloso che lo portò all'errore fatale.

Nel febbraio 2005, inviò un floppy disk alla polizia, dopo aver chiesto ingenuamente a un detective se il dispositivo potesse essere tracciato.

Gli fu detto di no. Era una bugia. Gli investigatori analizzarono i metadati del disco e scoprirono che era stato usato in un computer presso la Christ Lutheran Church, la chiesa di cui Dennis Rader era presidente. Il cerchio iniziò a stringersi.

Ottenuto un mandato per un test del DNA da sua figlia Kerri (tramite un campione prelevato a sua insaputa), gli investigatori lo confrontarono con le prove biologiche raccolte sulla scena del primo crimine. La corrispondenza era certa.

Dopo 30 anni, il fantasma aveva un nome e un volto. Arrestato, Rader confessò freddamente i suoi dieci omicidi, senza mostrare alcun rimorso. Oggi sta scontando 10 ergastoli consecutivi in un carcere di massima sicurezza del Kansas.

Altri casi irrisolti, è Rader il colpevole?

La storia, però, non è ancora finita. Recentemente, il nome di Rader è stato collegato ad altri casi irrisolti, tra cui la scomparsa di una cheerleader nel 1976.

Sua figlia Kerri, in un tentativo straziante di trovare risposte, è arrivata a confrontarsi con lui in prigione, cercando di far luce su altri possibili crimini.

Il documentario di Netflix promette di esplorare proprio questo abisso: la vita di una donna costretta a rimettere insieme i pezzi di un'esistenza che si è rivelata una menzogna, e la ricerca della verità su un padre che era, al tempo stesso, il suo protettore e uno dei peggiori mostri d'America.

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