Il cioccolato è uno dei cibi più amati al mondo, è il dolce sempre presente sulle tavole di grandi e piccini. Dietro una semplice tavoletta, però, si nasconde una filiera complessa che attraversa oceani e continenti, e un lavoro spesso faticoso ed estremamente sottopagato. Negli ultimi mesi, il prezzo del cacao ha raggiunto livelli record, facendo aumentare, conseguentemente, quello del cioccolato: capire come nasce questa materia prima e perché sia rincarata aiuta a comprendere il suo vero valore.
Il cacao proviene dai semi della pianta tropicale chiamata Theobroma cacao (che significa “cibo degli dei”) che cresce solo vicino all’equator, in un’area definita “The Cocoa Belt”. I maggiori produttori sono Costa d’Avorio e Ghana, responsabili di oltre il 60% della produzione mondiale, seguiti da Nigeria, Camerun, Ecuador e Brasile.
I frutti, chiamati cabosse, vengono raccolti a mano. I semi vengono estratti, fermentati per diversi giorni e poi essiccati al sole prima di essere spediti alle aziende di trasformazione. Qui il cacao viene tostato, macinato e trasformato in pasta, burro e polvere, che diventeranno poi gustose tavolette, praline, creme e bevande.
La coltivazione del cacao è una fatica quotidiana, spesso invisibile ai consumatori. La maggior parte dei coltivatori africani è costituita da piccoli agricoltori che vivono con quasi (a volte nemmeno) un dollaro al giorno, senza accesso a cure sanitarie adeguate o istruzione. Le piantagioni sono vulnerabili a malattie, parassiti e cambiamenti climatici, ma raccolti scarsi significano anche fame e difficoltà economiche per chi lavora nei campi. Molti agricoltori lamentano di guadagnare meno di quanto costerebbe produrre, una condizione che rende la vita estremamente povera e precaria.
Negli ultimi anni, il prezzo del cacao ha subito un’impennata storica. Alla Borsa di New York le quotazioni hanno superato i 10.000 dollari per tonnellata, un record storico se si calcola che è quasi il triplo rispetto ad un anno fa. Le cause principali sono:
Questo ha un impatto diretto sui consumatori: le aziende dolciarie hanno già annunciato aumenti sui prezzi delle tavolette e dei prodotti da forno, con rincari medi tra il 15% e il 30%. Per fare un esempio pratico: una tavoletta di cioccolato fondente al 90% della Lindt prima costava circa 2 euro, mentre oggi il prezzo è salito a 4.50. In pratica, un quadratino di cioccolato che prima costava pochi centesimi oggi pesa di più sul portafoglio, riflettendo una filiera fragile e sempre più costosa. Fino ad allora, ogni tavoletta che gustiamo racchiude non solo dolcezza, ma anche la storia di chi lavora.
A cura di Virginia Mattei