04 Oct, 2025 - 15:04

Quante sono le vittime di Ed Gein ed è vero che ha ucciso anche suo fratello maggiore?

Quante sono le vittime di Ed Gein ed è vero che ha ucciso anche suo fratello maggiore?

Ed Gein, il cui nome evoca un'eco di profondo orrore nella storia criminale americana, è stato ufficialmente collegato alla morte di due donne.

Sebbene la sua figura sia avvolta da sospetti che si estendono ad altre sparizioni, inclusa la misteriosa fine di suo fratello, le uniche uccisioni che gli sono state attribuite con certezza sono quelle di Bernice Worden e Mary Hogan.

Il numero delle sue vittime accertate, però, non riesce a contenere la vastità della sua macabra influenza. La sua depravazione e i rituali grotteschi che riservava ai resti umani hanno infatti marchiato a fuoco l'immaginario collettivo.

Quante sono le vittime di Ed Gein

Cresciuto in un ambiente rurale e isolato del Wisconsin, Gein visse un'esistenza oppressa da una relazione tossica e soffocante con sua madre, Augusta. Donna di fede fanatica, gli trasmise un profondo disprezzo per il mondo e, in particolare, per la figura femminile. Fu con la sua scomparsa che l'equilibrio mentale già precario di Gein si spezzò, spingendolo in una spirale di necrofilia e violenza.

Il velo di orrore si squarciò quando le forze dell'ordine, investigando sulla sparizione della proprietaria di un negozio di ferramenta, Bernice Worden, fecero irruzione nella sua fattoria.

Ciò che scoprirono andava oltre ogni immaginazione: il corpo decapitato della donna e un'abitazione trasformata in un macabro museo, adornato con oggetti realizzati con parti di corpi umani.

Le indagini rivelarono anche il suo coinvolgimento nell'omicidio di Mary Hogan, una barista svanita nel nulla anni prima.

E questi sono gli unici due omicidi che gli furono attribuiti. Oltre a questi omicidi, Gein ammise di aver profanato numerose tombe, dissotterrando cadaveri di donne che, nella sua mente contorta, avrebbero dovuto in qualche modo prendere il posto della madre defunta.

Con i loro resti, creava oggetti di uso comune e persino un abito di pelle, in un delirante tentativo di incarnare la figura materna.

Dopo il suo arresto, Gein fu giudicato incapace di intendere e di volere e trascorse il resto dei suoi giorni in un istituto psichiatrico, dove si spense. La sua storia, però, non morì con lui.

L'influenza di Ed Gein sul cinema horror

La sua morbosa ossessione per la madre, la sua doppia vita di uomo apparentemente innocuo e di mostro spietato, e la sua raccapricciante collezione di "ricordi" umani divennero un fertile terreno per la letteratura e il cinema dell'orrore.

Il personaggio di Norman Bates nel celebre "Psycho", con il suo legame patologico con la madre, è una chiara trasposizione della vicenda di Gein. Allo stesso modo, Leatherface, l'iconico assassino di "Non aprite quella porta" con la sua maschera di pelle umana, e Buffalo Bill de "Il silenzio degli innocenti", che scuoiava le sue vittime, sono evidenti riflessi dell'orrore reale incarnato da Ed Gein. 

Ed Gein uccise anche suo fratello?

La morte del fratello Henry rimane uno dei grandi misteri irrisolti nella biografia del "Macellaio di Plainfield". Mentre il piccolo schermo ne offre una versione drammatica, la realtà storica è più ambigua.

Nella finzione televisiva, Ed lo colpisce a morte per poi inscenare un incendio per coprire il delitto. La realtà, come spesso accade, è meno definita. Henry morì effettivamente durante un incendio, ma la causa ufficiale fu asfissia. Sebbene sul corpo fossero presenti segni sospetti, all'epoca le autorità non indagarono per omicidio.

Fu solo dopo la scoperta degli orrori nella fattoria di Gein che i dubbi su quella morte riemersero prepotentemente, anche perché fu proprio Ed a condurre gli inquirenti al corpo del fratello. Gein, però, non confessò mai.

Ma la serie non si ferma qui, prendendosi altre licenze narrative per riempire i vuoti di una vita solitaria e malata. Viene introdotta la figura di Adeline Watkins, presentata come una sorta di fidanzata che lo introduce alle atrocità della Seconda Guerra Mondiale.

Nella realtà, la stessa Watkins ridimensionò la loro relazione a una breve e intermittente frequentazione, negando di aver mai avuto un ruolo così significativo nella sua vita.

Al di là dei dubbi e delle drammatizzazioni, ci sono i fatti, agghiaccianti e incontestabili.

Nel novembre del 1957, le indagini sulla scomparsa della negoziante Bernice Worden portarono la polizia alla fattoria di Gein. Ciò che trovarono superava ogni fantasia macabra: il corpo mutilato della donna e una casa trasformata in un santuario dell'orrore, arredata con resti umani.

Teschi usati come ciotole, paralumi di pelle umana e un corsetto ricavato da un torso femminile. Lì dentro furono rinvenuti anche i resti di Mary Hogan, una barista scomparsa tre anni prima.

Perché Ed Gein uccideva e profanava cadaveri?

Il movente di tanta depravazione affondava le radici nel rapporto tossico con la madre, Augusta, una donna dalla religiosità fanatica e opprimente che lo aveva cresciuto nel terrore del peccato e delle donne.

Dopo la sua morte, Gein iniziò a profanare tombe, riesumando cadaveri di donne di mezza età nel delirante tentativo di "ricreare" sua madre, arrivando a indossarne la pelle per sentirla più vicina.

Il percorso giudiziario di Gein fu complesso: dichiarato incapace di sostenere un processo, trascorse il resto della sua vita confinato tra le mura di istituti psichiatrici, dove morì nel 1984.

Oggi, la nuova serie Netflix, con una performance intensa di Charlie Hunnam, costringe una nuova generazione a guardare in faccia quel male.

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