Ci sono Gaza e la Flotilla al centro degli interventi di Elly Schlein, ospite al festival Rumore di Fanpage.it.
Intervistata dal direttore Francesco Cancellato, la segretaria del Partito Democratico ha affrontato anche il tema delle elezioni regionali e lo stato di salute del “campo largo”, la proposta politica che le opposizioni di centrosinistra stanno cercando di costruire in vista delle prossime elezioni politiche.
Nel corso dell’incontro, Schlein ha criticato il governo Meloni, non solo per le posizioni sui dossier internazionali – in primis il rapporto con Israele – ma anche sulla gestione interna del Paese, a partire dalla sanità.
L’intervista di Schlein si è aperta subito sul tema della guerra in Palestina. “Stiamo facendo rumore”, ha dichiarato, “contro il genocidio a Gaza e per la fine dell’occupazione in Palestina”, ricordando la “mobilitazione di rabbia e indignazione” che in questi giorni ha attraversato il Paese nelle manifestazioni di piazza e che hanno dimostrato che "la società civile è migliore di chi la governa"
Una mobilitazione a cui, secondo Schlein, si è contrapposta l’immobilità del Governo, da cui “non abbiamo sentito una parola sull’intercetto illegale nelle acque internazionali della Flotilla, ma solo attacchi agli attivisti”, citando le parole della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Al centro della critica della segretaria del Pd c’è la postura del governo Meloni nei confronti di Netanyahu, mai criticato o condannato dalla premier.
Ma non solo: Schlein ha denunciato la mancanza di risposte dell’esecutivo, ad esempio sulla richiesta delle opposizioni di sospendere il memorandum di cooperazione militare con Israele. Sul riconoscimento della Palestina, ha affermato:
Sul piano Trump, Schlein si è detta speranzosa sul raggiungimento di un accordo, “al netto dei singoli punti del piano” che non convincono. Un aspetto su cui la segretaria ribadisce la necessità di una prospettiva chiara per “il riconoscimento dello Stato di Palestina”, con un “pieno coinvolgimento dei palestinesi”.
Dai dossier internazionali, Elly Schlein passa poi ai temi di politica interna, a partire dalla costruzione della proposta politica del campo largo.
“Non ho mai chiamato la coalizione ‘campo largo’”, ha precisato Schlein, “abbiamo costruito questa coalizione per andare insieme in tutte le regioni, e non abbiamo mai litigato sulle liste”, mentre, rilancia “la coalizione di governo non è ancora riuscita a esprimere i suoi candidati in Puglia, Toscana e Campania”.
Il progetto, racconta la segretaria, deve fondarsi “sulla visione del futuro del Paese”, su “difesa della scuola pubblica, della ricerca e dell'università – dove c’è un attacco del Governo, non meno pericoloso di quello di Trump – sul salario minimo, sull’industria e sull’automotive.
Il piano più difficile, come evidenziato, è quello di politica estera. Su questo Schlein si dice possibilista:
“L’unità”, dice Schlein, “non è una condizione sufficiente per arrivare alla vittoria, ma un presupposto indispensabile”.
La strategia del progetto elettorale del campo largo passerà, però, inevitabilmente, per la definizione della legge elettorale. Su questo punto, Schlein smentisce il retroscena secondo cui avrebbe affrontato il tema con Meloni:
“A destra c'è voglia di cambiare la legge elettorale perché ora, dopo anni, abbiamo riunito le forze del centrosinistra e hanno paura di perdere”, ha dichiarato la segretaria Pd a Francesco Cancellato.
Infine, il tema della sanità, su cui “Meloni continua a mentire. Dice di avere fatto il più grande investimento della storia nella sanità pubblica, ma la spesa sanitaria rispetto al Pil è sempre scesa, fino a toccare il minimo negli ultimi 15 anni”, attacca Elly Schlein, rilanciando la necessità di una grande riforma.
“Noi stiamo ascoltando operatori sanitari ed esperti”, dice la segretaria, “la pandemia ci ha insegnato che la sanità del futuro è quella del territorio, quella di prossimità”.
“Siamo uno dei Paesi più anziani del mondo”, conclude, “e non abbiamo sanità e welfare che guardino ai bisogni delle persone, con una legge sui caregiver”.