Archiviato il voto in Calabria, dove gli exit poll certificano la straordinaria vittoria di Roberto Occhiuto, governatore uscente per il centrodestra, è arrivato per la maggioranza di governo il momento di definire ufficialmente le candidature per Campania, Veneto e Puglia.
Proprio in Campania, secondo le ultime indiscrezioni, il nome del candidato potrebbe essere svelato già oggi.
Salvo sorprese dell’ultimo minuto, a guidare la coalizione di centrodestra alle prossime regionali dovrebbe essere il meloniano Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri, che da mesi si mostra pronto a scendere in campo al servizio della sua regione.
Se ufficializzata, la discesa in campo di Cirielli avverrà tuttavia in un clima tutt’altro che sereno, segnato dall’ennesimo strappo tra i partiti di governo.
Forza Italia, attraverso la voce del suo segretario regionale Fulvio Martusciello, spinge perché, una volta candidato, il viceministro degli Esteri si impegni pubblicamente a lasciare l’incarico ministeriale per restare in consiglio regionale, anche in caso di sconfitta, dimettendosi da deputato.
A Cirielli sarebbe quindi stata prospettata l’ipotesi, ribattezzata in queste ore “Lodo Cirielli”: il viceministro lascerebbe Ministero e Parlamento per rimanere in consiglio regionale fino al 2027, con la possibilità di essere poi ricandidato alle elezioni politiche, con ampissime garanzie sulla rielezione.
Il presunto dibattito è stato smentito dai protagonisti: "Lodo Cirielli? Non ne so nulla", ha commentato Martusciello. Il viceministro, diretto interessato, non ha rilasciato alcuna dichiarazione.
Il leader campano di Forza Italia ha però ribadito un principio chiaro: "Chi si candida a guidare una Regione deve restare su quel territorio anche in caso di sconfitta. Le regionali sono un viaggio di sola andata". L’idea è stata confermata anche dal senatore Maurizio Gasparri che ha assicurato: “Non faremo come Matteo Ricci, sconfitto nelle Marche e rimasto europarlamentare”.
Un muro, quello alzato da Forza Italia, che non è certamente piaciuto alla premier, la quale non ha gradito l’ultimatum lanciato dal partito. Anche perché, è bene ricordare, solo fino a pochi giorni fa i forzisti avevano lanciato per la Campania la candidatura di Giosy Romano, che poi si è chiamato fuori dalla corsa.
La tensione, insomma, resta alta, tanto da lasciare ancora aperta la possibilità di una candidatura del prefetto Michele Di Bari e da far prospettare che l’annuncio ufficiale possa slittare di qualche ora.
Il tempo, però, continua a scorrere, e la partita per il centrodestra è sempre più complessa e articolata: l’indicazione del candidato in Campania non serve solo a chiudere la questione regionale, ma è fondamentale anche per sbloccare le trattative in Veneto e in Puglia, due regioni che andranno al voto insieme alla Campania il prossimo 23 e 24 novembre.
Insomma: la scelta del candidato in Campania un passaggio cruciale per l’intero centrodestra, la cui guerra interna può solo che favorire le opposizioni.
In Campania, peraltro, la campagna elettorale è già entrata nel vivo da settimane, con il candidato del centrosinistra Roberto Fico attivo su tutti i territori e il candidato outsider Stefano Bandecchi – che correrà da solo, sfidando sia destra sia sinistra, con la lista “Dimensione Bandecchi”.
Tre profili indubbiamente diversi, il cui scontro potrebbe infiammare ulteriormente la campagna elettorale campana.
Fino a oggi, Fico e Bandecchi hanno avuto gioco facile nel denunciare l’immobilità del centrodestra, incapace dopo mesi di presentare un progetto chiaro ai cittadini campani.
“Evidentemente al centrodestra della Campania non importa nulla”, aveva commentato Bandecchi spiegando le ragioni della sua candidatura, “mentre a me sì, e per questo ho deciso di scendere in campo”.