07 Oct, 2025 - 12:10

La nostra selezione Prime Video: le 3 migliori serie da guardare

La nostra selezione Prime Video: le 3 migliori serie da guardare

Prime Video offre una vasta gamma di generi che spaziano dal dramma psicologico all'animazione irriverente. Sebbene il ritorno di Gen V, lo spin-off del franchise di The Boys, abbia catturato i riflettori, ci sono altre gemme, forse meno chiacchierate ma altrettanto meritevoli, che attendono di essere scoperte.

Ecco una selezione di tre serie che, per motivi diversi, rappresentano una visione imprescindibile per chi cerca qualità, originalità e performance memorabili. Scendiamo nei dettagli.

Tre serie da non perdere su Prime Video

1. Helluva Boss 

Nata come fenomeno di culto sul canale YouTube della sua creatrice, Vivienne "VivziePop" Medrano, Helluva Boss è la dimostrazione che l'animazione per adulti può essere audace, intelligente e visivamente sbalorditiva.

Ambientata nello stesso universo narrativo di Hazbin Hotel, la serie segue le disavventure della "Immediate Murder Professionals" (I.M.P.), un'improbabile agenzia di assassini con sede all'Inferno che offre i propri servizi letali nel mondo dei vivi.

Ciò che rende Helluva Boss una visione imperdibile è il suo equilibrio quasi perfetto tra commedia nera, musical sfrenati e un'inaspettata profondità emotiva dei suoi personaggi.

La serie non si fa scrupoli nel trattare temi maturi con un umorismo tagliente e spesso politicamente scorretto, ma sotto la superficie caustica si nasconde una scrittura sorprendentemente solida, che esplora le dinamiche disfunzionali di un team di lavoro decisamente fuori dal comune.

L'animazione è fluida e vibrante, un tripudio di colori e design che conferisce all'Inferno una personalità unica. Con l'acquisizione da parte di Prime Video, che ha recentemente rilasciato le prime due stagioni in versione integrale e senza censure, la serie è ora accessibile a un pubblico più vasto, pronta a consolidare il suo status di cult.

È una boccata d'aria fresca nel panorama dell'animazione, consigliata a chi non teme l'umorismo dark e apprezza una narrazione che sa essere tanto esilarante quanto toccante.

2. Inseparabili (2023):

Confrontarsi con un maestro come David Cronenberg è un'impresa rischiosa, ma la miniserie Inseparabili (titolo originale Dead Ringers), sviluppata da Alice Birch, riesce non solo a omaggiare l'omonimo film del 1988, ma anche a costruirsi una propria, terrificante identità.

La serie, che inverte il genere dei protagonisti originali, vede una straordinaria Rachel Weisz nel doppio ruolo delle gemelle ginecologhe Beverly ed Elliot Mantle.

La loro simbiosi professionale e personale è tanto brillante quanto tossica, un legame morboso che le porta a condividere tutto: lo studio medico, l'appartamento e persino gli amanti.

Quello che rende questa serie un capolavoro di tensione è la sua capacità di esplorare le zone grigie dell'etica medica e della psiche umana.

La regia elegante, la fotografia fredda e asettica e una sceneggiatura affilata come un bisturi creano un'atmosfera opprimente, in cui l'ambizione delle due sorelle si trasforma in una discesa agli inferi.

La performance di Rachel Weisz è semplicemente magistrale; l'attrice riesce a dare a ciascuna gemella una personalità distinta e credibile, rendendo palpabile sia l'amore che la distruttività del loro legame.

Pur essendo un thriller psicologico a tutti gli effetti, la serie solleva questioni profonde sulla maternità, la fertilità e i limiti della scienza, rendendola una visione tanto inquietante quanto intellettualmente stimolante.

3. Expats (2024): 

Spesso, le serie più meritevoli sono quelle che passano sotto silenzio, ed Expats è un esempio lampante di questo fenomeno.

Creata e diretta dalla talentuosa Lulu Wang (già acclamata per The Farewell), questa miniserie è un adattamento del romanzo The Expatriates di Janice Y.K. Lee.

Ambientata in una Hong Kong vibrante e complessa, la storia intreccia le vite di tre donne americane espatriate, interpretate da Nicole Kidman, Sarayu Blue e Ji-young Yoo, le cui esistenze vengono irrevocabilmente segnate da una tragedia comune.

Ciò che eleva Expats al di sopra del semplice melodramma è la sensibilità con cui Wang esplora i temi del lutto, del privilegio e dell'identità culturale.

La narrazione è lenta, introspettiva, e richiede allo spettatore pazienza e attenzione, ma la ricompensa è un'esperienza emotiva profonda e stratificata.

Al centro di tutto c'è una performance di Nicole Kidman che merita di essere riscoperta. Lontana dai ruoli più appariscenti, qui l'attrice offre un'interpretazione contenuta, quasi sussurrata, di una madre devastata dal dolore, riuscendo a trasmettere un'intera gamma di emozioni complesse con un solo sguardo.

La serie è un'opera d'arte visiva, con una regia che cattura magnificamente l'atmosfera e le contraddizioni di Hong Kong. Nonostante non abbia raggiunto il grande pubblico, Expats è stata acclamata dalla critica come una delle migliori produzioni dell'anno, un dramma maturo e commovente che rimane impresso a lungo dopo la visione.

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