C’è Keanu Reeves, ci sono samurai, streghe, mostri e un Giappone che sembra uscito da una leggenda - ma rivestito di effetti speciali e colori pop. "47 Ronin" è il film del 2013 diretto da Carl Rinsch che mescola storia, mito e fantasy in un cocktail visivo mozzafiato.
Un progetto ambizioso, diventato nel tempo un cult per gli amanti dell’azione con un tocco mistico - nonostante il tragico flop al botteghino. Reeves, nel ruolo di Kai, l’eroe mezzo giapponese e mezzo straniero, si muove in un mondo dominato da onore, vendetta e magia nera, dove le katane brillano tanto quanto gli incantesimi.
Basato sull’antica leggenda dei quarantasette rōnin, il film prende la storia e la trasforma in una fiaba dark: ecco cosa sappiamo sulla trama, le location e il finale della pellicola.
Nel Giappone del tardo Medioevo, Kai è un mezzosangue cresciuto ai margini. Trovato da bambino nei boschi di Wakkanai, viene adottato dal nobile Asano Naganori, il governatore del dominio di Akō, che lo accoglie come un figlio. Kai cresce accanto a Mika, la figlia del suo padrone, e tra i due nasce un amore impossibile, sussurrato tra doveri e sguardi proibiti.
Ma la pace dura poco. Entra in scena Lord Kira, rivale ambizioso e senza scrupoli, deciso a impadronirsi del feudo di Asano. Al suo fianco c’è Mizuki, una strega dalle sembianze di donna e dagli occhi di volpe. Con un incantesimo, Mizuki scatena un kirin che semina il caos durante una battuta di caccia. Kai riesce a ucciderlo, ma intuisce che dietro tutto c’è la mano di Kira e della sua misteriosa alleata.
Quando lo shōgun Tokugawa Tsunayoshi arriva in visita, Kira orchestra un piano per distruggere Asano. Mizuki lo ipnotizza, facendogli credere che il rivale stia attaccando sua figlia. Nel delirio, Asano colpisce Kira e, per l’offesa, è costretto a compiere seppuku. Kai viene ridotto in schiavitù e gli uomini di Asano, guidati da Oishi, diventano rōnin: samurai senza padrone, privati di ogni onore.
Passa un anno. Oishi viene liberato e, con suo figlio Chikara, decide di riunire i compagni sparsi. Sa che Asano è stato vittima di un inganno e che solo la vendetta potrà ristabilire l’onore del clan. Liberano Kai dalla colonia olandese di Dejima, e si preparano a eliminare Kira.
Per farlo, Kai li conduce nella foresta dei Tengu, un luogo mistico dove aveva vissuto da bambino. Qui gli uomini affrontano prove magiche e ricevono spade forgiate dai Tengu stessi, ma con una regola d’oro: non sguainare mai la lama all’interno del tempio. È un test di disciplina e forza spirituale. Superata la prova, i rōnin tornano pronti a riprendersi il loro destino.
I rōnin pianificano un’imboscata durante il pellegrinaggio di Kira, ma cadono in una trappola: molti di loro muoiono in battaglia, mentre Mizuki si prende gioco di Mika, prigioniera e destinata a sposare Kira. Tutto sembra perduto, ma Kai e Oishi non si arrendono. Con i pochi sopravvissuti, si infiltrano nel castello.
Durante l’assalto, Kai affronta la strega Mizuki, che si trasforma in un drago dalle scaglie lucenti e dagli occhi di fuoco. È il momento in cui la componente fantasy esplode in tutto il suo splendore visivo: magia contro acciaio, amore contro maledizione. Kai riesce a usare i poteri dei Tengu e sconfigge Mizuki in un duello che è metà battaglia, metà rito di purificazione.
Nel frattempo, Oishi sfida Kira in un combattimento all’ultimo sangue e, dopo uno scontro mozzafiato, lo decapita, ponendo fine al regno dell’inganno. Con la testa del nemico tra le mani, i rōnin si arrendono allo shōgun, consapevoli di aver violato la legge ma salvato l’onore.
Il verdetto è inevitabile: la morte. Ma lo shōgun riconosce il loro gesto eroico, permettendo loro di morire come samurai. In un finale solenne e toccante, i quarantasette rōnin compiono il seppuku, unendo vendetta e redenzione in un atto di puro bushido.
Anche se la storia è ambientata nel Giappone feudale, gran parte delle riprese di "47 Ronin" si è svolta in Europa. Il viaggio visivo del film è un mix di realtà e suggestione.
I set principali sono stati costruiti a Budapest, dove Origo Film Group ha ospitato enormi scenografie che ricreavano templi, foreste e i villaggi giapponesi.
Successivamente, la produzione si è spostata agli Shepperton Studios nel Regno Unito, per girare le scene più intime e di dialogo, mentre alcune riprese aggiuntive si sono svolte in Giappone, per catturare paesaggi autentici e tramonti che solo il Sol Levante può regalare.