09 Oct, 2025 - 12:07

La Lega rinuncia alla Lombardia per salvare il Veneto: la resa di Salvini agita il Nord

La Lega rinuncia alla Lombardia per salvare il Veneto: la resa di Salvini agita il Nord

Matteo Salvini ha ceduto la Lombardia a Fratelli d’Italia per assicurarsi il Veneto. 

Ieri il centrodestra ha infatti sbloccato il nodo delle candidature per le prossime elezioni regionali. Dopo un braccio di ferro durato mesi, la Lega ha ottenuto la candidatura di Alberto Stefani, vicesegretario federale della Liga Veneta, riuscendo a respingere il tentativo di Fratelli d’Italia di conquistare la regione.

Un’ambizione, quella del partito di Giorgia Meloni – ormai saldamente alla guida della coalizione – che però dovrà essere compensata con un’altra regione di peso, come la Lombardia.

A confermarlo è stato lo stesso Salvini che, in una dichiarazione, ha prima chiarito che “il candidato presidente in Lombardia non è legato al Veneto”, salvo poi aggiungere che il nome per il Pirellone “sarà annunciato al momento opportuno, riconoscendo il diritto di individuare il candidato presidente al partito con il più recente maggior peso elettorale in Lombardia”.

Salvini punta sul Veneto, ma perde la Lombardia


Per garantirsi la guida del Veneto nella partita delle prossime elezioni regionali,  il leader della Lega, Matteo Salvini, avrebbe dunque momentaneamente rinunciato alla Lombardia. Il ragionamento, probabilmente, è stato quello di garantirsi una vittoria oggi, per poi affrontare le partite future domani.

La Lombardia, infatti, andrà al voto nel 2028. Due anni in cui tutto può cambiare, anche se – osservando il trend che dalle politiche del 2022 ha portato Fratelli d’Italia alla guida stabile del centrodestra, con un consenso mai scalfito e persino in crescita – c’è da aspettarsi che la rivendicazione della Lombardia da parte della Lega diventi sempre più difficile.

Di questo, almeno, sono convinti in Fratelli d’Italia che, secondo quanto riporta Repubblica, avrebbero già individuato in Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, il possibile successore di Attilio Fontana.


Lega lombarda in rivolta, Romeo: “Io non mollo”

Lo scenario, dopo mesi già tesi, ha fatto esplodere il malcontento nella Lega lombarda. Tanto che il segretario regionale, Massimiliano Romeo, si sarebbe rifiutato ieri di firmare il comunicato stampa congiunto con Salvini. 

“Io non cederò mai la Lombardia a FdI. Non metterò la mia firma, non consegnerò la mia regione a Meloni”, ha dichiarato Romeo al Foglio, ricordando con fastidio “i tempi del 4% della Meloni, quando Ignazio La Russa sbraitava per avere posti in Regione”. “Io non mollo” ha ribadito, sottolineando come per la Lega la Lombardia conti più di un ministero a Roma.

“La premier deve essere accomodante” ha avvertito, aggiungendo che “in Lombardia si vota fra tre anni e conta la tenuta della maggioranza”. Un messaggio chiarissimo: se Fratelli d’Italia prende tutto, il Governo può saltare.


Vannacci e il rischio spaccatura nel Carroccio

A pesare sui futuri equilibri interni alla Lega c’è, peraltro, l’incognita Roberto Vannacci. Il nuovo vicesegretario del partito sta assumendo un ruolo sempre più influente nelle dinamiche interne — come si è visto in Toscana, dove Salvini gli ha affidato la stesura delle liste elettorali.

Forte del suo consenso personale e determinato a costruire una sorta di “partito nel partito”, Vannacci sembra pronto a reclamare sempre più spazio nei territori, anche a scapito dei militanti delle regioni storiche della Lega.

Per la Lega lombarda la sfida è dunque doppia: da un lato la necessità di difendere la propria influenza di fronte all’ascesa di Fratelli d’Italia — che, secondo alcune ipotesi, potrebbe perfino anticipare le elezioni al 2027 per accorparle alle politiche e trainare le proprie liste — dall’altro quella di arginare le tensioni interne, con un Carroccio sempre più attraversato dalle ambizioni dei sostenitori di Vannacci.

LEGGI ANCHE