Victoria Beckham, icona globale e sinonimo di stile, ha deciso di svelare uno dei capitoli più dolorosi e privati della sua vita.
Nella nuova docuserie Netflix a lei dedicata, l'ex Spice Girl, oggi acclamata stilista, offre una testimonianza cruda e onesta sulla sua lotta contro un disturbo alimentare, emerso nel tumultuoso periodo successivo allo scioglimento del gruppo che l'aveva resa una star mondiale.
Le sue parole non sono solo una confessione, ma un'analisi profonda di come la pressione mediatica e la perdita di controllo possano erodere la percezione di sé.
La serie, intitolata semplicemente "Victoria Beckham", la segue mentre prepara una sfilata di moda a Parigi, ma utilizza questo presente frenetico come trampolino per guardare indietro, a un passato segnato da un'insicurezza profonda.
"Quando hai un disturbo alimentare, diventi molto bravo a mentire", confessa la Beckham, ammettendo di non aver mai parlato apertamente del suo problema, nemmeno con i suoi genitori.
Questa segretezza era un meccanismo di difesa contro un mondo che sembrava costantemente giudicarla. "Ti condiziona davvero quando ti viene detto costantemente che non sei abbastanza, e suppongo che questo sia rimasto con me per tutta la vita".
Il punto di rottura, spiega, è coinciso con la fine delle Spice Girls nel 2000. Privata della struttura e della protezione del gruppo, si è trovata esposta a un livello di scrutinio senza precedenti.
La stampa britannica, nota per la sua aggressività, non le ha risparmiato nulla, affibbiandole soprannomi crudeli e contraddittori. "Sono stata di tutto, da 'Porky Posh' a 'Skinny Posh'", ricorda nel documentario. "È stato pesante, e questo fa male".
In un mondo in cui non poteva governare ciò che veniva scritto su di lei o le immagini che venivano pubblicate, ha trovato l'unica cosa che poteva dominare: il suo corpo. "Non avevo alcun controllo su ciò che veniva scritto su di me... e suppongo di aver voluto controllare questo", spiega. "Potevo controllare il mio peso, e lo stavo controllando in un modo incredibilmente malsano".
Uno degli aneddoti più scioccanti e rivelatori è quello relativo a un'apparizione televisiva nel 1999, solo sei mesi dopo la nascita del suo primo figlio, Brooklyn.
In diretta nazionale, le fu chiesto di salire su una bilancia per essere pesata. "Oggi ne ridiamo e ci scherziamo", commenta, "ma ero davvero, davvero giovane, e quello fa male".
Suo marito, David Beckham, interviene nella serie per contestualizzare l'accaduto, sottolineando quanto fosse tossico il clima mediatico di allora. "La gente sentiva che fosse giusto criticare una donna per il suo peso... c'erano molte cose che accadevano in TV allora che non potrebbero accadere oggi".
Questa pressione costante ha avuto un impatto psicologico devastante. Victoria racconta di aver iniziato a "dubitare di sé stessa e a non piacersi", perdendo gradualmente "ogni senso della realtà".
Ha sviluppato una forma di dismorfia corporea che la portava a essere "molto critica" nei confronti della propria immagine riflessa allo specchio. "Non mi piaceva quello che vedevo", ammette con disarmante onestà.
Oggi Vittoria è una professionista e una imprenditrice affermata con un rapporto finalmente sano con il cibo.
Una fonte vicina alla produzione aveva già anticipato a Page Six che la serie avrebbe affrontato queste tematiche per offrire al pubblico una comprensione più profonda di ciò che ha passato.
C'è, tuttavia, un'eco di quella disciplina ferrea che ancora oggi la caratterizza. In una scena, quando David le offre un pezzo di cioccolato, lei risponde con fermezza: "Non tocco cioccolato dagli anni '90. Non inizierò di certo ora".
"Victoria Beckham" include anche interviste a figure di spicco come Anna Wintour, Tom Ford e Donatella Versace. Non perderlo, si annuncia come un ritratto completo e sfaccettato, un'opera che va oltre la facciata di Posh Spice per rivelare la vulnerabilità, la resilienza e la straordinaria forza di una donna che ha imparato a riprendere il controllo della propria vita in modo sano e costruttivo.