09 Oct, 2025 - 18:00

Chi doppia Charlie Hunnam in Ed Gein e perché ci sono critiche contrastanti?

Chi doppia Charlie Hunnam in Ed Gein e perché ci sono critiche contrastanti?

Charlie Hunnam ci regala un'interpretazione eccezionale e molti intima dello  psicologicamente contorto Ed Gein. Molti, però, sui social, hanno condiviso perplessità sulla voce scelta per doppiarlo In italia.

La decisione di affidare questo compito al veterano Edoardo Stoppacciaro ha acceso un dibattito tra gli appassionati, dividendo le opinioni tra chi ne loda la coerenza tecnica e chi ne lamenta una presunta mancanza di impatto emotivo.

Scopriamo i dettagli di questa diatriba.

Ed Gein, non il solito mostro

Per il suo Ed Gein, Charlie Hunnam, d'accordo con il regista, ha compiuto una scelta interpretativa audace e controintuitiva, evitando i cliché della "voce da mostro".

Ha invece adottato un registro vocale anomalo, a tratti leggero, quasi infantile, con un'inflessione acuta e gentile.

Questa dissonanza tra la pacatezza del tono e l'orrore delle azioni è uno dei pilastri su cui si regge la sua performance, un modo per farci capire quanto fosse ampia la frattura psicologica del personaggio, la sua percezione distorta della realtà e la sua fragilità interiore.

È in questo contesto che la scelta di Edoardo Stoppacciaro assume un senso logico e professionale.

Stoppacciaro è un doppiatore di enorme esperienza, noto per la sua versatilità e la sua capacità di modulare la voce con precisione chirurgica. Affidargli un ruolo così delicato significa puntare sulla fedeltà all'intento originale.

L'obiettivo non era quello di creare una voce che suonasse intrinsecamente "malvagia" o "spaventosa", il che avrebbe rischiato di trasformare Gein in una caricatura, ma di replicare quella inquietante ambiguità voluta da Hunnam.

La voce italiana doveva quindi essere controllata, capace di trasmettere la tensione interna e l'ossessione e risultare quasi infantile.

Quali sono le critiche a questa scelta

Nonostante la coerenza di questa impostazione tecnica, le critiche non sono mancate, alimentate dalla natura stessa di una serie così disturbante.

Una delle lamentele più frequenti riguarda un'eccessiva "morbidezza" del doppiaggio.

Alcuni spettatori hanno percepito la voce di Stoppacciaro come troppo delicata, quasi neutra, sostenendo che attenui la brutalità delle scene e non riesca a "colpire" con la stessa violenza psicologica dell'originale.

In un personaggio la cui essenza è l'inquietudine, ci si aspettava forse una voce più "rotta", più graffiante, che incarnasse fisicamente il suo tormento.

Un altro punto di discussione riguarda i momenti di maggiore intensità emotiva. In scene di crisi o di follia conclamata, alcuni hanno notato un presunto disallineamento, percependo la versione italiana come più contenuta, meno viscerale rispetto alla performance di Hunnam.

Questa percezione potrebbe indebolire l'immersione dello spettatore.

Per altri, il modo di parlare di Ed Gein, nella versione italiana, è semplicemente snervante.

L'intento del film, però, non provocare terrore esteriore o attraverso la voce, ma rivelare un abisso interiore. Serve a far emergere l'ambivalenza tra un'apparente innocenza e un delirio omicida, a costruire un senso di disagio sottile e strisciante.

Una voce troppo neutra rischia di perdere questa tensione latente, ma una voce troppo caratterizzata o "ingombrante" avrebbe rotto l'illusione di realismo, e avrebbe rischiato di trasformare il dramma psicologico in un horror più convenzionale.

Le critiche sono soggettive, si sa, e nascono probabilmente dalla percezione emotiva e dalle aspettative personali. 

Il dibattito che ne è scaturito sui social non fa che confermare la complessità di un ruolo che, anche solo attraverso la voce, costringe a confrontarsi con le profondità più oscure della psiche umana.

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